Raffaella Carrà: l’amore senza vincoli, le adozioni e l’appoggio alla comunità LGBTQI+

Raffaella Carrà: l’amore senza vincoli, le adozioni e l’appoggio alla comunità LGBTQI+

ITALIA – Da ieri l’intera Italia è unita nel dolore per la scomparsa dell’amatissima Raffaella Carrà, showgirl, cantante, attrice e conduttrice italiana che ha lasciato questa terra dopo un periodo di malattia – un tumore al polmone – a 78 anni.

L’abbraccio intorno alla donna è stato da subito amorevole e pieno di commozione. Amati e seguiti come Raffaella Carrà, dopotutto, ce ne sono stati pochi in Italia.

Proprio questo ha fatto di lei il mito che è diventata, l’icona LGBTQI+, la donna buona e generosa che bastava a sé stessa.

Il no al matrimonio e le storie con i fidanzati

Non si è mai voluta sposare – questo è sempre stato un concetto chiaro come da lei stessa descritto – ma, nonostante questo, Raffaella Carrà ha avuto due fidanzati “storici” al suo fianco con cui condivideva il lavoro oltre che l’affetto: Gianni Boncompagni e Sergio Japino (colui il quale ha dato la notizia della sua scomparsa).

Con Gianni Boncompagni, Raffaella ha trascorso ben undici anni nonostante l’ostilità della propria madre, contraria a Boncompagni poiché quest’ultimo era separato e padre di tre figlie (che a seguito della sua morte hanno parlato della donna come di una “vera e propria madre”). Alla fine della loro relazione, Raffaella Carrà e Boncompagni mantennero un rapporto di confidenza e affetto reciproco.

Proprio questo affetto reciproco e questo sentimento maturo hanno dato modo a Raffaella Carrà di trovare un nuovo compagno di vita, Sergio Japino. La loro fu una relazione lunga che li ha visti – come per Boncompagni – impegnati nella vita privata e nel lavoro. Anche in questo caso la relazione si è chiusa senza nessun rancore e l’affetto non è svanito.

Raffaella Carrà è stata inoltre per alcuni anni con il calciatore della Juventus Gino Stacchini.

Alcuni parlerebbero anche di una breve storia con il cantante Little Tony e di un flirt con Frank Sinatra in occasione delle riprese del film girato insieme, Il colonnello Von Ryan.

Figli e adozioni, perché Raffaella era un’icona LGBTQI+?

“Tanti auguri a chi tanti amanti ha”, “L’importante è farlo sempre (l’amore) con chi hai voglia tu!”: queste sono solo alcune frasi espressione del modo che Raffaella aveva di vedere e vivere l’amore. L’amore per lei era libero, poteva essere mono o poliamoroso, omosessuale o eterosessuale, l’importante è che si trovasse qualcuno che si ama o da cui si è semplicemente attratti nel rispetto di entrambe le parti.

A dare ulteriore prova di questo suo pensiero una delle sue ultime interviste, durante la quale avrebbe dichiarato che – non essendo mai diventata biologicamente mamma – ha deciso durante la sua vita di adottare a distanza tanti bambini, impegnandosi inoltre in raccolte fondi e sensibilizzazione sull’adozione a distanza e non. In aggiunta anche una considerazione secondo la quale due uomini o due donne potrebbero senza alcun problema essere una famiglia adatta all’adozione di un bimbo perché lei stessa sarebbe stata cresciuta da due donne, la madre e la nonna.

L’invito, dunque, era quello di togliere i bimbi dagli orfanotrofi e affidarli a qualcuno che potesse amarli e tutelarli.

L’immenso dolore per la perdita della “regina della tv”

In tutta Italia è stato più che vasto il dolore condiviso per la perdita di Raffaella, che fino all’ultimo momento “non ha detto niente”, lasciando di sé il ricordo migliore che potesse donare: una donna gentile, buona, impegnata nel sociale e in ambito lavorativo, estremamente talentuosa, generosa e, alla fine dei giochi, inevitabilmente uno dei pilastri su cui poggia l’intera cultura televisiva italiana.

La sua perdita è stato un duro colpo dal quale non ci si riprenderà per molto tempo.

Fonte immagine ilmattino.it