ITALIA – Il corpo è una complessa e meravigliosa “macchina” che collega la nostra interiorità con il mondo esterno. Funge da ponte tra la parte emozionale e intima di noi stessi e la parte materiale e tangibile della vita.
È chiaro, quindi, che si tratta di un potente strumento per esprimere se stessi e per scoprire e comprendere la propria identità, ma anche quella degli altri.
Si esplorano così le esperienze umane e le loro emozioni, limiti e desideri. Il corpo è anche utilizzato come una tela per esprimere pensieri e vissuti.
Chiara Ferragni e il suo grido di libertà
La nota influencer Chiara Ferragni ha scelto proprio il suo corpo per veicolare un messaggio potente, rivolto a tutte le donne.
Indossando abiti differenti durante la prima serata del Festival di Sanremo e in occasione della finale si è messa “a nudo”, senza volgarità, e ha lanciato un vero e proprio grido di libertà.
Libertà di esprimersi in ogni forma,
Libertà di essere sé stessa senza etichette,
Libertà di esistere senza preconcetti,
Libertà di non vergognarsi mai.
La forza delle donne
Una donna può e sa essere tante cose insieme, tutte in un unico corpo: mamma, moglie, figlia, sorella, amica, complice… Non c’è dubbio che la Ferragni sia uno dei personaggi più chiacchierati della kermesse musicale ma, è anche vero, che il suo intervento è andato al di sopra delle aspettative.
Bella, genuina, visibilmente commossa… ha portato avanti la fede in sé stessa e nelle donne che hanno voglia di mettersi in gioco, scommettendo sul loro valore.
L’intero contributo, tra l’altro, è stato devoluto in beneficenza a un’associazione che si occupa di violenza sulle donne, affinché tutte le vittime di soprusi da parte di ex, mariti, padri… trovino la forza di denunciare. Sempre.
Gli abiti “parlanti” della prima sera
Chiara non ha partecipato al Festival per mettersi in mostra, o per lo meno ha scelto di farlo in un modo alternativo: ha indossato abiti “parlanti” – firmati Dior e Schiaparelli – con cui ha espresso concetti differenti, utilizzando il solo mezzo del suo corpo. Nulla più.
La filosofia, però, è sempre la stessa: emancipare il ruolo della donna.
Ha espressamente scelto di “non volere vestiti solo perché eccentrici o pretenziosamente belli“. Questo è quanto ha spiegato sui social.
Lei che è partita quasi da nulla, con i vestiti ha costruito il suo “impero digitale” e, ancora una volta, il tessuto diventa il collegamento tra lei e il mondo.
Così, insieme a Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica di Dior, è nata l’idea di “portare sul palco più popolare d’Italia un messaggio sociale, anche attraverso la moda”.
1. Il manifesto parlante
Per il look d’apertura, Chiara si è presentata sul palco dell’Ariston di spalle. Il motivo è presto detto: sulla stola bianca, appoggiata a un abito di seta nero a corolla, in maiuscolo e nero su bianco si legge “PENSATI LIBERA“.
Questo il primo messaggio per l’Italia.
Le parole richiamano un’opera di Claire Fontaine e “hanno lo scopo di ispirare tutte le donne a sentirsi libere di uscire dal ruolo che è stato loro imposto dalla società“.
Le donne, spesso, indossano una “maschera” e devono, quasi come imperativo categorico, rivestire un determinato ruolo, perdendo la loro individualità o accantonandola.
E invece no: adesso è il momento di ribellarsi al sistema, lottando per non essere incasellate in uno spazio identificato a priori e che sta, oggettivamente, stretto.
“Pensati libera” è dedicato a coloro che vogliono sentirsi semplicemente loro stesse senza essere giudicate. Ed è quello a cui ambisce la stessa Chiara, che lotta per non doversi sentire in colpa del suo successo di donna.
2. Il vestito senza vergogna
Il secondo abito indossato dalla Ferragni è quello sicuramente più dibattuto e che ha lasciato tutti di stucco. A colpo d’occhio, Chiara sembra completamente nuda, ma così non è.
Immediatamente, proprio lei esclama: “Rassicuro tutti! Questo vestito non è trasparente, è solo un disegno del mio corpo“.
Il seno è ricamato con perline nere, così come la silhouette, ricamata talmente bene che lascia senza fiato.
“Ha un significato profondo che si lega a quello che sto per dire. In generale, il corpo delle donne non deve mai generare odio o vergogna“. E da lì inizia il suo straordinario monologo rivolto alla “piccola Chiara” per ricordare – a lei del passato – di non sminuirsi mai, di non sentirsi mai inferiore a niente e nessuno.
L’imprenditrice incoraggia tutte le donne a vincere la paura di essere giudicate. L’obiettivo di questo secondo look è quello di “riportare l’attenzione sui diritti delle donne, del loro corpo e su come il disporre del corpo femminile dalle stesse sia, purtroppo, ancora considerato discusso e discutibile“.
“Questa illusione di nudità vuole ricordare che chiunque decida di mostrarsi, o sentirsi sexy non autorizza nessuno a giustificare le violenze degli uomini o ad attenuarne le colpe“, si legge nel post dell’influencer.
3. L’abito contro l’odio
Questo abito è una “dedica” agli haters. Su Instagram, infatti, quotidianamente lei – così come i vip esposti a questo “mondo virtuale” – deve convivere con commenti di ogni tipo, alcuni veramente pesanti, violenti e aggressivi dei “leoni da tastiera”.
Ecco che Chiara riporta sull’abito sanremese “alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma“.
“Perché non ti rifai il seno?
Disgusting
A breve un porno…
Ma sei mamma escort?
Ma quant’è secca?
Photoshop, il culo vero è FLACCIDO“.
Le frasi, ricamate in pietre nere, spiccano nel tessuto candido. Una tela bianca sporcata da parole di disprezzo e odio.
Si tratta di vere offese che gli haters scrivono sotto le sue foto postate, “parole NERE su un peplo BIANCO come la pagina di un libro che racconta quel disprezzo infruttifero contro il quale lottare ogni singolo giorno“.
“Voglio spronare tutte le donne a fregarsene e ricordare di non farsi abbattere da chi odia perché sono i pareri di chi ci ama a contare veramente“, sottolinea mentre scatta una foto col dito medio alzato.
4. La gabbia
Il quarto e ultimo look è quello più scenografico: si tratta di una tuta di jersey con strass. Sopra, una gonna di tulle che ricorda una gabbia per uccellini. Prende ispirazione dall’opera di Jana Sterbak.
L’abito nasce con l’intento di “liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate“.
Il messaggio è chiaro: “Rompere le convenzioni imposte dal patriarcato. Una speranza che riponiamo nelle bambine di oggi, che saranno donne di domani“. Ecco perché nelle foto pubblicate sul suo profilo posa insieme a sua figlia Vittoria.
Con lei, mano nella mano, realizzano degli scatti spettacolari e sono vestite, ovviamente, uguali.
“Questo è l’augurio di una mamma alla sua bambina, che possa finalmente gridare Vittoria!“.
Gli abiti della finale
Anche nella finale del Festival, la Ferragni ha sfoggiato abiti particolari, dal significato complesso e carico di significato. Ecco la carrellata dei look di sabato 11 febbraio.
1. La donna e madre guerriera
La bella Chiara Ferragni, nella sua prima discesa, si presenta in satin blu zaffiro e oro. Abito dal taglio obliquo firmato Schiaparelli.
La sottoveste di satin è dipinta di blu perché è “da sempre il colore associato alla sacralitàdella maternità qui rappresentata come stereotipo della donna mentre nutre un bambino d’oro“.
Si intravede, infatti, un bustino dorato, quasi come una corazza, che ricalca i seni e le spalle: “La durezza dell’armatura oro scolpita sui seni di Chiara rappresenta una forza che non ha bisogno di imitare quella maschile per essere considerata di pari livello“.
Lo strascico è agganciato direttamente al polso, creando un effetto di movimento e leggerezza, come un drappo antico.
Questo il significato: “Essere donne senza dover essere considerate solo delle madri. La lotta femminile contro la colpa di voler conciliare tutto. Non essere considerate solo apparati riproduttivi è la scelta per cui combattere ogni singolo giorno!“.
2. Body painting
Si prosegue con il secondo outfit “parlante”: “L’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna“.
L’audacia di quel gesto artistico e scandaloso dell’artista Yves Klein ha ispirato il look della stagione primavera-estate 2023 di Schiaparelli.
“Nel lavoro dell’artista francese i corpi delle donne erano liberati dalla loro immobilità di manichino e chiamati a imprimere autonomamente le proprie forme su grandi canvas bianchi da dipingere in blu“, si legge nel post esplicativo sul profilo della Ferragni.
Un grido, un appello per tutte le donne: “Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete perché il corpo della donna è il capolavoro massimo della creazione“.
3. L’abito dei diritti umani
Chiara Ferragni ritorna a infuocare il palco dell’Ariston. Indossa un abito nero di velluto con il collo completamente scoperto per lasciare spazio a una collana vistosa a forma di utero, composta da diverse sezioni di corpo di donna.
A realizzarlo è stato Daniel Roseberry per Schiaparelli.
È il simbolo dell’attivismo per i diritti riproduttivi: “L’abito e il gioiello ricordano a tutti che i diritti riproduttivi sono diritti umani.
Questo “perché l’accesso all’aborto sicuro e alla procreazione assistita è una questione di diritti umani a cui non dobbiamo rinunciare. Perché ogni essere umano, uomo o donna che sia, deve essere messo in grado di prendere liberamente le decisioni sul proprio corpo“.
Il concetto base, da tenere a mente: “Non permettiamo che le lotte vinte dalle nostre madri debbano essere combattute anche dalle nostre figlie“.
4. La femminilità maschile
L’ultimo cambio look scelto dalla nota influencer rappresenta la femminilità maschile: “Un messaggio agli uomini ancora convinti nella narrazione del ‘mostrare i muscoli’ per essere definite donne degne di rispetto“.
Poi si rivolge a tutte le donne: “Non rinunciate alla vostra femminilità perché da qualcuno è considerata un punto di debolezza perché è proprio lì che si trova la forza delle donne. In molti credono che una donna per essere presa sul serio in certi ambiti debba assumere comportamenti maschili o debba vestirsi da uomo per dimostrare capacità di leadership“.
L’abito pantalone in velluto nero, interrotto da un corsetto con ricamati di perle a forma di addominali, vuole essere una caricatura a questo stereotipo sessista.
Fonte foto: Instagram – Chiara Ferragni