“Ho reso la mia vita un inferno e anche quella della donna che amavo”: lo sfogo di un narcisista patologico

Una relazione può essere il più grande dono o il più grande inferno. Dipende solo da chi ci cammina a fianco. Dovrebbe essere il luogo in cui rifugiarsi, dove l’anima trova pace.

Non una guerra da combattere.

Una storia d’amore sana ci insegna che non esiste “Io sono fatto così, quando si ama qualcuno si prova a smussare tutti gli angoli spigolosi, si impara a comunicare e ascoltare i sentimenti altrui, si cresce e si migliora insieme.

Narcisista patologico e amore: alti e bassi, poca consapevolezza

La relazione con un narcisista, invece, è un po’ come andare sulle montagne russe, non si sa mai cosa aspettarsi: un giorno si è al settimo cielo, quello successivo si ricade negli abissi più profondi senza neanche accorgersene.

Ma neanche lui, il narcisista, il più delle volte, lo sa.

Chi presenta il disturbo di personalità narcisistico, nella stragrande maggioranza dei casi, non è realmente consapevole della sua condizione“, precisa la psicologa Ines Catania intervenuta ai nostri microfoni.

Infatti, “per sua natura, non riesce a chiedere aiuto a uno psicoterapeuta e solo raramente riesce a comprendere la sua condizione in piena autonomia. Li definisco ‘egosintonici‘ proprio perché sono in sintonia con il proprio disturbo a tal punto da non percepirlo come tale. O addirittura da integrarlo così come è!“.

Un caso pratico: “Carissima Dott.ssa sono molto probabilmente un narcisista”

Partiamo da un caso pratico. La psicologa, nel rispetto della privacy e nel modo più fedele possibile, ha voluto condividere con la nostra redazione lo sfogo di un narcisista che, stranamente, ha deciso di intraprendere un percorso psicoterapeutico.

In questo racconto, Mario (nome di fantasia) mette a nudo le sue fragilità e l’inferno che è costretto a vivere quotidianamente.

Questo è solo l’inizio del suo percorso terapeutico, ma già si può avere modo di comprendere emozioni, sentimenti e credenze di una persona che soffre di disturbo narcisistico di personalità.

Lo sfogo integrale di un paziente

Carissima Dott.ssa,

sono molto probabilmente un narcisista, poiché tutti mi definiscono come uno ‘schifoso manipolatore‘ e forse è un’etichetta che mi sono meritato… forse… ma mi creda la mia vita non è affatto facile.

Quando mi capita di dover prendere una decisione, mi tormento di continuo su cosa sia giusto o sbagliato fare per mantenere la mia immagine; non riesco mai a capire cosa mi piacerebbe fare realmente, quello che mi renderebbe felice! O forse sì… o forse no…

Sì, Dott.ssa! Ha capito bene, non so decidere per il mio benessere.

E non importa quanto socialmente abile posso apparire ai suoi occhi, mi porto dentro un abisso nel quale a volte annego da solo.

Mi sveglio tutti i giorni e vivo una vita che non voglio. Mi sento tremendamente insoddisfatto.

Non riesco a fare ciò che davvero mi piace perché alla fine non so neppure io cosa mi piace. Non lo so perché non sono in contatto con il mio ‘io più profondo’. Ho persino dubbi sui miei reali gusti e interessi.

Faccio ciò che faccio solo per rinforzare la mia immagine, l’immagine che io ho di me e quella che gli altri hanno di me.

Vivo esperienze solo per poterle raccontare agli amici, per poter raccontare quanto sono stato magnifico in determinate circostanze; ho persino basato la scelta dei miei studi universitari sul rafforzamento della mia immagine, in pratica mi sto costruendo un futuro di infelicità (ndr, questo è ciò che si chiama invalidazione narcisistica).

Sono intrappolato nella mia stessa vita.

Non capendone le ragioni, scarico la responsabilità sugli altri, lei compresa… ma lei Dott.ssa può andarsene… può lasciarmi qui da solo con me stesso, con le mie prigioni mentali…

È vero che posso ferirla profondamente senza provare un briciolo di empatia, ma la realtà è che lei può scegliere di accogliermi o meno, io devo avere a che fare con me stesso e col mio giudizio tutti i giorni.

Tutti pensano che io sia incapace di amare, ma la verità è che non sono capace di accettare l’amore di un’altra persona e mi precludo ogni forma di vero benessere.

Così come ho fatto. Con la mia donna, forse l’unico amore della mia vita, che a un certo punto è andata via senza voltarsi più indietro. L’unica che riusciva ad accettare tutte le mie imperfezioni.

Ma le ho reso la vita un inferno!

Per non percepire il vuoto e non avere a che fare con me stesso, ho iniziato un’altra relazione con una donna che non ho mai amato ma che non ho il coraggio di lasciare andare. Mi sento uno schifo Dott.ssa!

Per il resto, mi impegno a costruire diverse facciate grazie alle quali cerco di emergere in società ma interiormente mi sento isolato dalle persone che mi circondano: sono emotivamente scollegato dal mondo e non posso farci nulla.

Non riesco a tollerare le ‘imperfezioni’ perché sento che mi riflettono negativamente. Se tutto ciò che mi circonda è perfetto e gli altri mi apprezzano, allora mi sento bene con me stesso… ma solo per un breve momento, perché la mia incapacità di interfacciarmi ai miei bisogni più profondi mi condanna a essere un infelice a vita.

Se non conosco i miei veri desideri e continuo a rincorrere un’immagine perfetta di me, come potrò mai essere felice? Le mie azioni, i miei pensieri e le credenze su me stesso e sugli altri, sono la causa principale della sofferenza che c’è nella mia vita e io sono inerme.

Vivo tutto come una competizione, perché mi eccita qualsiasi cosa che possa sottolineare la mia superiorità, tuttavia se perdo posso anche negare la realtà o distorcerla, se il mio partner è abbastanza debole riuscirò a imporgli la mia visione delle cose, così da uscirne sempre vincente… almeno all’apparenza.

Apparenza, ecco la parola che meglio si sposa con la mia intera esistenza.

Sono qui Dott.ssa, e forse non so nemmeno io perché, ma sento che tutto sta crollando

Mi aiuti a fare chiarezza… altrimenti… altrimenti… Non sa quante volte ho pensato di annullarmi!“.

Come si comporta un narcisista patologico?

Adesso, con l’aiuto della psicologa, ci soffermeremo a descrivere gli elementi diagnostici di tale disturbo.

Le persone con disturbo narcisistico di personalità hanno un senso grandioso di importanza, abitualmente sovrastimano le loro capacità ed esagerano i loro talenti apparendo presuntuosi e vanitosi“, spiega la nostra intervistata.

Solitamente, “presumono che gli altri attribuiscano loro lo stesso valore e possono risultare sorpresi o delusi se non ricevono le lodi che sentono di meritare. In virtù del valore personale che ritengono di possedere, tali individui vogliono frequentare e pensano di poter essere capiti soltanto da persone speciali, prestigiose o di elevata condizione sociale o intellettuale“.

Considerandosi speciali e superiori devono ottenere trattamenti di favore, nonché la soddisfazione immediata delle loro priorità mostrandosi distaccati e sprezzanti.

Tale senso di diritto, unitamente alla mancanza di sensibilità per i desideri e per le esigenze altrui, sfociano spesso nella tendenza allo sfruttamento e alla manipolazione interpersonale: “Gli individui che presentano un disturbo narcisistico di personalità, infatti, tendono a formare amicizie o relazioni sentimentali esclusivamente se hanno la certezza che l’altro possa favorire la soddisfazione dei propri scopi (primo tra tutti rinforzare e potenziare la stima di sé e il valore personale)“.

Idealizzazione dell’altro e abuso

Si aspettano, inoltre, enorme disponibilità e dedizione da parte degli altri, fino ad abusarne, senza alcun riguardo per le conseguenze. Parallelamente a questo, “l’altro viene idealizzato fino a che soddisfa il bisogno di ammirazione e di gratificazione, per poi essere anche aspramente svalutato nel momento in cui non svolge più tale funzione“.

Gli individui con disturbo narcisistico di personalità generalmente mancano di empatia, dimostrandosi incapaci di riconoscere i sentimenti e i bisogni degli altri, nonché di identificarsi in essi. Possono essere spesso invidiosi e possono credere che gli altri li invidino“, specifica la psicologa.

La vulnerabilità dell’autostima li può rendere molto “sensibili” alle ferite dovute a critiche o a frustrazioni. La critica può anche arrivare a tormentarli e lasciarli umiliati, avviliti, svuotati. Se feriti, possono, in alternativa, attaccare con rabbia, sdegno o diventare insolenti.

Talvolta la paura di vivere queste esperienze o averle vissute può indurli al ritiro sociale. Anche professionalmente talvolta i risultati possono essere scarsi, per la paura di mettersi in gioco e apparire imperfetti“, prosegue.

Le possibili cause del disturbo narcisistico di personalità

L’origine del disturbo narcisistico di personalità affonda, nella maggioranza dei casi, le “radici” nel suo passato. Un anello mancante, una “tara”, una mancanza che nasce nell’interazione che si sviluppa tra genitore e bambino.

In modo particolare, “i narcisisti patologici sembrano aver sviluppato, a partire dal rapporto con i propri genitori, delle relazioni caratterizzate principalmente da una rappresentazione di sé come bisognoso di cure e da una rappresentazione delle altre persone come non disponibili a fornirle, dunque dall’aspettativa di essere rifiutati“.

Infatti, “tale condizione genera nel soggetto la tendenza a organizzare la propria esistenza facendo a meno dell’amore degli altri e non richiedendo il loro sostegno, contando solo su se stesso e mirando all’autosufficienza assoluta, non riconoscendo e non esprimendo i propri bisogni, assumendo atteggiamenti di distacco e di superiorità”.

Il trattamento terapeutico di un narcisista patologico

Precisiamo, preliminarmente, che la Dott.ssa Ines Catania piuttosto che effettuare una distinzione tra disturbo narcisistico covert e overt, preferisce parlare di narcisismo disfunzionale e funzionale. E come già è intuibile dalla dicotomia disfunzionale/funzionale, il processo richiede una “ristrutturazione“.

Per fare questo, “utilizzo la psicoterapia ipnotica Ericksoniana/Palumbiana (dal nome del mio Maestro). L’ipnosi combinata con la psicoterapia può costituire uno strumento efficace a servizio della ristrutturazione delle credenze patogene alla base dei tratti narcisistici“.

La psicoterapia ipnotica Ericksoniana/Palumbiana

Vale la pena precisare che, comunemente, il senso di grandiosità giace su una ferita atavica su cui si è sviluppata la personalità.

A questo scopo, “attraverso la trance ipnotica, è possibile indagare i rapporti attuali della persona, ma anche quelli con la famiglia di origine e con le figure di attaccamento, sulla base delle quali si sono strutturati i modelli operativi interni. Mediante l’abbassamento dei meccanismi di difesa risulta possibile esplorare le eventuali fragilità coperte dall’onnipotenza manifestata“.

E tornando ai concetti di base, l’Onnipotenza ci riporta all’assunto di perfezione assoluta, dove esiste solo il ‘bianco o il nero’… senza alcuna sfumatura di colore… Dobbiamo ristrutturare e insegnare a queste persone che anche l’Arcobaleno è fatto di tanti colori… e ciò che lo rende così bello e spettacolare sono proprio tutte le sfumature che lo caratterizzano!“, conclude la psicologa.