Giornata nazionale dello spazio, 59 anni dal lancio del primo satellite italiano

Giornata nazionale dello spazio, 59 anni dal lancio del primo satellite italiano

ITALIA – Quando pensiamo allo spazio diamo sfoggio a tutta la nostra immaginazione su come potrebbe essere la “casa del pianeta Terra” e, chissà, di diverse forme di vita anche in altre galassie.

I misteri dello spazio e la paura dell’ignoto

Eventi che non seguono un ordine cronologico? Macchine che volano o alieni che ci osservano? Sono soltanto alcune delle ipotesi che la nostra mente elabora quando parliamo del vuoto che esiste tra i corpi celesti, non si conoscono le peculiarità e l’ignoto incute sempre timore.

La missione “Chapea” per adattarsi ad altri pianeti

Gli scienziati da anni concentrano i loro sforzi su queste tematiche, argomentazioni che in futuro potrebbero tornare utili come la missioneChapea in cui si prevede di abituarsi all’habitat di Marte.

Questo di cui vi abbiamo parlato è il primo di una serie di tre esperimenti pianificati, ognuno della durata di un anno. I successivi due sono previsti per il 2025 e il 2026.

Questo prototipo abitativo, realizzato utilizzando la tecnologia di stampa 3D, rappresenta una delle soluzioni che la NASA sta esaminando per la potenziale costruzione di benigne condizioni ambientali su altri pianeti o sul suolo lunare.

Giornata Nazionale dello Spazio al terzo anno

Restando in tema spaziale, l’appuntamento con la Giornata Nazionale dello Spazio giunge al terzo anno. Sopra i cieli che vegliano sui vastissimi Stati Uniti d’America, precisamente in Virginia, nel 1964 inizia l’avventura italiana nello spazio.

Un’impresa che ha visto il Paese dello stivale emergere come una delle prime nazioni al mondo a lanciare un proprio satellite, gestito e coordinato internamente, sfruttando la lunga tradizione di genialità dei nostri scienziati.

L’affermazione del nostro Paese su questo campo

Il 15 dicembre 1964, un razzo americano relativamente modesto chiamato “Scout” ha portato in orbita un satellite sferico con strisce e antenne lunghe, immediatamente ribattezzato “Sputnik tricolore”.

Da quel momento, l’Italia ha continuato a consolidare la sua posizione come uno dei principali attori nel panorama spaziale globale.

L’accordo del professor Broglio con gli Usa

Nel giorno della consacrazione italiana in questo campo, il professor Luigi Manlio Broglio guida il team di tecnici e scienziati italiani in un notevole passo avanti nelle attività spaziali del paese.

Broglio propone un accordo con gli Stati Uniti per lanciare un satellite destinato allo studio della densità atmosferica a quota orbitale, sfruttando un suo innovativo strumento chiamato “Bilancia Broglio”. Oltre a ciò, il programma ideato da Broglio prevede la realizzazione di una base di lancio mobile all’equatore, da ancorare sul fondale dell’oceano indiano di fronte alle coste del Kenya.

In cambio dei dati ottenuti dai satelliti italiani, la NASA fornirebbe i razzi Scout per i lanci. In quel periodo, solo 4 astronauti americani avevano compiuto brevi voli orbitali a bordo delle capsule Mercury.

Satellite interamente di produzione italiana

Con il lancio di San Marco 1, satellite interamente di produzione nostrana, l’Italia può considerarsi la terza nazione, dopo le due superpotenze che si contendevano la supremazia nello spazio, l’Unione Sovietica e gli USA, ad aver inviato con successo un satellite in orbita.

Fonte foto Facebook – Aeronautica Militare