Depressione post partum, perché la gravidanza non è sempre un momento felice

Depressione post partum, perché la gravidanza non è sempre un momento felice

ITALIA – Il periodo della gravidanza e quello successivo rappresentano per la donna dei momenti di cambiamento psicologico e fisico. Lo stereotipo sociale vuole che la donna sia automaticamente felice quando aspetta un bambino ma questo non sempre succede, ci sono delle situazioni in cui la madre sviluppa dei sentimenti negativi che possono tramutarsi in quadri psicopatologici più o meno gravi. Per approfondire l’argomento è intervenuta ai nostri microfoni la psicologa Valentina La Rosa che ha parlato della depressione post partum.

L’intervista alla dott.ssa Valentina La Rosa

Tra le psicopatologie più diffuse c’è la depressione post partum, che spesso si accompagna alla presenza di sintomatologia ansiosa. “La depressione post partum se non viene adeguatamente riconosciuta, in tempi rapidi, può determinare delle conseguenze gravi sia per quanto riguarda la salute fisica della donna che psicologica.  Può durare dai sei mesi in su e può protrarsi per anni, diventando una malattia cronica” afferma la dott.ssa Valentina La Rosa.

Sintomi della depressione post partum

I sintomi della malattia – continua la dottoressa – sono quelli classici come tristezza, anedonia cioè perdita del piacere per le attività che prima invece lo procuravano, perdita di interesse rispetto all’ambiente circostante, insonnia o al contrario eccessiva sonnolenza, perdita dell’appetito o fame eccessiva. Possono essere confusi con quadri sintomatologici più lievi che si verificano nei primi giorni immediatamente dopo il parto, ma in quel caso le variazioni dell’umore e i sintomi di preavviso sono più legati a sbalzi ormonali, che sono fisiologici. Dopo il parto, infatti, questi stati durano dalle poche ore ai pochi giorni e si risolvono spontaneamente“.

Mentre la situazione risulta più grave quando i sintomi persistono e producono conseguenze nella madre e nel neonato, danneggiano anche la relazione tra i due e l’intero nucleo familiare.

Parlando di conseguenze a lungo termine sul bambino, è stato visto che i figli di donne che soffrono di depressione post partum possono presentare difficoltà emotive durante l’infanzia, ma anche problemi comportamentali e difficoltà nello sviluppo cognitivo. In quanto, le cure affettive hanno un’incidenza molto importante su tutte le altre tappe dello sviluppo” afferma la psicologa.

Questi bambini sono, infatti, meno attivi e hanno più difficoltà a concentrarsi, a stare attenti e risultano anche più agitati rispetto invece ai bambini figli di madri che non soffrono di questo tipo di problematica.

Il problema principale è che i casi di depressione post partum sono ampiamente sottostimati, mentre il trattamento tempestivo è fondamentale per il benessere della madre e nel nucleo familiare. Sarebbe ideale che le strutture sanitarie, a cui le donne fanno riferimento, indichino dei controlli adatti per monitorare l’andamento della gravidanza

È necessario perciò l’affiancamento di psicologi, psichiatri dedicati allo screening, in quanto esistono degli strumenti ad alta combinazione molto rapidi e molto facili per capire se la donna è in una situazione di potenziale depressione post partum” conclude la psicologa La Rosa.

Le conseguenze della depressione si estendono a tutta la società, ha dei costi a livello sociale ed economico. Basti pensare all’impatto della malattia nel lungo periodo sul bambino, che necessita di aiuto psicologico, solo così è possibile garantire uno sviluppo armonico e sereno al piccolo che sarà un futuro adulto.