Nel corso del 2024 gli sbalzi di temperatura sono stati frequenti e disorientanti. Solo a luglio il Ministero della Salute aveva riattivato il “codice calore” in oltre dieci città italiane, segnalando ondate di caldo estremo. Eppure, nel giro di poche ore, molte di queste aree si erano ritrovate sotto temporali improvvisi e temperature autunnali.
In questa danza di cambiamenti climatici, una cosa è rimasta costante: la difficoltà di adattarsi. Siamo stati messi alla prova, non solo mentalmente ma anche fisicamente, perché il nostro corpo si è ritrovato in difficoltà nel seguire questi sbalzi termici così repentini.
Il 2024 è stato l’anno in cui i bruschi cambi di temperatura hanno evidenziato quanto il nostro sistema di termoregolazione possa essere messo sotto stress.
Normalmente, il corpo umano regola la propria temperatura intorno ai 37°C grazie a un meccanismo naturale che bilancia il caldo e il freddo. Tuttavia, con sbalzi così frequenti e improvvisi, questo sistema entra in crisi.
L’organismo umano, costretto a un continuo adattamento, ha mostrato segni di debolezza.
Difese immunitarie indebolite, infezioni respiratorie e stati infiammatori sono stati all’ordine del giorno. Le cellule cigliate delle vie respiratorie, essenziali per proteggere contro virus e batteri, hanno perso efficacia, lasciando spazio a raffreddori, faringiti e altre infezioni.
Gli sbalzi termici hanno colpito duramente anche il cuore e i vasi sanguigni.
Passare da caldo a freddo favorisce la vasocostrizione, aumentando la pressione arteriosa, mentre il passaggio repentino da freddo a caldo provoca vasodilatazione e abbassamento della pressione. Questo stress costante ha reso vulnerabili soprattutto le persone con problemi cardiaci preesistenti.
Non sono mancati gli impatti psicologici.
Gli sbalzi climatici hanno alterato i ritmi circadiani, interferendo con il sonno e aumentando il livello di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo ha portato a stati di agitazione e ansia in molte persone, compromettendo ulteriormente il benessere generale.
L’estate 2024 ci ha insegnato che affrontare i cambiamenti climatici richiede adattabilità e strategie mirate:
Ai nostri microfoni, in esclusiva, è intervenuto il dottor Maurizio Pettinato.
“Il freddo e gli sbalzi termici possono compromettere l’integrità della barriera cutanea, causando una ridotta capacità della pelle di trattenere l’idratazione.
La pelle diventa più secca, ruvida e soggetta a irritazioni. Questo fenomeno è aggravato da una diminuzione della produzione di lipidi, che sono essenziali per mantenere l’equilibrio idrico“.
“Sì, gli sbalzi termici frequenti possono aggravare condizioni come dermatite atopica, rosacea e psoriasi. Per prevenire questi effetti, è consigliabile:
Proteggere la pelle con creme idratanti ricche di lipidi, evitare bruschi cambiamenti di temperatura, usare detergenti delicati, privi di agenti irritanti e applicare prodotti specifici, come creme con cortisone, per alleviare eventuali infiammazioni e lavarsi con oli specifici invece di utilizzare bagnoschiuma dei supermercati“.
“L’esposizione improvvisa a temperature estreme può compromettere la microcircolazione cutanea, causando rossori persistenti, capillari visibili e una maggiore sensibilità.
Come detto nella prima domanda, il freddo e i bruschi cambiamenti di temperatura possono alterare l’integrità della barriera cutanea, riducendo la capacità della pelle di trattenere l’idratazione.
Di conseguenza, la cute diventa più secca, fragile e suscettibile a irritazioni. È quindi fondamentale proteggere la pelle con una routine mirata e prodotti adatti, soprattutto in periodi di clima instabile“
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