“Vero, gli ho sparato ripetutamente”, uomo vicino alla ‘ndrangheta confessa omicidio

“Sono stato io”: ha confessato Fabrizio Butà, 47 anni. È lui l’omicida del senegalese, sposato e padre di una bambina, ucciso nella notte di ieri a colpi di pistola senza pietàL’ennesimo omicidio di un’Italia “cambiata”, che ricorda tristi pagine di storia macchiate di sangue.

Il quarantasettenne calabrese, migrato al nord Italia, non è riuscito più a nascondersi, dichiarando quanto accaduto davanti al pubblico ministero Christian Barilli e al tenente Armando Laviola.

Secondo la ricostruzione dei fatti, l’efferato omicidio di Assane Diallo in via Delle Querce a Corsico (MI) sarebbe nato per motivi di soldi. La vittima, infatti, avrebbe fatto ripetutamente richieste di soldi alla fidanzata di Butà.

Così, l’uomo, avrebbe perso il senno della ragione. Tra gli insulti a sfondo razziale, sono stati dodici i colpi sparati sul volto e sul petto, a distanza ravvicinata, al senegalese 54enne, esplosi dalla pistola calibro 9 per 21 ritrovata nella cantina di via Curiel della compagna, assieme a 70 grammi di cocaina e ad altri 20 proiettili.

Una brutalità che non si è fermata qui. Butà ha continuato a sparare ad Assane Diallo anche quando si è accasciato a terra privo di vita, probabilmente davanti alla presenza della sua partner.

L’assassino, che adesso si trova  a San Vittore, assieme alla fidanzata 36enne, arrestata per favoreggiamento personale, detenzione di arma illegale e possesso di stupefacenti ha altri precedenti penali. Infatti, è vicino alla ‘ndrangheta e su lui pendono diverse condanne per reati gravi (tra cui anche l’omicidio, la rapina, etc) per le quali era stato in carcere già per 16 lunghi anni.

Sul caso si continua a indagare.