ITALIA – Tragedia sulla Marmolada, la “Regina delle Dolomiti” tra le province di Trento e Belluno dove una valanga provocata dal crollo di un seracco di ghiaccio ha causato la morte di almeno 6 persone e tantissimi dispersi (circa 20).
Sono ancora in corso, infatti, le operazioni di riconoscimento dei soggetti coinvolti: 8 i feriti, di cui 2 gravi, sono stati ricoverati negli ospedali di Trento, Bolzano, Belluno e Treviso, mentre 18 persone sono state evacuate.
Non si conosce con esattezza l’identità delle vittime, soltanto 4 sono state individuate: si tratta di 3 italiani e 1 di nazionalità ceca.
Ma non è tutto: secondo le ricostruzioni, le vittime potrebbero essere almeno 30.
Il distacco del seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, proprio sotto Punta Rocca, ha causato una valanga di neve, ghiaccio e roccia che ha centrato – nel suo percorso – diverse persone in cordata.
Secondo le prime informazioni, proprio sabato sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.
L’allarme è arrivato intorno alle 13,45 di ieri. I soccorsi della Protezione civile del Trentino sono scattati immediatamente: sono stati impiegati 6 elicotteri, personale del Soccorso alpino e speleologico con le unità cinofile, vigili del fuoco, polizia, carabinieri e Guardia di Finanza provenienti anche dalle vicine province di Bolzano, Belluno e Venezia.
Secondo quanto si apprende dall’Ansa, si tratta di “un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati” dalla colata di ghiaccio e sassi.
Il presidente Mattarella ha chiamato il presidente della Provincia di Trento Fugatti e il presidente della Regione del Veneto Zaia per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime della tragedia della Marmolada, riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali.
La situazione, però, resta ancora critica: “Chiediamo alle persone di non avvicinarsi alla zona del disastro, perché, al di là della pericolosità del sito e all’inciviltà di questi comportamenti, c’è il rischio di intralciare le operazioni dei soccorritori“. Così il questore vicario di Trento, Luigi Di Ruscio.
“Altri pezzi di ghiaccio sono a rischio distacco“, avverte Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penia, il rifugio sulla cima della Marmolada (3.343 metri), dove ieri, più in basso, si è verificata la violenta frana che ha provocato almeno 6 morti e 20 dispersi.
Sono in corso anche le verifiche per identificare i proprietari delle 16 auto che attualmente si trovano nei parcheggi situati vicino i sentieri di accesso all’area.
Sono state anche emanate ordinanze di divieto di accesso e percorrenza dell’area interessata dalla valanga dai Comuni di Canazei e Rocca Pietore, fino a quando non sarà accertata la natura del distacco con gli opportuni rilievi glaciologici e geologici.
Papa Francesco, in un tweet, ha dichiarato: “Preghiamo insieme per le vittime del crollo del ghiacciaio e per le loro famiglie. Le tragedie che stiamo vivendo con il cambiamento climatico ci devono spingere a cercare urgentemente nuove vie rispettose delle persone e della natura“.