I vaccini sono molto efficaci nel prevenire la morte e le conseguenze gravi della malattia, ma non sono infallibili nel prevenire l’infezione. Questo è un nuovo problema anche per lo sport.
Stelle dell’NBA, campioni di golf U.S. Open, star del calcio o, ad esempio, un’allenatore olimpico ugandese hanno qualcosa in comune che sta creando non pochi problemi agli organizzatori di eventi sportivi: sono risultati positivi per al Covid-19 nonostante fossero stati già vaccinati.
Nel corso della pandemia, gli atleti sono stati la popolazione più testata sul pianeta, a volte fornendo esempi vividi di teorie emergenti ed altre contribuendo alle campagne di prevenzione e vaccinazione.
Ora proprio gli atleti stanno dimostrando che, mentre i vaccini sono eccezionalmente efficaci nel prevenire la morte e gravi malattie da Covid-19 e le sue varianti conosciute, sono tutt’altro che infallibili nel prevenire l’infezione e quindi il contagio.
La maggior parte degli atleti con le cosiddette infezioni “breakthrough” sono asintomatici. Le infezioni non sarebbero state notate se non fosse per il fatto che le persone che lavorano nello sport sono tra le più controllate del mondo.
Questi sorprendenti test positivi sono un problema per chi ospita grandi eventi. Nel caso delle Olimpiadi, potrebbero innescare un’epidemia nella popolazione giapponese circostante ed oltre, in una qualsiasi delle 200 nazioni partecipanti, oltre a creare caos nelle competizioni.
Alla luce di tali evidenze, i dirigenti sportivi si trovano a dover fare i conti con domande cruciali: le persone che sono vaccinate, ma che risultano positive al virus, sono contagiose? Cosa comporta questo per i loro contatti stretti? Chi, e perché, dovrebbe essere allontanato dal più grande evento sportivo della sua vita?
Infezioni da Covid-19 hanno riguardato anche giocatori degli New York Yankees, il golfista professionista Jon Rahm e la star dell’NBA Chris Paul. Nel caso di Jon Rahm, questi aveva fatto il vaccino solo di recente. Invece, nel caso degli Yankees, il vaccino era stato somministrato con anticipo. A maggio, almeno nove giocatori, allenatori e membri dello staff degli Yankees erano risultati positivi al virus. Tutti erano stati vaccinati a marzo o aprile con il vaccino Johnson & Johnson a dose singola, che è risultato efficace al 66,1% nel proteggere le persone dallo sviluppo di casi moderati e gravi di Covid-19 almeno 28 giorni dopo la vaccinazione.
Jon Rahm, il golfista, dopo aver preso il vaccino Johnson & Johnson nei giorni precedenti il Memorial Tournament, era risultato positivo e dunque preventivamente fermato. Rahm lo scoprì alla fine della prestazione sportiva dal consulente medico del PGA Tour, sulla televisione nazionale, rinunciando così a una vittoria quasi sicura nel torneo e a una borsa di quasi 1,7 milioni di dollari. Due settimane dopo, tuttavia, risultava negativo al test e tornava sull’erba per vincere l’US Open.
Tornando invece in Italia, è di poche ore fa la notizia che lo Spezia Calcio ha comunicato che l’ultimo giro di tamponi effettuati dal gruppo squadra ha evidenziato la positività al Covid-19 di altri due calciatori. I due giocatori si sommano agli otto compagni di squadra risultati positivi l’altro ieri e al giocatore rimasto a Spezia perché positivo prima della partenza per il ritiro. Il Club, dopo aver sospeso l’attività nel pomeriggio di ieri e questa mattina, ha ottenuto dall’Asl di Bolzano l’autorizzazione a svolgere sedute di allenamento individuale già da oggi pomeriggio.
Non son mancati casi di positività anche durante gli ultimi europei di calcio, nonostante i giocatori fossero stati vaccinati.
Al riguardo, il regime a dose vaccinale singola è stato tra i più popolari tra gli atleti perché è più facile da programmare e pianificare in merito a potenziali effetti collaterali che potrebbero ostacolare le prestazioni proprio al momento sbagliato.
Tuttavia, i regimi a due dosi generalmente hanno tassi di efficacia più elevati. Il vaccino a due dosi di Pfizer e BioNTech è risultato efficace al 95% nel prevenire il Covid-19 con sintomi. In un grande studio clinico per Moderna, il vaccino si è dimostrato efficace al 94,1% nel prevenire i casi di Covid-19 con certi sintomi, compresi i casi gravi. (dati Ministero della Salute)
Gli atleti devono dunque “pesare” la programmazione dei vaccini con riferimento ai periodi di maggiore sforzo atletico e/o concomitanza con le più importanti manifestazioni sportive o opportunità di selezione olimpica, come accaduto di recente.
La vicenda fa sorgere una serie di quesiti, anche tra gli amatori e i dilettanti, destinati a far emergere opinioni divergenti e contrastanti.
Ad esempio, dopo quanto tempo ci si può allenare se si è ricevuto il vaccino?
Attualmente, nessun organo ufficiale o Paese specifico ha diramato linee guida che mettano in guardia contro l’esercizio post vaccinazione, e non ci sono nemmeno studi clinici delle case produttrici dei diversi vaccini in merito.
Non esiste, quindi, alcuna indicazione sul fatto che allenarsi dopo essere stati vaccinati possa rendere più o meno probabile l’insorgere di effetti collaterali, sia che si tratti della prima o della seconda dose.
Sembra, quindi che, se ci si sente bene non ci sia alcun problema a esercitarsi, né vi siano differenze tra farlo subito o il giorno successivo o la settimana seguente.
Fare esercizio fisico aiuta la risposta immunitaria?
Il Ministero della salute sollecita a non rinunciare all’esercizio fisico nemmeno in questa fase, perché lo sport stimolerebbe la risposta del sistema immunitario. Mantenere uno stile di vita attivo è una buona pratica consigliata a tutti, soprattutto alle persone più anziane, il cui sistema immunitario è più debole rispetto ai giovani.
In tal senso, sono molti gli studi che hanno dimostrato che il momento più indicato per fare attività fisica sia qualche ora prima dell’inoculazione, proprio perché lo sforzo migliorerebbe la risposta immunitaria. Farlo dopo essersi vaccinati, invece, aiuterebbe a contrastare l’iniziale sensazione di spossatezza che sopraggiunge in molti casi.
Quali sono le eventuali influenze dell’allenamento sull’efficacia del vaccino?
Detto che non esistono legami di causa-effetto tra lo sport e gli effetti collaterali del vaccino anti Covid-19, resta da capire se sottoporre il fisico a uno stress come quello dato da un allenamento possa inficiare, o anche solo indebolire, l’effetto del vaccino stesso.
Anche in questo caso siamo in presenza di buone notizie perché non essendoci dati che lo suggeriscano, non c’è motivo di credere che dedicarsi al proprio abituale allenamento possa compromettere la buona riuscita della vaccinazione.
Avvocato Alessandro Numini
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