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Pasqua, torna il famoso dibattito a tavola: agnello sì o no? Ecco cosa pensano gli italiani

ITALIA – Anche quest’anno, come ormai da tradizione, è arrivata la Pasqua e insieme a essa uno tra i dibattiti più famosi di sempre: agnello sì o agnello no?

Si tratta di uno dei piatti più ricercati in Italia in occasione di queste feste. L’agnello, secondo la religione cristiana simbolo di sacrificio, può essere cucinato in un’infinità di maniere diverse ma quel che è certo è che a tavola non deve mai mancare a Pasqua e Pasquetta.

Peraltro, oltre al classico piatto, c’è chi decide di realizzare gli agnelli anche in pasta reale prediligendo in tal modo la versione dolce. Dunque cotto al forno, fritto, zuccherato e chi più ne ha più ne metta: gli italiani mangeranno quest’anno l’agnello? Se sì, come lo cucineranno? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro, via al dibattito.

Agnello sì o agnello no? Il dibattito

Abbiamo rivolto la stessa domanda ai membri di due gruppi Facebook italiani abbastanza numerosi e il risultato è stato sorprendente. In molti hanno commentato schierandosi a favore o contro la consumazione dell’agnello. Decine e decine di persone hanno affermato di non mangiare l’agnello, mentre qualcuno ha raccontato di aver smesso.

Ci sono coloro che si rifiutano per una questione morale, sono vegetariani o hanno problemi alimentari, ma c’è anche chi non lo cucina poiché non ha abbastanza tempo a causa di impegni lavorativi o non si ritiene in grado di saperlo preparare, come Licia che racconta: “Se mi trovo da parenti o amici che lo sanno preparare lo apprezzo molto”. In molti, tra l’altro, commentano facendo una riflessione: “Se è una questione morale allora non si dovrebbe mangiare nessun animale”. A ciò Enza aggiunge: “Continuate a sacrificare agnellini innocenti, cucinateli come desiderate, sono bocconi prelibati, io non mi accosterò alla mensa per cibarmene”, – a cui si oppongono altri come Irma che evidenzia: “Mio marito proviene da una famiglia di pastori, la macellazione degli agnelli e maialetti è una necessità lavorativa. Non sono crudeli, uccidere gli animali o farli soffrire senza scopo lo è, e i pastori questo non lo fanno, hanno molto rispetto per la vita animale”.

Dunque, sebbene tra le 152 risposte sembra vincere il “no”, c’è chi rimane fedele alle tradizioni come Daniel che scrive: “Io anche due ne mangio, uno a Pasqua e uno a Pasquetta”. Non manca nemmeno l’ironia: “Io lo mangio tutto l’anno per non fare torto a nessuno”. Anche tra i fautori di questo piatto qualcuno si lascia andare a una riflessione come nel caso di Chiara: “Io lo mangio, come mangio il resto della carne. Perché maiale, pollo, vitello, coniglio sì e agnello no?”.

C’è addirittura chi racconta come lo prepara. Anna: “Alla cacciatora o romana. Olio, aglio, rosmarino, sale, pepe. Rosolare bene, sfumato con vino e coperto. Cuocere 30 minuti e 5 minuti prima di spegnere una spruzzata di aceto di vino bianco. Lasciar evaporare scoperto e servite. Lo puoi anche cuocere in forno 40 minuti con le patate. Prima di sfornare spruzzatina di aceto e lasciarlo in forno altri 5 minuti”. C’è chi, invece, rispetto alla carne predilige il pesce come Valentina: “Non cucino l’agnello perché non mi piace. Noi a Pasqua mangiamo pesce”.

Come si può notare, anche quest’anno la popolazione risulta divisa tra chi cucinerà l’agnello senza problemi e chi invece per varie ragioni ne farà a meno. Quindi agnello sì o agnello no?

Fonte foto: Pixabay.com

Chiara Gangemi

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Chiara Gangemi
Tag: Agnello Dibattito Dolce Evidenza Fritto Ironia Italia Pasqua Pasquetta piatti Questione morale Riflessione Sacrificio Tradizioni

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