Un doppio errore che è costato anni di paura e timori alla donna 47enne convinta di essere malata di cancro al seno. I medici le avevano asportato la mammella, ma la donna, sommersa dai dubbi, ha chiesto aiuto agli avvocati e ha scoperto la cruda verità: non aveva mai sofferto di quella malattia mortale.
Secondo quanto riportato dal Gazettino, tutto ebbe inizio nel 2007: il primo errore sarebbe stato commesso dal laboratorio di analisi, che esaminando i tessuti prelevati attraverso un’agobiopsia avrebbe riscontrato il sospetto di un tumore; il secondo dai sanitari dell’ospedale locale di Chioggia (Venezia), che avrebbero deciso di intervenire senza ulteriori accertamenti con l’asportazione totale della mammella. Qualcosa però non andava: non gli era stata prescritta nessuna radioterapia, al contrario degli altri pazienti.
La donna decise così di rivolgersi ad uno studio legale, che mostrando gli esiti degli esami ad un medico di fiducia ha comunicato alla cliente dell’errore, dando inizio alla lotta legale che è durata ben cinque anni, tra sofferenza e paure.
Secondo quanto scritto nella sentenza, i medici dell’ospedale di Chioggia avrebbero commesso l‘errore diagnostico nell’interpretare le analisi svolte sulla paziente dopo il primo intervento. Inoltre, la donna non era stata neanche avvisata dell’esito negativo della analisi che mostravano solo un sospetto tumore.
Il tribunale civile di Venezia ha così emesso una sentenza di condanna nei confronti del laboratorio di analisi e dell’Ulss 14 di Chioggia, responsabili, secondo l’accusa, di aver diagnosticato un inesistente tumore al seno alla paziente e di averlo rimosso tramite mastectomia. La donna, dopo cinque anni, ha vinto la battaglia legale, abbattendo ogni dubbio.
Al momento è stato stabilito un risarcimento equivalente alla percentuale di errore addebitata all’ospedale. Tuttavia i legali della 47enne hanno deciso di andare fino in fondo e chiederanno che siano riconosciuti il danno complessivo, che si aggirerebbe intorno al 23-25% di invalidità permanente. La questione verrà discussa in sede d’Appello.