Neonata lasciata morire di fame in casa: indagati madre e familiari

Neonata lasciata morire di fame in casa: indagati madre e familiari

ITALIA – La triste vicenda della piccola Giulia, nata prematura e morta per l’abbandono da parte dei suoi familiari, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. La bambina avrebbe avuto bisogno di cure immediate, ma invece è stata lasciata a se stessa per sei giorni, fino alla sua morte.

La madre della piccola non si era sottoposta a controlli ginecologici durante la gravidanza e non aveva ricevuto alcuna terapia per aiutare la bambina a sopravvivere. La nascita è avvenuta in casa, senza l’assistenza di un medico, e la neonata è stata abbandonata subito dopo il taglio del cordone ombelicale.

Solo dopo sei giorni, i nonni materni hanno chiamato i soccorsi, ma purtroppo era troppo tardi per salvare la vita della piccola Giulia, che probabilmente è morta di fame.

La madre, la sorella, i nonni e i genitori della donna sono stati tutti indagati per abbandono di minore con conseguente morte.

La storia di Giulia è solo l’ultimo, tragico caso di una serie di episodi che, purtroppo, hanno avuto come vittime neonati e bambini in tenera età.

Uno dei casi più noti è quello di Serena Mollicone, la neonata trovata morta nel 1994 nel bosco di Macchia della Gatta, in provincia di Avellino. La bambina, nata prematura, era stata abbandonata in un sacco di plastica. Le indagini non sono mai riuscite a identificare la madre, ma grazie alle analisi del DNA si è potuto risalire alla sua origine sannita.

Nel 2013 è stata trovata morta in casa sua, a Messina, la piccola Martina Rossi, di soli 3 anni. La bambina era stata abbandonata dal padre, che viveva in stato di degrado e alcolismo, mentre la madre si era trasferita in Lombardia. Martina è morta di stenti e di fame, ma il padre ha continuato a vivere accanto al cadavere per giorni prima di allertare le autorità.

Nel 2014 è stato rinvenuto il corpo senza vita di un neonato nel portabagagli di un’auto a Tolentino, in provincia di Macerata. Il padre, un 26enne romeno, aveva nascosto il cadavere per paura di essere scoperto dalle autorità. Il neonato, nato prematuro e privo di vita, sarebbe stato ucciso dal padre, che aveva cercato di mascherare la morte della piccola fingendo di essere lui stesso il padre.

Nel 2017 una coppia di coniugi è stata arrestata a Matera per aver abbandonato il proprio neonato di appena 5 giorni in un cassonetto dell’immondizia. La coppia aveva addotto come motivazione il fatto di non avere le risorse economiche per poterlo allevare. Il neonato, per fortuna, è stato salvato in tempo e affidato alle cure di una struttura sanitaria.

In tutti questi casi, il comune denominatore è l’abbandono e la mancanza di assistenza medica e sociale per i neonati e i bambini in tenera età. Spesso i genitori, per motivi economici o sociali, decidono di abbandonare i propri figli o di negare loro le cure necessarie per la sopravvivenza. In alcuni casi, come quello della piccola Giulia, si tratta addirittura di un abbandono alla nascita.

È importante che la società e le istituzioni si mobilitino per prevenire questi episodi e per offrire assistenza e supporto ai genitori in difficoltà.

È altrettanto importante che vengano individuati e puniti i responsabili di questi atti disumani, per garantire giustizia alle vittime e per scoraggiare simili comportamenti in futuro. La vita di un neonato o di un bambino in tenera età è preziosa e va protetta a ogni costo.