Il tesoro dei proverbi siciliani: una finestra sulla saggezza antica e attuale – QUARTA PARTE

Il tesoro dei proverbi siciliani: una finestra sulla saggezza antica e attuale – QUARTA PARTE

ITALIA – Nella quarta parte della nostra rubrica, ci concentriamo sui proverbi che riguardano la natura e che rappresentano una categoria molto diffusa nella cultura popolare siciliana. Essi si concentrano su vari aspetti legati alla natura, compresi il clima, gli animali, le piante e i paesaggi. Questi proverbi offrono una visione del rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale che lo circonda, e spesso contengono preziosi insegnamenti sulla vita e sulla convivenza con la natura.

La Sicilia, con la sua ricca biodiversità e la sua natura rigogliosa, rappresenta una fonte d’ispirazione per molte di queste espressioni popolari, che rappresentano un patrimonio culturale e linguistico di grande valore. Questi proverbi sono spesso tramandati di generazione in generazione e rappresentano una testimonianza della saggezza e dell’esperienza del popolo siciliano. Oggi ci concentreremo sui proverbi dedicati al clima e agli animali.

Proverbi dedicati al clima

Firri, friddi e caccia un giardinu a la viarina” – (Caldo, freddo e vento, fa un giardino alla finestra). Il proverbio può essere interpretato in diversi modi, ma in generale si riferisce alla necessità di perseverare e lavorare sodo nonostante le difficoltà e le avversità della vita. La parola “firri” si riferisce alla fatica e alla sudorazione, mentre “friddi” indica il freddo e le avversità atmosferiche. “Caccia un giardinu a la viarina” significa letteralmente “cerca un giardino sulla strada”, ma in questo caso si riferisce al fatto che, nonostante le difficoltà, bisogna continuare a cercare il successo e la felicità. In sintesi, il proverbio suggerisce che, anche se la vita può essere dura e difficile, bisogna continuare a lottare e a perseverare, cercando sempre di trovare un modo per migliorare la propria situazione. Ciò richiede dedizione, impegno e perseveranza, ma alla fine può portare a grandi risultati.

 

Vidi nivuru di marzu, agghia passari marzu” – (Se vedi la neve a marzo, dovrai passare marzo). Il proverbio significa che anche quando si attraversano momenti difficili e si incontrano ostacoli, bisogna avere pazienza e perseveranza, perché alla fine tutto passerà e le cose miglioreranno. La frase “vidi nivuru di marzu” si riferisce alla vista della neve in marzo, che rappresenta un evento insolito e imprevisto, che può causare problemi e disagi. “Agghia passari marzu” significa “marzo passerà“, indicando che anche se le cose sembrano difficili in quel momento, alla fine il mese finirà e le cose miglioreranno. In sintesi, il proverbio suggerisce che, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che si possono incontrare nella vita, è importante mantenere la calma, avere pazienza e perseveranza. Anche quando le cose sembrano impossibili o insormontabili, bisogna credere che alla fine tutto andrà per il meglio. Ciò richiede anche di essere flessibili e adattabili ai cambiamenti, in modo da poter superare le difficoltà con successo.

 

Acqua di marzu e l’acchianata d’aprili fannu li cchiazza ri maju” – (L’acqua di marzo e l’acchianata di aprile fanno i campi di maggio). Il proverbio si riferisce all’influenza del clima e delle condizioni meteorologiche sul raccolto dei piselli e delle fave, che sono considerati prodotti tipici della primavera in Sicilia. La frase “acqua di marzu” si riferisce alle piogge del mese di marzo, che possono fornire l’umidità necessaria per far germogliare i semi dei piselli e delle fave. “L’acchianata d’aprili” si riferisce invece alla semina delle piante, che solitamente avviene ad aprile.

Il proverbio suggerisce che la combinazione di queste due condizioni climatiche – le piogge di marzo e la semina ad aprile – è essenziale per la buona riuscita del raccolto dei piselli e delle fave. In particolare, se le piogge di marzo sono sufficienti e la semina avviene al momento giusto, i piselli e le fave potrebbero crescere rapidamente e in modo robusto, producendo una raccolta abbondante nel mese di maggio. In sintesi, il proverbio indica che l’agricoltura è fortemente influenzata dalle condizioni meteorologiche e dal momento della semina. La combinazione giusta di queste condizioni può garantire un raccolto abbondante e di qualità. Questo principio può essere applicato anche alla vita di tutti i giorni, suggerendo che l’attenzione ai dettagli e la cura nei preparativi possono portare a grandi risultati in futuro.

 

Favara marzula, pianta ri pisci spula” – (Marzo piovoso, pianta di pesce spada). Il proverbio si riferisce al clima della città di Favara, in Sicilia, durante il mese di marzo. La parola “marzula” significa marzo, mentre “pianta ri pisci spula” si riferisce a una pianta particolare che cresce nella zona e che è associata alla presenza di pesci. L’interpretazione del proverbio suggerisce che il clima di Favara durante il mese di marzo sia favorevole alla crescita di questa pianta, che, a sua volta, indica la presenza di pesci nella zona.

Ciò potrebbe indicare che il clima di Favara in marzo sia particolarmente mite e umido, il che potrebbe essere un fattore importante per la presenza di pesci. Il proverbio suggerisce anche un legame stretto tra il clima e la flora e fauna locali, e sottolinea l’importanza di comprendere e rispettare l’ambiente naturale in cui viviamo. Inoltre, il proverbio invita a cogliere le opportunità offerte dalla natura e a utilizzarle saggiamente per il nostro benessere e per quello dell’ambiente circostante.

 

Quannu l’estati addumania, l’addumania bona, quannu l’addumania allarga, ‘ntisi un po’ di friddu” – (Quando l’estate si avvicina gradualmente, è una buona avvicinata, quando l’avvicinata si allunga, si sente un po’ di freddo). Il proverbio si riferisce alle variazioni di temperatura durante l’estate in Sicilia. La parola “addumania” si riferisce al calore opprimente che si avverte durante le giornate estive, specialmente in zone come la Sicilia che hanno un clima mediterraneo. Il proverbio suggerisce che, se l’addumania arriva gradualmente e in modo costante, il caldo sarà più sopportabile e “buono”. Tuttavia, se l’addumania arriva improvvisamente e si diffonde rapidamente, la temperatura può diventare insopportabile e si può avvertire un po’ di frescura.

In altre parole, il proverbio indica che è meglio avere un aumento graduale della temperatura durante l’estate, piuttosto che un aumento improvviso e troppo intenso. Ciò suggerisce che la gradualità e la moderazione sono importanti non solo per la salute fisica, ma anche per la stabilità e il benessere mentale. Inoltre, il proverbio riflette l’importanza dell’adattamento alle condizioni ambientali e della capacità di affrontare le sfide che la natura può presentare. Ciò richiede di essere flessibili e di adattarsi ai cambiamenti, piuttosto che resistere o lamentarsi. In sostanza, il proverbio suggerisce che, in ogni situazione, la moderazione, l’adattabilità e la flessibilità sono le chiavi per affrontare le sfide e vivere una vita equilibrata e soddisfacente.

 

Proverbi dedicati agli animali

A nesci ri pisci, unni ci statti ci vasu” – (Al naso del pesce, dove ci stai ci vai). Questo proverbio suggerisce che ogni individuo è attratto dalla propria zona di comfort o dalle proprie abitudini, come un pesce che nuota nell’acqua in cui è nato. Si riferisce al concetto di adattamento alle circostanze. La parola “nesci” si riferisce ai piccoli pesci, che sono noti per la loro capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dell’ambiente. Il proverbio suggerisce che, come i pesci, è importante essere in grado di adattarsi alle circostanze in cui ci si trova.

In particolare, il proverbio indica che, quando si è in una situazione, è importante adattarsi a quella situazione piuttosto che cercare di cambiare le cose in modo drastico o cercare di adattare la situazione a sé stessi. In altre parole, il proverbio suggerisce che è importante avere una certa flessibilità e adattabilità quando si affrontano situazioni difficili o impreviste. Il proverbio può essere applicato in molte situazioni della vita, come ad esempio in un nuovo ambiente di lavoro o in una nuova casa. Indica che, anziché cercare di cambiare tutto per soddisfare i propri desideri, è meglio adattarsi gradualmente alle nuove circostanze e cercare di farle funzionare per se stessi. In sintesi, il proverbio suggerisce che la flessibilità e l’adattamento sono importanti nella vita, e che essere come i piccoli pesci può aiutare a navigare le acque della vita in modo più efficace.

 

A virdura di lu cucuzziddu, na fattura di li pitturni” – (La verdura del cocomero, una tentazione per i pettirossi). Questo proverbio fa riferimento al fatto che anche le cose apparentemente meno attraenti possono avere un valore per qualcun altro. Si riferisce alla bellezza dell’arte e alla sua capacità di trovare l’ispirazione nella natura. La parola “virdura” si riferisce alla pianta del cucuzzolo, mentre “pitturni” si riferisce ai pittori. Il proverbio suggerisce che anche da un oggetto semplice come un cucuzzolo, i pittori possono trovare l’ispirazione per creare opere d’arte meravigliose.

Il cucuzzolo, infatti, può avere una forma interessante e particolare, con venature, colori e sfumature che possono ispirare i pittori nella creazione delle loro opere d’arte. Il proverbio invita quindi a cercare l’ispirazione nella natura, nei suoi colori, nelle sue forme e nella sua bellezza. In sintesi, il proverbio suggerisce che l’arte può trovare l’ispirazione ovunque, anche in oggetti semplici come il cucuzzolo. Invita a guardare la natura con occhi nuovi e a trovare la bellezza in ciò che ci circonda, cercando sempre nuove fonti di ispirazione per la creazione di opere d’arte meravigliose.

 

La llapa di lu porcu, mancia e bivi cchiù ca lu porcu” – (La pelle del maiale, mangia e bevi più del maiale stesso). Questo proverbio indica che, talvolta, le cose meno ovvie possono avere un valore inaspettato e che bisogna saper cogliere le opportunità che si presentano. Il proverbio, infatti, si riferisce al valore della sobrietà e alla moderazione nel mangiare e bere. La “llapa” si riferisce al liquido grasso e denso che si trova nei tessuti adiposi del maiale, spesso, utilizzato per cucinare e condire i piatti. Il proverbio suggerisce che, anche, se il sapore del llapa può essere allettante, è importante mangiarlo e berlo con moderazione, poiché un’eccessiva quantità di cibo e di alcolici può essere dannosa per la salute.

Inoltre, il proverbio mette in guardia contro l’avidità e l’ingordigia, suggerendo che è importante essere grati per ciò che si ha e non cercare di eccedere nella ricerca del piacere culinario o dell’ebbrezza. La sobrietà e la moderazione, secondo il proverbio, sono le chiavi per una vita sana e felice. In sintesi, il proverbio “La llapa di lu porcu, mancia e bivi cchiù ca lu porcu” sottolinea l’importanza della sobrietà e della moderazione nel mangiare e bere, e mette in guardia contro l’avidità e l’ingordigia.

 

Cu l’arma nni manu, la munnezza è unni voli” – (Con l’arma in mano, la mosca vola dove vuole). Questo proverbio indica che chi ha il potere o la forza può fare quello che vuole, anche se ciò significa interferire con gli altri. Il proverbio significa che quando si possiede un’arma, si ha il potere di decidere il destino degli altri, ma questo potere può essere utilizzato anche in modo negativo. La parola “arma” si riferisce a qualsiasi tipo di arma, sia essa un’arma da fuoco, un coltello o qualsiasi altro oggetto utilizzabile come arma. La parola “munnezza” significa spazzatura, rifiuti o scarti. La spazzatura o i rifiuti, rappresentano in questo caso le conseguenze negative delle azioni che si possono compiere con un’arma in mano.

Il proverbio invita quindi a usare il potere in modo saggio e responsabile, evitando di cadere nella tentazione di fare del male agli altri. Sottolinea l’importanza di valutare con attenzione le conseguenze delle proprie azioni e di usare il proprio potere in modo costruttivo e positivo, evitando di causare danni a se stessi e agli altri. In sintesi, suggerisce che il possesso di un’arma porta con sé una grande responsabilità e invita a usare il proprio potere in modo saggio e responsabile, evitando di causare danni o di fare del male agli altri.

 

Cu la panza nni l’acqua, non è lu tuppunaru di l’acchi” – (Con la pancia nell’acqua, non sei il padrone del fiume). Questo proverbio suggerisce che non bisogna sopravvalutare il proprio potere o la propria autorità, in quanto si è sempre sotto l’influenza di forze più grandi. Si riferisce alla necessità di avere l’esperienza diretta di una situazione per poterla comprendere appieno e gestirla con successo. Letteralmente, il proverbio significa “chi ha la pancia nell’acqua, non è il tuffatore dell’acqua”. In altre parole, una persona che non si è mai trovata nella situazione in cui deve immergersi nell’acqua per fare qualcosa, non può capire pienamente i rischi e le sfide che tale situazione comporta.

L’interpretazione del proverbio suggerisce che solo attraverso l’esperienza diretta è possibile acquisire la conoscenza necessaria per gestire una situazione con successo. Non basta avere solo una conoscenza teorica o una comprensione superficiale di una situazione per poterla affrontare in modo efficace. Inoltre, sottolinea l’importanza dell’umiltà e della consapevolezza dei propri limiti. Non si dovrebbe mai presumere di sapere tutto o di essere in grado di gestire ogni situazione, ma, piuttosto, bisognerebbe riconoscere l’importanza dell’esperienza e dell’apprendimento costante. In sintesi, il proverbio sottolinea l’importanza dell’esperienza diretta e della conoscenza pratica per gestire efficacemente una situazione, e mette in guardia contro l’arroganza e la presunzione.