Gestione lockdown, documenti desecretati e Conte “smentito”: il Comitato non aveva suggerito chiusura per tutta l’Italia

Gestione lockdown, documenti desecretati e Conte “smentito”: il Comitato non aveva suggerito chiusura per tutta l’Italia

Si accende la polemica sulla gestione del lockdown in Italia, a partire dal mese di marzo. Si sta facendo luce su una questione rilevante. Lo scorso 7 marzo, tramite un documento riservato, è arrivata l’analisi della situazione epidemiologica al ministro della Salute Roberto Speranza, inviata dal Comitato tecnico scientifico.

Quest’ultimo avrebbe esplicitamente chiesto di trattare le misure di contenimento suddividendole in due livelli: “Uno nei territori in cui si è osservata maggiore diffusione del virus, l’altro sul territorio nazionale”. Tuttavia, soltanto due giorni dopo, esattamente il 9 marzo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dichiarato l’estensione delle misure restrittive su tutto il territorio nazionale, andando dunque in contrasto con quanto suggerito dal Cts.

Misure più rigorose erano previste esplicitamente per “Lombardia e nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti”. Si tratta dei verbali di cinque riunioni, desecretati e pubblicati nel sito online della Fondazione Luigi Einaudi. Circa 200 pagine che riguardano le date del 28 febbraio, 1 e 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile.

Immagine di repertorio