ITALIA – Alice Manfrini, 24enne bolognese, è morta pochi giorni fa ma solo ora la notizia si è diffusa. Molti sui social la conoscono attraverso il profilo TikTok perché da quando a febbraio 2021 le era stato diagnosticato un sarcoma di Ewing aveva iniziato a raccontare la sua vita fatta di chemio e radio terapie, di sogni, speranze ma anche momenti bui. “No rain, no flower”, aveva messo come frase simbolo nel profilo che era arrivato a toccare i 40mila follower, “non ci sono fiori senza pioggia”. L’ultimo video risale all’1 novembre, assieme ai suoi amati gatti.
I primi problemi durante il lockdown – Alice Manfrini aveva iniziato a riscontrare problemi durante il lockdown, a giugno 2020 il ginocchio le procurava forti dolori. Dolori che poi sparivano per settimane. I medici la tranquillizzavano ma la volevano sottoporre a controlli più accurati. La Tac col mezzo di contrasto, complice il Covid che aveva rallentato tutte le procedure ospedaliere, l’ha dovuta rinviare diverse volte fino a febbraio 2021. Solo allora si è potuto scoprire il male che la stava divorando: sarcoma di Ewing.
Ma Alice non si dispera e comincia subito con la chemioterapia. Arriva anche il tanto agognato traguardo personale, la laurea in economia. E poi ancora esami, sei operazioni, radioterapie. Il tumore al ginocchio era inarrestabile. Le metastasi continuavano ad avanzare in tutte le ossa.
Il dialogo attraverso i social – Durante uno dei ricoveri Alice Manfrini è dovuta rimanere sola in ospedale perché i protocolli sanitari erano rigidi per via del Covid. Da qui l’idea di usare TikTok e il cellulare per aprire un diario social. In video si è sempre raccontata senza censure. Anche quando il fisico non le dava la forza per farlo.
“Ci sono rimasta male quando mi hanno diagnosticato la malattia – ha detto in una recente intervista – ma quando sei nel mezzo, capisci che è la tua realtà, è la tua vita, sta accadendo, c’è poco da piangere, va affrontata. Sai che le tue giornate iniziano e finiscono con questa consapevolezza. Mi sono immaginata mille mila scenari di quando succederà, se succederà. Che mi diranno ‘sei guarita’ e solo a pensarlo mi viene da piangere. Immagino quel giorno come potrò viverlo“.
Oggi invece sono migliaia le persone che piangono la sua morte. E però ringraziano anche l’aver potuto conoscere, anche solo virtualmente, uno spirito combattivo che non si è mai arreso.
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