Difendersi dall’inquinamento acustico

L’opinione pubblica in genere sottovaluta il delicato tema dell’inquinamento acustico, ritenendolo marginale e affrontandolo con scarso interesse. Esso, infatti, viene considerato meno preoccupante di altre tipologie di inquinamento, come quello idrico o quello atmosferico, su cui invece si concentra la principale attenzione sociale e mediatica. In realtà, l’inquinamento acustico esiste e rappresenta addirittura un fattore capace di influenzare la nostra quotidianità, spingendosi persino a produrre effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita.

Volendo riportare alcuni dati che possano convincere circa la serietà di questo fenomeno, si pensi che l’Agenzia europea per l’ambiente stima che l’esposizione a lungo termine al rumore ambientale causi circa 12.000 morti premature e contribuisca ogni anno a 48.000 nuovi casi di cardiopatie ischemiche in tutta Europa. Si stima inoltre che 22 milioni di persone soffrano di forte fastidio cronico e 6,5 milioni di forti disturbi cronici del sonno. Numeri incredibili ed in costante aumento.

Ciò premesso, cosa è l’inquinamento acustico?

Ebbene, esso può definirsi come l’insieme di tutti gli effetti nocivi che si riflettono sulle persone, sugli animali e sulle attività derivanti dai rumori presenti nell’ambiente circostante. Tali rumori possono essere di varia tipologia: continui o discontinui, costanti o casuali, stazionari o fluttuanti. Anche la fonte dei rumori può essere profondamente differente.

Un primo esempio può essere quello relativo al traffico aereo: quest’ultimo viene causato dai rumori degli aeromobili e interessa soprattutto la zona limitrofa agli aeroporti ove i rumori si fanno maggiormente intensi. Sul punto, con una recentissima sentenza del 14 febbraio 2024, n. 3024, il Tar del Lazio, respingendo il ricorso di una nota compagnia aerea, ha previsto il divieto dei voli dall’aeroporto di Ciampino dopo le 22:00, in linea con il piano “anti-rumore” predisposto dall’Enac. La sentenza è una vittoria per i cittadini dell’aerea sud di Roma che da molti anni ormai si battono per la riduzione dei voli dall’aeroporto in orario serale, contribuendo certamente a migliorare la qualità della vita dei residenti.

Un secondo esempio di inquinamento acustico è quello relativo al traffico veicolare: quello, cioè, causato da mezzi di trasporto dei cittadini e prodotto dai clacson, dal rombo dei motori delle auto, dal rumore dei copertoni sull’asfalto. Anche in questo caso l’ordinamento prevede strumenti di tutela per coloro che possano risultare pregiudicati da questi continui fastidi. Sul tema, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28893/2018 ha confermato la condanna di un gestore autostradale in provincia di Novara al risarcimento in forma specifica nei confronti dei proprietari di una abitazione nei pressi di un tratto autostradale. Secondo i Giudici, infatti, deve “comunque ritenersi prevalente, alla luce di una interpretazione costituzionalmente orientata, il soddisfacimento dell’interesse ad una normale qualità della vita rispetto alle esigenze della produzione”. Il gestore è stato quindi condannato alla costruzione di una barriera antirumore in modo da tutelare la serenità psico-fisica degli abitanti limitrofi, estenuati dal continuo rumore delle automobili.

Tuttavia, l’inquinamento acustico più lamentato, quello che intasa maggiormente le aule dei tribunali è soltanto uno: quello relativo alle immissioni. L’art. 844 del codice civile, tra l’altro, prevede che “il proprietario di un fondo non può impedire […] i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”.

Ma è sempre agevole chiedere tutela e riuscire a capire se i rumori del vicinato possono rientrare nella categoria delle immissioni?  I vicini che suonano il pianoforte durante la notte oppure le solite feste con la musica a tutto volume costituiscono rumori rispetto ai quali poter chiedere tutela?

Anzitutto deve premettersi che queste immissioni devono essere valutate e verificate mediante l’utilizzo di apposite apparecchiature tecniche, in modo da rilevarne in modo esatto il grado di intensità. Ciò posto, è chiaro che l’eventuale superamento di una certa soglia comporta automaticamente l’illiceità del comportamento e si rientra nello schema dell’azione generale di risarcimento danni di cui all’articolo 2043 del codice civile. Peraltro, come ribadito anche dalla giurisprudenza di legittimità con la sentenza n. 21554/2018, anche in caso di assenza di un danno biologico documentato, non sarebbe precluso il risarcimento del danno non patrimoniale conseguente ad immissioni illecite, allorché siano stati lesi il diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane. Si aggiunga inoltre che non è detto che il mancato superamento di tale soglia possa tout court significare che il rumore sia sopportabile.

La Cassazione afferma infatti che se il superamento della soglia di legge costituisce sempre illecito, l’eventuale non superamento di essa non può considerarsi senz’altro lecito, poiché il giudizio sulla loro tollerabilità essere effettuato secondo le particolarità del caso concreto.

Sul punto, gli Ermellini forniscono un quadro chiarissimo, ricordando che “in tema di rumore ambientale, la tollerabilità o meno di un’immissione va valutata caso per caso, dal punto di vista del fondo che la subisce, tenendo conto delle condizioni dei luoghi, e quindi, tra l’altro, della loro concreta destinazione naturalistica ed urbanistica, delle attività normalmente svolte nella zona, del sistema di vita e delle abitudini di chi vi opera. Il limite di tollerabilità delle immissioni non ha, quindi, carattere assoluto essendo, invece, relativo alla situazione ambientale, variabile secondo le caratteristiche della zona e le abitudini degli abitanti, e spetta a giudice di merito accertare in concreto il superamento della normale tollerabilità” (sent. n. 6136/2018).

Insomma, vi trovate a dover convivere quotidianamente con insopportabili fonti di rumore che causano un peggioramento del vostro stile di vita? Niente paura, l’ordinamento fornisce tutti gli strumenti per ottenere tutela e per trovare finalmente pace, con grande giovamento per il proprio benessere psico-fisico.