La pubblicazione di immagini di minori sui social network rappresenta un’area delicata e complessa che riguarda la privacy e la tutela dei giovani. La normativa italiana, in particolare, ha affrontato questa tematica imponendo regole stringenti per proteggere i più giovani nell’ambiente digitale.
In Italia, è stata ribadita la necessità che il consenso di entrambi i genitori sia ottenuto prima di pubblicare immagini di minori di 14 anni sui social media. Viene sottolineata l’importanza di salvaguardare la privacy e la sicurezza dei minori online, specialmente in contesti dove il rischio di esposizione inappropriata è elevato.
Il caso che ha portato a ribadire questa norma riguardava la pubblicazione non autorizzata da parte di un padre di una foto del figlio minore di 14 anni sul proprio profilo social. La madre, contraria alla pubblicazione e preoccupata per le implicazioni sulla privacy del figlio, aveva sollevato la questione, portando alla decisione del Garante per la protezione dei dati personali che con il Provvedimento 13 novembre 2024, n. 681 ha chiarito ed applicato la legge in materia.
Questo intervento del Garante evidenzia come il consenso informato sia essenziale quando si tratta della pubblicazione di immagini di minori su piattaforme accessibili pubblicamente.
La legge italiana, che richiede il consenso di entrambi i genitori per i minori di 14 anni, mira a tutelare la riservatezza dei giovani in un epoca dove le immagini possono essere rapidamente diffuse e diventare virali, portando a possibili abusi o usi impropri.
La pubblicazione di immagini dei figli minori senza il consenso, anche di uno dei due genitori, determina conseguenze anche di natura penale (da sei mesi a tre anni di reclusione), oltre al risarcimento del danno al minore, che viene quantificato in base all’esposizione e alla visibilità.
La normativa di riferimento pone l’Italia come uno dei paesi con un approccio particolarmente cautelativo rispetto alla protezione dei minori online.
Oltre alla richiesta di consenso bilaterale dei genitori, la legge prevede che i minori tra i 14 e i 18 anni abbiano la possibilità di esprimere autonomamente il loro consenso, purché adeguatamente informati delle conseguenze. Questo aspetto rafforza l’importanza di un’educazione digitale robusta che aiuti i giovani a navigare nel mondo online in modo sicuro e informato.
L’azione del Garante non solo ha imposto il rispetto della normativa vigente, ma ha anche mandato un messaggio forte sul ruolo dei genitori e delle autorità nel proteggere i minori dall’esposizione non controllata sui social media. Questo è particolarmente pertinente in un’epoca in cui i confini tra spazio pubblico e privato sono sempre più sfumati a causa della pervasività dei media digitali.
Inoltre, il provvedimento del Garante ha sottolineato l’obbligo di rimozione delle immagini già pubblicate senza il necessario consenso, stabilendo un precedente importante per casi simili in futuro. Questo dimostra come la vigilanza e l’intervento delle Autorità possano giocare un ruolo cruciale nel mantenere l’integrità e la sicurezza dei minori online.
Questa situazione ha anche rivelato l’importanza di un dialogo continuo tra genitori, educatori, autorità legali e tecnologiche per sviluppare strategie che proteggano efficacemente i minori nell’ambiente digitale. Solo attraverso la collaborazione e l’implementazione di politiche chiare e coerenti sarà possibile garantire che i diritti dei minori siano sempre salvaguardati nel vasto e complesso panorama digitale.
Da qui al fenomeno dello sharenting il passo è breve.
Accade spesso che i genitori condividono foto, video e/o altro che riguardano i propri figli, quasi in maniera costante, nelle diverse piattaforme digitali; ciò ha dato origine al c.d. fenomeno dello “sharenting”, neologismo di origine americana, composto da “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità).
La gioia di un momento da condividere, pubblicando l’immagine dei propri figli, è un’emozione comprensibile, ma allo stesso tempo è necessario chiedersi quali siano i rischi nell’eccessiva sovraesposizione online.
Il fenomeno dello sharenting da tempo è all’attenzione del Garante, soprattutto per i rischi che comporta sull’identità digitale del minore e quindi sulla corretta formazione della sua personalità.
La diffusione non condivisa di immagini rischia inoltre di creare tensioni anche importanti nel rapporto tra genitori e figli.
È dunque necessario che i “grandi” siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l’esposizione in rete (tendenzialmente per sempre) delle loro foto, anche in termini di utilizzo di immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi.
Per tale motivo il Garante per la Privacy ha proposto di estendere a questi casi la particolare tutela assicurata sul terreno del cyberbullismo.
È bene riflettere sul fatto che postare foto e video della vita dei minori, magari accompagnati da informazioni come l’indicazione del nome, l’età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire l’immagine e la reputazione online.
Ciò che viene pubblicato online o condiviso nelle chat di messaggistica rischia di non essere più controllabile e ciò vale maggiormente nel caso dei minori.
Quando qualcosa appare su uno schermo, non solo può essere catturato e riutilizzato a nostra insaputa da chiunque per scopi impropri o per attività illecite, ma contiene più informazioni di quanto si possa pensare, come ad esempio i dati di geo-localizzazione.
Occorre chiedersi sempre se i propri figli in futuro potrebbero non essere contenti di ritrovare loro immagini a disposizione di tutti o non essere d’accordo con l’immagine che gli stiamo costruendo.
È bene essere, quindi, consapevoli che stiamo fornendo dettagli sulla loro vita che potrebbero anche influenzare la loro personalità e la loro dimensione relazionale in futuro.
Se proprio si vuole pubblicare immagini dei figli, è importante provare almeno a seguire alcune cautele, come:
- rendere irriconoscibile il viso del minore (ad esempio, utilizzando programmi di grafica per “pixellare” i volti, disponibili anche gratuitamente online);
- coprire semplicemente i volti con una “faccina” emoticon;
- limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network solo alle persone che si conoscono o che sono affidabili e non condividono senza consenso nel caso di invio su programma di messaggistica istantanea;
- evitare la creazione di un account social dedicato al minore;
- leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo fotografie, video, etc.
In ogni caso si raccomanda la massima prudenza prima di procedere alla pubblicazione e/o condivisione di immagini di minori – in primis il consenso di entrambi i genitori – per le imprevedibili conseguenze a cui si può andare incontro, sarà bene, non facendosi sopraffare dall’entusiasmo del momento, consultarsi preventivamente con un professionista del settore per conoscere, in un campo sempre in divenire, le accortezze da adottare sia per la tutela del minore, sia per evitare di incorrere nella sanzioni penali all’uopo previste, oltre che all’eventuale risarcimento dei danni, che può essere quantificato in base all’esposizione e alla visibilità della singola pubblicazione.




