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Consenso informato necessario anche per il Fascicolo sanitario elettronico

Negli ultimi giorni si è scatenato un polverone: alcuni siti hanno riportato l’11 gennaio come termine ultimo per opporsi all’inserimento automatico nei Fascicoli Sanitari Elettronici dei dati relativi alle prestazioni sanitarie fruite dal 20 maggio 2020.

Ma quanto c’è di vero? È possibile trasferire dati sensibili come quelli relativi alla salute senza il consenso dell’interessato?

Andiamo con ordine. Il decreto Rilancio n. 34/2020 all’articolo 11 disponeva l’abrogazione del comma 3 bis dell’art. 12 del decreto legge 179/2012, recante disposizioni in materia di crescita del Paese.

Il comma 3 bis assicurava la prestazione del consenso informato del cittadino prima che i suoi dati venissero trasferiti nel Fascicolo Sanitario Elettronico. In particolare disponeva: “Il FSE può essere alimentato esclusivamente sulla base del consenso libero e informato da parte dell’assistito, il quale può decidere se e quali dati relativi alla propria salute non devono essere inseriti nel fascicolo medesimo”.

La sua abrogazione ha pertanto fatto emergere il dubbio che il consenso informato non sia più necessario per alimentare il FSE. Ma non è così.

Il decreto Rilancio si è infatti limitato a stabilire che dal mese di maggio 2020, per ragioni di celerità e semplificazione, il fascicolo venga alimentato automaticamente con l’indicazione di tutte le prestazioni sanitarie di cui i cittadini fruiscono, senza specificare nulla sulla necessità o meno del consenso informato da parte dei pazienti. Ciò che ha dato vita a dubbi interpretativi.

Dubbi che sono stati acuiti negli ultimi giorni a causa delle informazioni sbagliate veicolate da alcuni siti. C’è chi ha persino ipotizzato un tentativo di predisporre una schedatura sanitaria della popolazione. Ma in questo modo sarebbe violata la privacy e ciò non è consentito dalla legge, che tutela in modo particolare i dati relativi alla salute dei cittadini.

Garante Privacy: serve il consenso anche in caso di inserimento automatico dei dati

A chiarire la questione è intervenuto il Garante della Privacy, con un comunicato dell’11 gennaio. L’alimentazione automatica del FSE, ha spiegato, non prescinde dal consenso informato dell’interessato, che resta necessario. Queste le sue parole: “Anche a seguito di tale alimentazione automatica del FSE, i dati sanitari dei cittadini non saranno accessibili al personale sanitario in assenza di uno specifico consenso del singolo cittadino”.

Per quanto concerne, invece, i dati relativi alle prestazioni sanitarie fruite prima del 20 maggio 2020, il Garante ha precisato che “l’ingresso nel FSE è possibile solo a tre condizioni:

  • avere proceduto a un’idonea campagna nazionale di informazione;
  • avere puntualmente informato i cittadini delle Regioni interessate sulle novità relative all’alimentazione del Fascicolo;
  • avere riconosciuto a questi ultimi, dal momento in cui sono stati informati, un termine non inferiore a 30 giorni per manifestare la propria eventuale opposizione”.

Dunque, nulla quaestio: non si può prescindere dal consenso informato del paziente, neanche laddove si parli di alimentazione automatica del Fascicolo.

Claudia Cassella

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Claudia Cassella
Tag: Decreto Rilancio Fascicolo Fascicolo Elettronico Fascicolo sanitario elettronico Garante Privacy Giustizia Italia

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