CAPRINO VERONESE – La banda di Caprino Veronese è al centro di una polemica dopo aver intonato la canzone “Faccetta nera” di fronte alla sede del Comune al termine della festa di Carnevale.
Un video amatoriale del momento è diventato virale sui social, suscitando reazioni contrastanti tra i cittadini.
Nel video si vede una zona centrale della cittadina pedemontana, di fronte a Villa Carlotti, sede del Municipio, e si sentono suoni di tromba e ritmi di tamburo che intonano la canzone.
La voce in sottofondo: “Bello… con i bambini. Così la imparano. Così si fa“.
Il presidente della banda, Andrea Testi, ha precisato di non essere presente sul posto al momento dell’episodio, ma di aver visto il video.
Ha affermato che se l’episodio è stato causato da qualche membro della banda, si dissociava totalmente da quel gesto.
Queste le sue parole: “Ho comunque visto il video che sta circolando in queste ore. Mi è stato confermato che alcune persone hanno suonato Faccetta nera. Non posso escludere che sia stato qualche componente della nostra banda. Se fosse così, sarei molto rammaricato per quanto accaduto. Ad ogni modo, come banda, ci dissociamo totalmente. La nostra è una realtà culturale musicale, apolitica, con alle spalle decenni di attività. Non c’entriamo con quanto avvenuto dopo il Carnevale“.
Il consigliere comunale dell’opposizione di sinistra, Cristiano Pastorello, ha invece definito l’episodio un gesto grave, specialmente perché commesso da alcuni componenti di un’associazione locale. Ha evidenziato il danno d’immagine causato alla banda, che è un’istituzione attiva sul territorio da 50 anni.
“Il fatto che tutto questo sia avvenuto tra l’altro davanti a Villa Carlotti, sede del Comune, è ancora più grave“, dichiara.
Il video del momento è stato commentato anche da alcuni cittadini presenti in piazza, che hanno registrato l’episodio con i loro telefoni cellulari. i.
L’episodio ha suscitato una serie di reazioni contrastanti sui social, tra chi ha condannato l’uso di una canzone dalle chiare connotazioni razziste e chi invece ha difeso la libertà di espressione.
La questione ha coinvolto anche la politica cittadina, sollevando una serie di interrogativi su come debba essere gestita la cultura popolare in una società sempre più multietnica e multiculturale.