Trapianto di capelli all’estero: è davvero una buona soluzione?

Trapianto di capelli all’estero: è davvero una buona soluzione?

Oggi i trapianti di capelli, più esattamente gli autotrapianti, hanno raggiunto un livello di diffusione ormai massivo, al punto da essere considerati degli interventi di routine.

La possibilità di recuperare una capigliatura folta e piacevole non può che essere un qualcosa di positivo: essa, infatti, non nasce da un mero capriccio estetico, ma è utile per ovviare ad una problematica che può essere vissuta con profondo disagio, al punto da avere risvolti molto negativi sulla qualità della vita.

Con il diffondersi di queste pratiche chirurgiche è esploso, in modo pressoché inevitabile, anche il relativo turismo estetico, ovvero quella tendenza, già riscontrata per interventi di chirurgia estetica di altro tipo, ad affidarsi a cliniche straniere con l’obiettivo di risparmiare.

Per quel che riguarda gli autotrapianti di capelli, la Turchia è uno dei Paesi più gettonati, nonché uno di quelli che più cerca di reperire, tramite strategie di marketing mirate, clienti in Italia e in altre nazioni europee, ma c’è realmente da fidarsi? Un intervento chirurgico come questo eseguito in Turchia o in un altro Paese estero può davvero offrire le dovute garanzie?

In quest’articolo cercheremo di rispondere a questo quesito in maniera obiettiva.

Perché il prezzo è più basso? Le ragioni “positive” e quelle “negative”

Come detto in precedenza, la ragione principale per cui molti italiani scelgono di raggiungere la Turchia per sottoporsi ad un autotrapianto di capelli è la possibilità di risparmiare.

Alla luce di questo, se ci si chiede se questi interventi chirurgici eseguiti all’estero siano o meno affidabili, l’ideale è partire da questa domanda: a cosa è dovuto il prezzo più basso? Facciamo il punto su quelle che sono le ragioni per cui le tariffe delle cliniche straniere sono così competitive.

Da questo punto di vista è possibile distinguere sia delle ragioni “positive” che delle ragioni “negative”, ed è soprattutto a quest’ultime che si deve prestare attenzione.

Un motivo per cui può sembrar del tutto normale il fatto che le tariffe estere siano più basse rispetto a quelle italiane è il differente livello di tassazione: vi sono, in effetti, delle nazioni dove il peso fiscale è minore, ciò consente ai professionisti di praticare prezzi più competitivi.

Questa però, purtroppo, non è la sola ragione, d’altronde la differente imposizione fiscale non potrebbe giustificare un divario spesso molto netto, è dunque evidente che, nella grande maggioranza dei casi, vi sia dell’altro.

Tra le ragioni “negative” alla base dei prezzi così bassi vi sono dei modus operandi piuttosto grossolani, l’effettuazione di procedure meno rigorose rispetto a quelle italiane, anche in termini di igiene, l’adottare metodologie standard senza partire da un’attenta analisi del singolo caso clinico.



Come evidenziato in un approfondimento dedicato al “turismo tricologico” presente nel sito della nota clinica www.clinicbiorigeneral.com, inoltre, all’estero le varie operazioni necessarie per realizzare un autotrapianto vengano effettuate, parzialmente o totalmente, da personale non medico, dunque da meri tecnici, e questo rappresenta un rischio molto importante, sia in termini di sicurezza che di qualità del risultato finale.

Ulteriori aspetti da tenere in considerazione

Oltre a quanto detto circa le cause del prezzi così bassi, viaggiare all’estero per sottoporsi a un trapianto di capelli presenta ulteriori “contro” che non possono essere trascurati.

Anzitutto, la convenienza della tariffa è destinata a ridursi se si considerano anche i costi del viaggio e del soggiorno; tale problema, in realtà, può non essere particolarmente rilevante, dal momento che non mancano le possibilità di cogliere voli e pernottamenti low cost, ma va comunque tenuto in considerazione.

Una criticità ben più seria correlata a questa scelta è individuabile invece nel fatto che, sottoponendosi all’intervento all’estero, diviene ben più complicato sottoporsi a delle visite di controllo nella fase post-operatoria.

I controlli periodici sono importantissimi, anche per verificare come si sta evolvendo quanto è stato realizzato, basti pensare infatti che il risultato di un autotrapianto può dirsi definitivo dopo circa un anno, e quando si sceglie di operarsi all’estero essi divengono, giocoforza, ben difficili da effettuarsi, anzi è frequente che vengano totalmente trascurati.

Bisogna considerare anche che rivolgersi ad una clinica straniera rende molto difficoltoso, per il paziente, tutelarsi legalmente in caso di necessità.

I casi di interventi mal eseguiti, dunque interventi che hanno portato ad un risultato pessimo, o anche all’insorgere di vari tipi di problematiche, purtroppo non mancano, e tutelare i propri diritti di consumatore diventa assai complicato se l’intervento è stato eseguito al di là dei confini nazionali.

Una scelta da ponderare molto bene

Concludendo, dunque, si può sicuramente affermare che andare in Turchia o in un altro Paese straniero per sottoporsi ad un autotrapianto può costituire un rischio, e in generale, quando si parla di medicina e di chirurgia, non è il caso di badare oltremodo al risparmio.

Come detto, l’autotrapianto è un tipo di intervento che richiede lungo tempo per divenire definitivo nel suo risultato, di conseguenza, nelle settimane successive all’operazione, per il paziente è pressoché impossibile potersi dire soddisfatto o meno di quanto realizzato, ciò rende difficile anche soppesare i feedback di chi ha già vissuto tale esperienza.

Ovviamente, ogni clinica dovrebbe essere valutata singolarmente, dunque non è corretto sostenere a priori che tutte le cliniche straniere non siano affidabili, ma come visto vi sono delle criticità oggettive che non possono essere trascurate.