TeleTrade: Le nuove frontiere dell’EdTech ai tempi della pandemia

TeleTrade: Le nuove frontiere dell’EdTech ai tempi della pandemia

Le limitazioni imposte dalla pandemia hanno determinato una decisa rivoluzione in diversi settori strategici; in questi spicca soprattutto l’incremento dell’utilizzo della tecnologia legato al mondo della scuola e dell’istruzione; la maggiore compenetrazione della componente tecnologica nel sistema scolastico ha dato il via ad un nuovo connubio più comunemente conosciuto con la parola “EdTech”.

EdTech, sta per tecnologia educativa o tecnologia dell’educazione; la parola è formata dall’abbreviazione di due parole inglesi: “Ed” che sta per “Education” e “Tech” che sta per “Technology”. In pratica, con la parola “EdTech” si fa riferimento a tutti quei processi che prevedono l’ingresso nelle classi, di qualsiasi ordine e grado, di svariati strumenti informatici, con il fine ultimo di far diventare l’educazione e l’apprendimento qualcosa di più interessante, inclusivo e personalizzato.

 

L’evoluzione tecnologica nel mondo della scuola e dell’apprendimento, ha letteralmente rivoluzionato scuole e metodi di insegnamento. L’EdTech, in pratica, riguarda tutte le modalità in cui la tecnologia agisce qualitativamente e quantitativamente sui processi di apprendimento degli studenti.

Possiamo assumere a paradigma di questa modalità, l’applicazione adattiva dell’apprendimento, le tecnologie di insegnamento immersive come le soluzioni interattive che in genere rientrano nell’ambito della gamification, nonché l’aiuto da remoto per i compiti a casa. L’obiettivo che l’EdTech si pone è in primis quello di migliorare i risultati dell’apprendimento degli studenti tramite nuove esperienze.

 

Inoltre, a dare impulso all’EdTech di entrare nelle classi è la nuova opportunità, data agli studenti, di imparare le stesse nozioni in maniera diversa e individuale. Spesso succede che in una stessa classe alcuni studenti apprendono prima, lasciando altri indietro; questa situazione rendeva il lavoro degli insegnanti molto complesso. Sembrerebbe che il corretto impiego delle nuove tecnologie andrà invece a minimizzare questa problematica, in quanto viene data la possibilità ad ogni insegnante di predisporre e creare dei piani di lezioni personalizzate; in questo modo ogni alunno andrà al proprio passo e, nonostante questo, non si sentirà escluso dal gruppo.

 

Studi più approfonditi sull’EdTech hanno dimostrato che viene notevolmente aumentata la capacità degli studenti di trarre apprendimento, anche a fronte delle differenze di età o di specifiche difficoltà.

Inoltre, più del 90% degli insegnanti ha affermato che la tecnologia dovrebbe restare nelle aule perché l’impatto che sta avendo nell’educazione è molto positivo; a tal riguardo risulta di fondamentale importanza soffermarsi sull’importanza dei benefici che la tecnologia sta apportando al settore dell’educazione:

∙             Maggiore concentrazione degli studenti;

∙             Miglioramento della collaborazione tra insegnanti e studenti;

∙             Preparazione dei giovani al futuro;

∙             Maggiore comunicazione tra gli insegnanti.

 

Come si è sviluppato l’EdTech in Italia e cosa aspettarsi nel 2021

Anche in Italia, l’emergenza sanitaria ha totalmente rivoluzionato il sistema scolastico, andando ad attuare una vera e propria alfabetizzazione digitale, iniziata subito dopo il primo lockdown generale nel periodo marzo/aprile del 2020. Molto probabilmente, da una esigenza di insegnamento momentanea causata dalla chiusura delle scuole, a partire dal 2021 e per i prossimi anni, potrebbe diventare una nuova realtà, o meglio una nuova frontiera per l’insegnamento per ogni ordine e grado di istruzione scolastica. La direzione che si vuole intraprendere è quella di un tipo di insegnamento ibrido, il “blending learning”, che continuerà ad accompagnare la didattica in presenza con diverse attività strumentali digitalizzate, il tutto sempre sotto la supervisione del docente, sottolinea l’analista Finanziario di TeleTrade Giancarlo Della Pietà.

 

Molto probabilmente, si giungerà alla implementazione di altre formule di didattica a distanza sincrone, in quanto quelle fino adesso utilizzate mediante diverse piattaforme come Zoom o Google Meet, non sono abbastanza consone all’utilizzo dell’insegnamento soprattutto per quanto riguarda la gestione di classi numerose; nei prossimi mesi, per ovviare a inconvenienti come classi numerosi e problemi di connettività, sarà messa a punto un’autentica formazione digitale che integra le normali lezioni sincrone con contenuti multimediali condivisibili online.

 

Un altro problema che è stato riscontrato dall’inizio della DAD (Didattica A Distanza), ma tuttora presente, è che sia gli studenti che gli insegnanti devono ancora padroneggiare pienamente il territorio dell’e-learning, ma già in molti ne scorgono i vantaggi. Basti pensare all’accessibilità garantita dalle tante piattaforme digitali e alla possibilità di monitorare i progressi e le carenze del sistema scolastico italiano con la cosiddetta “Learning Analytics”. La didattica “ibrida” potrebbe quindi rinvigorire e ringiovanire il sistema scolastico nazionale; a tal riguardo gli esperti del settore prevedono un futuro roseo per l’EdTech soprattutto perché rientra a pieno regime nella più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento dell’Italia prevista nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (più conosciuto come Recovery Plan).

 

Tuttavia, prima ancora di porre l’accento su una più efficiente riorganizzazione della didattica dovuta alle nuove possibilità che la tecnologia offrirebbe a docenti e studenti, è necessario non dimenticare che quanto accennato potrà realizzarsi solo in uno scenario di maggiore uguaglianza tecnologica su due grandi fronti: quello educativo e quello infrastrutturale.

Dal punto di vista educativo, i singoli istituti procedono ancora a velocità molto diverse, e molte scuole non hanno all’attivo programmi di educazione informatica al passo coi tempi. Istruire gli studenti attraverso la tecnologia in un contesto di analfabetismo tecnologico è un controsenso da cui molte realtà scolastiche al giorno d’oggi non sono purtroppo esenti.

 

Dal punto di vista infrastrutturale, invece, non possiamo dimenticare che moltissime regioni, e persino capoluoghi di provincia, hanno all’attivo una copertura a banda ultra larga che supera a stento il 60% del territorio, per non parlare delle aree meno urbanizzate (sistematicamente ignorate dal libero mercato) e dei contesti familiari in condizioni di indigenza economica. Quindi la sfida del digital divide è ancora la più importante, e affrontarla adeguatamente rappresenta tuttora la differenza che intercorre tra le buone intenzioni sulla carta e l’effettiva fattibilità di un valido ammodernamento del sistema scolastico.

 

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