ITALIA – Si voterà su misure cautelari, legge Severino, liste Csm, separazioni carriere, pareri avvocati su toghe. Bocciato il parere dei cittadini su responsabilità diretta dei magistrati e cannabis.
La Corte Costituzionale, in Camera di consiglio, ha esaminato l’ammissibilità dei quesiti sottoposti al vaglio. La Consulta ne ha ritenuti ammissibili 5 in totale, due invece no.
“Non è mai stato necessario votare. In alcuni casi l’orientamento è stato unanime, in altri prevalente“, spiega il presidente Giuliano Amato.
Si punta a cancellare la Legge Severino ed è stato ritenuto ammissibile il quesito riguardante l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità.
La norma, infatti, prevede la decadenza o l’incandidabilità di chi ha avuto una condanna definitiva per una serie di reati gravi contro la pubblica amministrazione.
Al centro del mirino il regime più rigoroso previsto per gli eletti e gli amministratori locali, eleggibili o dichiarati decaduti anche in caso di condanna in primo grado.
Sì anche al referendum sulla limitazione delle misure cautelari, per circoscrivere i casi in cui si può disporre la custodia cautelare, cioè la detenzione di un indagato o imputato prima della sentenza definitiva.
Nel dettaglio, si può procedere all’arresto nel caso di: rischio di fuga o inquinamento della prova, rischio di commettere un reato di particolare gravità “con uso di armi o altri mezzi di violenza“.
Pm e giudici condividono la stessa carriera e si distinguono solo per funzioni. Il referendum punta a rendere definitiva la scelta, proprio all’inizio della carriera, di una o dell’altra funzioni. Sì, quindi, per votare circa la separazione delle funzioni.
Scatta il sì anche per il quesito sull’eliminazione delle liste di “presentatori” per l’elezione dei togati del Csm.
Riguarda le norme che regolano l’elezione della componente togata nel Consiglio superiore della magistratura. Si chiede la cancellazione dell’obbligo di 25 firme di magistrati per proporre una candidatura.
La nuova proposta di riforma prevede le candidature individuali e cambia la legge elettorale per il Csm.
Ammesso il quesito in merito alle valutazioni sulla professionalità dei magistrati, mirando a consentire la piena partecipazione degli avvocati alle decisioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari regionali.
Gli avvocati potrebbero dunque valutare la professionalità di pm e i giudici. Potrebbero esprimere il loro voto non a titolo personale, ma riportando la valutazione che il consiglio territoriale degli avvocati ha già espresso.
Inammissibile, invece, il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. “Essendo fondamentalmente sempre stata la regola per i magistrati quella della responsabilità indiretta, introdurre quella diretta avrebbe reso il referendum più che abrogativo“, spiega Amato.
Per quanto riguarda la depenalizzazione per coloro che coltivano la cannabis, la Corte ha deciso per la bocciatura e Amato specifica le motivazioni: “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti“.
I proponenti, infatti, avrebbero citato la tabella sbagliata della normativa sulle droghe, dimenticando di inserire quella in cui è inclusa la cannabis.
Rimangono illegali lo spaccio, la fabbricazione, l’estrazione e la raffinazione di stupefacenti. Il quesito puntava anche a eliminare la sospensione della patente come sanzione amministrativa per chi detiene una piccola quantità di cannabis per uso personale, ma si voleva mantenere la sanzione penale per la guida sotto effetto di Thc.
Foto di repertorio
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