Meloni, Schlein, Von der Leyen: l’Europa di non soli uomini

Meloni, Schlein, Von der Leyen: l’Europa di non soli uomini

ITALIA – Tra gli elementi non trascurabili che devono accompagnare l’analisi del voto alle Elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024, c’è l’affermazione di una leadership politica femminile, a Roma e a Bruxelles, sancita anche al termine di questa tornata elettorale.

Giorgia Meloni (presidente Fdi) ed Elly Schlein (segretario PD) sono i volti di un “voto progressista” italiano che in Europa tende a destra, ma da grande fiducia alle donne. Tutto naturalmente commisurato al dato sull’affluenza, fermo al 49,69% in Italia (in Germania è stata di oltre il 60%) e il 38% in Sicilia (in aumento dell’1%), che invita ragionevolmente a considerare una differenza di opinione tra il 50% degli elettori che non hanno espresso la propria preferenza sabato e domenica.

Tuttavia, 31 anni fa, quando il 7 febbraio del 1993 Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Spagna hanno  firmato il Trattato di Maastrich non c’erano donne a sligare il documento. Il Presidente del Parlamento europeo era un uomo, il tedesco Egon Klepsch, l’Italia era rappresentata dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. C’era già stata una donna Presidente del Parlamento Europeo nel 1979, prima di Roberta Metzola, ed era la francese Simone Veil. Oggi l’Italia e l’Europea propongono (e riproporranno) un assetto diverso.



Fermo restando né Meloni né Schlein andranno a Bruxelles, saranno i loro partiti a dettare la strada sulle tematiche ambientali, economiche, sociali partendo da posizioni di chiara maggioranza per l’Italia in Europa. Fratelli d’Italia ha ottenuto il 28,9% di voti (28 seggi), il Partito Democratico il 25,6% (22 seggi) e proponendo come propria candidata forte, poi risultata vincente, un’altra donna: Ilaria Salis. Il risultato nazionale non rispecchia perfettamente la composizione dell’emiciclo di Bruxelles, dove è il Partito Popolare Europeo (di cui per intenderci fa parte Forza Italia e non Fratelli d’Italia) resta primo conquistando 184 seggi (+8), Socialisti e Democratici si confermano al secondo con 139 seggi. I Liberali hanno perso 22 seggi assicurandosene comunque 83, sette in più dei Conservatori europei (di cui fa parte Fratelli d’Italia) che ne guadagna 2, Id fa 58 (+9), Verdi 52 (+19), Sinistra 36 (-1), Non Iscritti 45, neoeletti non affiliati 53. Tanto basterebbe per mantenere in vita la cosiddetta maggioranza Ursula e quindi portare alla rielezione della cristiano democratica Von Der Leyen, quattordicesima Presidente della Commissione Europea  e prima donna nella storia dell’Unione Europea a ricoprire questo ruolo.

E in Sicilia? La notizia non è l’affermazione di una leadership femminile, ma il mantenimento degli equilibri di governo regionaleForza Italia – Noi Moderati è primo partito con il 23,67% di preferenze davanti a Fratelli d’Italia ferma al 20,18%. Il Movimento Cinque Stelle è il terzo con il 16,07%, mentre il Partito Democratico si ferma al 14,37% di voti. Cateno De Luca con la coalizione Libertà scavalca la Lega, con un testa a testa da 114.597 voti (7,68%) contro 111.513 (7,48%). Fi vince con oltre 120mila voti andati ad Edy Tamajo, che ha ottenuto il 6% delle preferenze di tutta la circoscrizione Isole, sostenuto dal premier Renato Schifani. Solo terza Caterina Chinnici, su cui aveva puntato invece Antonio Tajani. Giuseppe Lupo, Pietro Bartolo, Antonio Nicita i più votati nel Partito Democratico, ancora non in grado di sostenere una candidata donna a Bruxelles.