ITALIA – Concentrazione totale sulle elezioni politiche in Italia, vicenda in primo piano su tutto il territorio nazionale e sui media di tutto il mondo che ne stanno facendo notizia d’apertura e fiore all’occhiello di lunedì 26 settembre.
• Con una breaking news sul proprio sito e su Twitter, è la Bbc la prima testata internazionale a dare conto, appena passate le 23, degli exit poll delle legislative in Italia: “Giorgia Meloni di estrema destra si appresta a vincere le elezioni ed è in procinto di diventare la prima donna premier”.
• Il caso dello spagnolo El Paìs, con un’infografica sui risultati in testa alla pagina e il titolo “L’ultradestra vince per la prima volta in Italia”, con una coalizione che “riunisce conservatori, populisti e postfascisti”, pone l’attenzione anche sulla “astensione storica”. L’attenzione è comunque soprattutto per le conseguenze a livello europeo: l’analisi firmata da Silvia Ayuso da Bruxelles afferma che “L’Europa si prepara a contenere lo scontro”, per quanto abbia “messo in chiaro che ha a disposizione gli strumenti per rispondere all’erosione del progetto europeo”.
• Anche il tedesco Der Spiegel, nel commento “Che cosa significa per l’Italia il passaggio a destra”, osserva come per quanto Giorgia Meloni, definita come “estremista di destra”, possa contare su “una maggioranza assoluta, quanto margine di manovra avrà in futuro dipenderà dai suoi alleati”: non solo Salvini ma anche Berlusconi, che per quanto veda una Forza Italia a singola cifra esercita comunque un peso notevole all’interno della coalizione.
• Spostandoci oltreoceano, il New York Times dà notizia dei risultati delle elezioni; soffermandosi tuttavia in particolare sull’alto astensionismo, con percentuali che in Usa sarebbero “normali”, ma vengono giudicate “sbalorditive” per l’Italia.
• Ritornando in Europa, precisamente a Bruxelles, Le Soir riconosce che, per quanto la Meloni “non abbia parlato nel suo programma di uscire dall’Euro né dall’Ue, la sua ascesa al potere potrebbe aprire una zona di turbolenza su diversi dossier: dall’Ucraina, allo Stato di diritto, al Pnrr”. Tra i motivi di inquietudine anche “il passato neofascista di FdI, il nazionalismo, le frequentazioni putiniane di Salvini, e un programma economico giudicato insolvibile”.
• Il francese Le Monde fa una scelta diversa, dando risalto a un’analisi sul ruolo del Terzo polo nel dopo voto: ”I centristi si giocano le prossime mosse”. Il tandem fra Carlo Calenda e Matteo Renzi, spiega il quotidiano francese, potrebbe diventare “centrale” nella formazione di una coalizione dopo il voto del 25 settembre, tramutandosi in un ago della bilancia fra i due poli.
• “La nuova Mussolini?“. È la domanda che si pone il quotidiano turco Daily Sabah nel titolo di un articolo dedicato al voto in Italia in cui si sottolinea che Giorgia Meloni è “pronta a diventare la prima donna” premier in Italia alla guida “potenzialmente” dal governo “più a destra dai tempi del Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini“. Secondo il giornale, la recente evoluzione di Meloni “lascia domande senza risposta sul suo futuro come leader”. Il Daily Sabah ricorda che “da giovane ha elogiato Mussolini, ma ora ha ripudiato queste opinioni e le leggi antisemite”, tuttavia, segue “una politica islamofoba“.
• Sul fronte della politica europea, arriva l’esultanza da parte dei leader ed esponenti di forze vicine a Fratelli d’Italia, a partire dai suoi alleati nella famiglia europea dei conservatori e riformisti. Il premier polacco Mateus Morawiecki, leader di Diritto e giustizia, ha twittato poco dopo la mezzanotte le sue “congratulazioni” dirette a Giorgia Meloni. Santiago Abascal, presidente del partito spagnolo Vox, scrive che Meloni ha “mostrato il cammino per un’Europa orgogliosa, libera e di nazioni sovrane, capace di cooperare per la sicurezza e la prosperità di tutti”.
• “Il populismo finisce sempre in un disastro“, ha avvertito il ministro degli Esteri spagnolo a commento della vittoria di Giorgia Meloni nelle elezioni italiane. “È un momento di incertezza e nei momenti di incertezza, i populismi acquistano sempre importanza e finiscono sempre allo stesso modo: in catastrofe” perché “la loro risposta è sempre la stessa: chiudiamoci in noi stessi e torniamo al passato“, ha detto José Manuel Albarès.
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