Deepfake: quando l’intelligenza artificiale diventa un pericolo

I deepfake sono arrivati in Italia in tempi recenti rispetto alla loro diffusione nel mondo. Il primo caso si registra nel 2017 e la vittima/protagonista del video manipolato fu il padre di Facebook, Mark Zuckerberg.

Da noi, uno dei primi filmati falsi è stato riprodotto in prima serata e la vittima designata fu Matteo Renzi, “ripreso” in atteggiamenti imbarazzanti. Le reazioni sui social sono state numerose, prima che la verità venisse smascherata.

Ma cosa sono i deepfake e quali sono i pericoli della loro diffusione?

Si tratta di video manipolati che, attraverso l’intelligenza artificiale, non solo sfruttano l’immagine ma riescono a riprodurre anche le voci, praticamente identiche alle originali.

Online, secondo il sito Deeptrace.com, i filmati manipolati sono 14mila nel 2019, dato in aumento rispetto al 2018. La maggior parte di questi avrebbero una natura pornografica. Pochi, ancora, i video che hanno come protagonisti i personaggi politici, ma è una tendenza che è in aumento. Un altro dato allarmante è che all’aumentare dei “falsari”, aumentano anche i fruitori di questo tipo tecnologia.

Secondo gli studi elaborati da Deeptrace.com, piattaforma che si occupa di combattere questo tipo di manipolazione, le vittime di questa tendenza sono donne provenienti dal mondo dello spettacolo. Ciò che emerge dai dati è che questa tendenza è in aumento, a causa anche dell’aumento dell’aumento di applicazione, alcune delle quali riescono a riprodurre anche la voce.

I rischi della diffusione di questi falsi sono numerosi, come sostiene la direttrice del servizio di Polizia Postale e Comunicazione. Primo fra tutti, quello di ritrovarsi vittime di truffe informatiche, mettendo in guardia soprattutto le aziende, oggetto spesso di questo tipo di frodi. Inoltre, queste manipolazioni possono essere utilizzare per screditare avversari politici, rendendoli protagonisti inconsapevoli di scene imbarazzanti. Infine, un’altra questione da non sottovalutare, forse la più importante è quella del revange porn, la condivisione di immagino o video “intime”, con l’intento di vendicarsi e di danneggiare la vittima.

Gli studi e i dati emersi fanno preoccupare e pongono l’attenzione sull’importanza di un intervento che si snodi su più livelli: giuridico, tecnologico e culturale, per bloccare la creazione e la diffusione virale di falsità che possono ledere le persone, anche se esposte per i ruoli che rivestono e, il conseguente accanimento contro di esse.