Nuove misure a sostegno di coloro che si trovano in situazioni di povertà, ma anche per combattere lo spreco di cibo. Si parla, infatti, di oltre 230mila tonnellate di cibi invenduti e buttati.
La Legge di Bilancio 2023, entrata in vigore dal primo gennaio 2023, ha previsto un nuovo tipo di aiuto sperimentale, il cosiddetto reddito alimentare.
La misura promette di aiutare almeno 3 milioni di italiani, come ha dichiarato lo stesso Marco Furfaro primo firmatario dell’emendamento nella sua relazione in Commissione Bilancio.
Cos’è il Reddito alimentare 2023
Consiste nell’erogazione di pacchi alimentari – principalmente cibo e bevande – realizzati con i prodotti invenduti dei negozi, che altrimenti verrebbero cestinati.
Con il termine “invenduto” ci si riferisce a tutti quei cibi che i supermercati e altri negozi buttano via ogni giorno in quanto non idonei alla vendita, per esempio a causa delle confezioni rovinate o perché prossimi alla scadenza.
I pacchi potranno essere prenotati mediante un’applicazione per smartphone e ritirati in uno dei centri di distribuzione. I soggetti fragili, i pensionati e i non autosufficienti, invece, riceveranno questo aiuto direttamente a casa.
A chi spetta e come funziona
I beneficiari sono coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta nelle città metropolitane. Il Parlamento ha stabilito che sarà un Decreto attuativo del Ministero del Lavoro a definire quale sarà l’esatta platea dei beneficiari.
Il reddito alimentare diverrà operativo nel corso del 2023 grazie all’ausilio dei soggetti del terzo settore e delle stesse Città metropolitane coinvolte che gestiranno la raccolta e la distribuzione dei beni finanziate dalle risorse statali.
Nel dettaglio:
- il cibo verrà recuperato dai prodotti ancora buoni di qualità ma non venduti dalla grande distruzione di supermercati e ipermercati;
- le scorte alimentari invendute saranno usate, poi, per realizzare pacchi alimentari con beni di prima necessità da destinare ai poveri;
- i pacchi saranno prenotati mediante un’app dagli aventi diritto o saranno consegnati ai rispettivi domicili alle categorie fragili, come anziani e persone non autosufficienti.
Un aiuto “sperimentale”
Come accennato, il reddito alimentare costituisce una sperimentazione contro lo spreco e la povertà alimentare che partirà dalle Città metropolitane, con l’intenzione di essere estesa via via anche alle altre realtà territoriali, come i Comuni più piccoli, in futuro.
Le città metropolitane hanno sostituito le province di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria e Roma Capitale.
A esse si aggiungono le città metropolitane istituite con leggi delle Regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina, Palermo e Sassari.
Tuttavia, al momento non si sa se verranno coinvolte tutte le città metropolitane o meno.
Le risorse disponibili
Sul fronte risorse finanziarie, per avviare questa misura il Parlamento istituisce un Fondo con una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per ciascuno degli anni a decorrere dal 2024.
La misura non è quindi temporanea, ma nasce già come strutturale in quanto operativa pure per gli anni a venire, ma sarà avviata in un primo momento – dal 2023 – in via sperimentale nelle Città metropolitane per poi essere estesa ad altri enti territoriali.