Una delle tradizioni natalizie che sta spopolando negli ultimi anni è quella di addobbare casa con gli gnomettti dalla barba lunga e bianca.
Soprattutto nell’ultimo anno i negozi sono riempiti da questi pupazzetti di lana, presenti in tutte le dimensioni e colori, diventando cosi una vera e propria gnomo-mania.
La parola “gnomo” comparve per la prima volta grazie all’alchimista Paracelso nel 1493, facendo derivare questo nome dalla lingua greca, più precisamente dalla radice gnosis (conoscenza 0 intelligenza).
Paracelso considerava gli gnomi come esseri appartenenti al mondo magico, spiriti della terra e del sottosuolo, che riescono a spostarsi al suo interno con enorme facilità. Sono quindi abitanti del bosco e hanno un legame profondissimo con la natura, che è la loro casa.
Questi piccoli uomini, a volte confusi o scambiati per elfi o nani, dovrebbero possedere un’intelligenza superiore rispetto quella umana, arrivando ad avere persino dei super-poteri come quello di prevedere il futuro, conoscere le proprietà di erbe e metalli.
Famosissimi in tantissime fiabe – come quella dei fratelli Grimm- hanno quasi sempre rappresentato un simbolo benevolo e personalità pronte ad aiutare gli altri.
Vengono rappresentati come degli omini dalla lunga barba bianca, con dei cappelli a forma di cono di svariato colore, un grande naso e una piccolissima statura.
Di solito si è abituati ad associare gli Elfi come i piccoli aiutanti di Babbo Natale. Invece, cosa hanno a che fare gli gnomi con le festività natalizie?
La cosa certa è che il loro utilizzo sia dovuto proprio al carattere benevolo che gli si associa. Il Natale è la festa della bontà, della gentilezza e solidarietà, cosa c’è di meglio se non festeggiarlo con attorno degli ometti che incarnano queste qualità?
Inoltre, sembrerebbe che un loro primo uso durante il Natale risalga al 1836, quando il pittore danese Constantin Hansen tornò a Roma e decorò la sua casa con uno gnomo. Da quel momento in poi pare essersi diffusa questa usanza.
In realtà, tantissime sono le storie e le tradizioni folkloristiche – soprattutto nordiche- che ne narrano la loro esistenza, ma l’ipotesi più valida è quello del loro utilizzo in quanto portatori di valori e magia.
Foto di PixaBay
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