Le donne divorano libri, ma in Sicilia si legge poco: ecco l’identikit del lettore tra Covid-19 e innovazione

Le donne divorano libri, ma in Sicilia si legge poco: ecco l’identikit del lettore tra Covid-19 e innovazione

ITALIA –Un libro è un giardino che puoi custodire in tasca“, recita un antico proverbio orientale che esprime in termini essenziali l’utilità dei libri. Come sempre, i vecchi adagi non sbagliano mai e sanno raccogliere in pochi caratteri il significato della realtà.

‘Caratteri’, abbiamo detto, come quelli ‘mobili’ utilizzati dall’orafo e tipografo Johannes Gutenberg nella sua officina di Magonza, sulla sponda occidentale del fiume Reno, in Germania, durante la stesura in gotico del primo libro della storia.

La Bibbia di Gutenberg

La stampa della famosa Bibbia a 42 linee di Gutenberg, ultimata il 23 febbraio 1455, ha rappresentato una svolta epocale per l’umanità che ha saputo elevarsi da un precedente stato oscurantista e misoneista. Per comprendere ciò, basti pensare soltanto all’età medioevale nella quale è vissuto lo stesso Johannes, quando una semplice innovazione in ambito tecnologico rischiava di essere travisata come un atto eretico a causa della scarsa istruzione.

La scrittura su carta era già ampiamente utilizzata in diverse aree nobili del pianeta come in Egitto (leggasi ‘papiro’) o in Cina, culla primordiale della tecnica di stampa introdotta in Europa dal tedesco. È lapalissiano, a ogni modo, che senza l’intervento del tipografo della bella Mainz la cultura e il sapere del mondo avrebbero conosciuto percorsi differenti.

Quanto leggiamo?

Ma leggere un libro nel 2021 è ancora ‘cool’? La domanda, ironica e irriverente, sottintende un quesito ben più importante: quanto leggiamo? Nel dicembre 2020 il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’università Cattolica di Milano, Carlo Cottarelli ha affermato, in un’intervista su Repubblica, che l’Italia è uno dei Paesi europei in cui si legge meno.

Un’affermazione confutata da una ricerca condotta tra il 2008 e il 2015 da Eurostat che afferma come il tempo medio quotidiano di lettura di un cittadino italiano si attesti sui 5 minuti. Si tratta di uno dei dati più bassi dell’intera Eurozona, se si prende in considerazione che in Estonia, Finlandia e Polonia il tempo medio quotidiano dedicato alla lettura supera di gran lunga i 10 minuti. Scarsa anche la percentuale di lettori abituali, con appena l’8%.

La pandemia aiuta a leggere

In base all’ultimo report “Produzione e lettura di libri in Italiaelaborato dall’Istat e pubblicato nel gennaio dell’anno in corso, nel nostro Paese il rapporto tra cittadini e lettura continua a essere moderatamente tiepido. Nel 2019 soltanto il 40% della popolazione ha letto almeno un libro l’anno, dato in linea con quello degli anni precedenti ma tendenzialmente al ribasso se si considera che nel 2010 a leggere almeno un libro era stato il 46,8%.

Tuttavia, nel corso del 2020, a causa degli effetti legati alla pandemia da Coronavirus, in molti hanno riscoperto il piacere della lettura nonostante le previsioni poco rosee degli editori che stimavano un pesante calo dei fatturati. A leggere, in Italia, sono principalmente i giovani. Nel 2019 il 54,1% della platea è composto prevalentemente da teenager dai 15 ai 17 anni.

Le donne leggono di più

Leggono di più le donne, nel 44,3% dei casi contro il 35,5% degli uomini. La fascia d’età femminile maggiormente impegnata nella lettura è quella compresa tra gli 11 e i 19 anni, con il 60% delle lettrici che ha tenuto almeno un libro tra le mani nel 2019. Le differenze legate all’istruzione e al territorio rimangono ancora degli ostacoli apparentemente insormontabili.

Continua a mantenersi molto alta la quota dei lettori laureati (71,9%) mentre è solo il 25,9% degli italiani con licenza elementare a interessarsi alla lettura. Nel nord Italia a leggere è una persona su due, mentre in Sicilia i lettori si attestano al 25,9% (la media generale nel meridione è del 27,9%).

Pericolo deforestazione

Non si può parlare di libri senza tenere in considerazione la questione deforestazione. Nel 2012 Greenpeace ha sottolineato come per realizzare alcuni libri per bambini siano state impiegate delle fibre di legno duro tropicale provenienti dalle foreste pluviali indonesiane.

Oggi, una strada alternativa al libro cartaceo è rappresentata dagli ebook. Sempre secondo Istat, il 45,3% dei libri viene pubblicato anche in formato digitale, mentre resta ancora bassissima la percentuale di opere realizzate esclusivamente in formato ebook (5,2%).

Tuttavia, anche in questo emerge una differenza tra nord e sud del Paese. La lettura dei libri digitali è più diffusa a settentrione con il 10,5% delle persone interessate, mentre nel mezzogiorno la quota scende al 6%.

Foto di Dariusz Sankowski da Pixabay