Arriva direttamente dalla Corea del Sud il genere che sta facendo breccia nei cuori degli italiani e non solo. Si tratta del K–pop, abbreviazione di Korean pop, in italiano noto come pop coreano. Esisteva già nell’ultimo ventennio del 1800, ma la musica popolare della Repubblica di Corea soltanto ultimamente sta avendo la possibilità di farsi conoscere ed espandersi nel tessuto sociale.
Un genere, segnato da numerose influenze nel corso del tempo, che ha accompagnato la popolazione in importanti periodi storici. Basti pensare che già agli inizi del Novecento i coreani affidavano alla musica le proprie preoccupazioni legate al periodo della dominazione giapponese (1910-1945). Ispirandosi al genere pop americano, i coreani hanno cercato un loro genere che li portasse a evadere dai momenti di tristezza e oppressione vissuti in quel periodo.
La musica in questione assume dei tratti tipici della cultura occidentale soltanto in seguito alla liberazione dall’occupazione giapponese. Più nello specifico, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, in seguito alla Guerra di Corea (1950-1953), si assiste a una diffusione capillare, iniziata in America, delle radio e in seguito dei primi cinema che permettono ai cantanti coreani di esibirsi davanti a un pubblico molto vasto, e non più a una ristretta cerchia, quella dell’esercito.
In tal modo si diffondono le prime band locali e la musica pop diventa un ibrido formato da tre generi: pop occidentale, rock coreano e trot (forma più antica di pop coreano). Successivamente, negli anni Settanta ancora protagonista l’America, si diffonde specie tra i giovani il movimento hippy, basato musicalmente su un pop dai tratti folk. Quest’ultimo, poco più avanti, sfocia nelle cosiddette ballad degli anni Ottanta, dove a emergere è un genere dal ritmo lento e profondo, espressione dei sentimenti come l’amore o la gelosia.
Negli anni Novanta circa, sulla spinta del nazionalismo, si arriva al superamento dei confini includendo in tal modo stili provenienti dall’estero. Questi hanno permesso ai cantanti l’originalità e l’estensione della propria platea, variando tra hip hop, rock, jazz ed electronic dance.
Ma la vera rivoluzione si ha con l’avvento del K–pop moderno, il cui merito va attribuito a giovani artisti emergenti nel settore, come i Seo Taiji and Boys, gruppo musicale sudcoreano nato nel 1992, famoso per essere stato uno dei primi a impiegare nei propri brani il genere rap unito al pop.
È in seguito alla crisi finanziaria coreana (1997-1998) che nasce una vera e propria tendenza pop che punta i riflettori su un pubblico di adolescenti. Da quel momento si è potuto apprezzare un nuovo modo di presentare l’artista e la sua performance, sfoggiando i migliori abiti e curando nei minimi dettagli le esibizioni di canto con i balletti.
Proprio in correlazione a ciò nascono i primi gruppi idol di ragazzi e ragazze, arrivati anche in Giappone. Le prime agenzie di talenti di musica K-pop, SM Entertainment la più famosa, promuovono le boy band e i girl group, destinati a stravolgere positivamente la sfera dell’intrattenimento. Una tendenza arrivata fino ai giorni nostri il cui tratto distintivo, come già accennato prima, consiste nell’esaltazione della bellezza. Probabilmente è grazie ai giovani fan che, dopo gli anni 2000, il fenomeno pop coreano sia approdato in Italia, sebbene con qualche difficoltà.
Nella nazione a forma di stivale il primo vero successo K–pop è rappresentato dal debutto del brano “Gangnam Style“, del produttore PSY. Un fenomeno globale, con oltre un miliardo di visualizzazioni nel 2012, che ha presto ceduto il passo a nuovi volti.
Nell’ultimo periodo se si parla di K-pop non si può non pensare ai famosissimi BTS, noti anche come Bangtan Boys, boy band nata a Seul nel 2013 grazie all’etichetta discografica Big Hit Entertainment. Il gruppo è noto per gli eccellenti risultati, tra cui il raggiungimento del primo posto della classifica Billboard 200 nel 2018 grazie all’album “Love Yourself: Tear“. Successo replicato in seguito con la conquista del primo posto nella Billboard Hot 100 (importante classifica musicale americana) di quest’anno, con il brano “Dynamite“, pubblicato lo scorso agosto. Proprio “Dynamite” a fine mese è riuscita a mantenere, grazie al suo 27esimo posto, una buona posizione nella Classifica Musica Hits Top Ottobre di YouTube, dove ci sono ben 200 brani.
Per quanto concerne invece l’universo femminile spiccano le Blackpink, un gruppo musicale sudcoreano nato a Seul nel 2016, composto da quattro donne, della società YG Entertainment. Strepitoso il successo di Kim Ji-soo, Jennie Kim, Rosé e Lisa classificatesi in quinta posizione nella Billboard Social 50 e tredicesime nella Billboard Hot 100, scalando la vetta grazie al brano “Ice Cream“, pubblicato lo scorso 28 agosto e frutto di una collaborazione con Selena Gomez. Il brano in questione è compreso all’interno dell’ultimo album “The Album“, uscito lo scorso 2 ottobre, dove è presente anche Cardi B. A tal proposito, tipica caratteristica delle band coreane è la collaborazione con altri artisti.
Questo si può considerare soltanto un accenno del vasto successo che tale genere musicale sta riscuotendo anche nel nostro territorio. Il talento, l’esplosione di colori nelle scene, il fascino e il grande stile di questi giovani dai tratti orientali stanno facendo impazzire il mondo. Ma si tratta soltanto di una tendenza del momento o il K–pop, costruendo adesso le basi, potrebbe davvero far parte della famosa ‘musica del futuro‘?
Fonte foto: DNAIndia.com