ITALIA – “La relazione che si instaura con il cliente che vuole farsi tatuare è fondamentale. Innanzitutto, per l’armonia che si crea durante le ore trascorse insieme. Tutte le sensazioni che emergono, le emozioni che lui mi trasmette e quelle che io gli restituisco. Quando i clienti si presentano, di solito non ho mai un disegno predefinito, poiché vengono per farsi tatuare una cosa delle mie. Di conseguenza, nove volte su dieci non realizzo un disegno prima di incontrare il cliente, perché confido molto nel mio istinto“, racconta ai nostri microfoni Stefano Boetti, in arte Stizzo, considerato uno degli artisti del tatuaggio più talentuosi in Italia.
“La cosa più bella – racconta Stizzo – è vedere il cliente che ti guarda incantato mentre stai realizzando un disegno con la matita sulla carta oppure con il pennarello sulla pelle”.
In foto Stefano Stizzo
Dalle parole di Stizzo appare evidente che la realizzazione del tatuaggio presuppone un incontro tra individui e individualità. L’atto pratico dell’incisione esige l’incontro della mano del tatuatore con la pelle del soggetto che desidera imprimere una frase, un disegno o un ricordo in maniera indelebile.
La storia del tatuaggio è molto antica e risale a circa ottocento anni fa. Oggi il tatuaggio oltre alla decorazione del corpo permette anche l’espressione dell’essere.
Nel corso del tempo i tattoo hanno, però, assunto funzioni differenti: identificativi, terapeutici e religiosi. Durante il regime nazista, all’interno del campo di concentramento di Auschwitz, venne dato avvio alla pratica del tatuaggio sistematico sui deportati. Un metodo di identificazione che segnava i prigionieri a vita, come nel caso di Primo Levi.
Giornata della Memoria, A5405: il tattoo per non dimenticare Auschwitz.
Una cosa accomuna il tatuaggio del passato a quello di oggi: il forte e profondo significato che la pratica racchiude.
La realizzazione di un tatuaggio è un momento che merita rispetto essendo carico di significato ed emozioni.
Pensando a tale pratica potrebbe venire in mente la formula di Dirac: (∂ + m) ψ = 0. È l’equazione forse più famosa che significa: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema“. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro anche se distanti chilometri o anni luce. Succede così anche nella pratica del tatuaggio: su chi si è fatto incidere la pelle, rimane qualcosa del tatuatore. Rimangono incise le sensazioni e le emozioni generate dall’incontro tra il tatuatore e il cliente.
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