“La vita intima” di Niccolò Ammaniti

“La vita intima” di Niccolò Ammaniti

Niccolò Ammaniti torna in libreria con il romanzo “La vita intima”, pubblicato per Einaudi Stile Libero. Negli ultimi dieci anni lo scrittore romano ha dato alle stampe una sequela di romanzi che, nel giro di poche settimane, sono diventati dei best seller.

Da “Io non ho paura” a “Io e te“, da “Ti prendo e ti porto via” a “Come Dio comanda“, il nome del vincitore del Premio Strega nel 2007 è entrato nell’Olimpo delle firme prestigiose della letteratura italiana.

Nel suo ottavo romanzo, l’ago della bussola del talento di Ammaniti parcheggia nella storia di una bellissima donna, il suo nome è Maria Cristina Palma, ed è la protagonista della nuova avventura letteraria.

In lei si esprime il capolavoro femminile non comune alle consorelle della stessa umana natura. Moglie, madre, figlia, Maria Cristina è la donna del Presidente del Consiglio in carica, una fede al dito e un certificato di matrimonio ne legittimano onori e oneri.

Da qui in poi, comincia la guida ad occhi chiusi nel circuito a cinque stelle del suo stile di vita. Uscirne illesi sembra un miracolo, ma succede. Fino a quando?

Fascino, bellezza e potere sono tre passe-partout che garantiscono privilegi assaporati in un attico con terrazza panoramica. Maria Cristina è bella, troppo bella per confondersi con la mediocrità contagiosa, tutto questo le causa disagio; uno scontro inevitabile contro il muro del mondo invidioso di vederla in perfetto equilibrio sui tacchi a spillo della vita.

Maria Cristina cade, un brutto giorno precipita dal suo mai più giardino di rose, da adesso l’aspetta un gelido letto di spine.

Con una grazia d’altri tempi, Niccolò Ammaniti costruisce la roccaforte intima di una donna annegata nel mare magnum di paure, il più delle volte affiorate in superficie per colpa di una goccia innocente. In contemplazione davanti allo specchio, Maria Cristina incute timore al riflesso di ritorno. Perché mai, all’improvviso la fragilità si è avvicinata a quel profilo femminile da sogno? A cosa, a chi deve chiedere spiegazioni?

Timorosa di palesarsi, una leggerezza del passato chiede udienza. Spasmi di terrore invadono la terraferma sconvolta da uno ieri impazzito. E sono notti insonni, Maria Cristina riversa sul cuscino tutta l’angoscia cui per troppo tempo il suo cuore è stato costretto a obbedire nelle ore nere.

La sua intimità è stata messa a nudo da un video consegnato agli sguardi indiscreti. Pentirsi non basta. Per sfuggire allo tsunami dei giudizi non le resta che rifugiarsi nel coraggio che non ha. Presto capirà che restare immobile sul trampolino aspettando la fase lunare di buon auspicio non sarebbe valso a nulla. Il tuffo nel mare del cambiamento si prospettava come l’unica via di salvezza.

Non è la prima volta che lo stereotipo di bella e stupida entra in scena nei salotti frequentati da uomini facoltosi in compagnia di bellissime donne, curve sinuose ma cervello sterile. Per molto tempo Maria Cristina è stata una lettura noiosa allo sguardo abituato a fissare morbosamente il primo strato della copertina patinata. L’occhio volgare non ha mai cercato di capire oltre, né avrebbe potuto con quel residuo avanzato di intelletto.

Ammaniti ha scelto di ispirare sentimenti in conflitto con le due identità della stessa, unica protagonista. L’ entrata da diva hollywoodiana nelle prime pagine del romanzo conduce alla rottura del tacco a spillo esasperato dall’ ipocrisia. Sfinita dallo scenario torbido che l’avvolge, Maria Cristina realizza di non poter più aspettare per assistere al raccolto di un giardino arido.

Le domande che per tanto tempo hanno assillato la sua intimità crollano come castelli di sabbia sotto il peso del rinnovato coraggio. La donna decide di depistare i progetti ambiziosi delle paure: la Verità risorgerà, e sarà fiera di aver trattenuto il grido sommerso negli anfratti dell’anima piegata da troppe prove.

I lividi sul cuore racconteranno il lungo travaglio per partorire una nuova donna spogliata dalle insicurezze che (negli anni) si sono accatastate sulla sua pelle profumata.

È durato fin troppo quel sorriso ingannevole, fiorito sulle labbra rosso fuoco sì, eppure segretamente sconvolte. Quanto più il respiro libero sembrava raggiunto, tanto più l’abbattimento delle distanze veniva allontanato, e con esso la fine dell’incubo.

L’ultima Maria Cristina sorprende per la ritrovata identità nascosta tra i nodi esistenziali, la superficialità diffusa a macchia d’olio nella dimensione surreale di una società in maschera.

La paura finisce dove comincia la verità”.

Dopo otto anni, Niccolò Ammaniti torna in libreria con la carezza psicologica di un romanzo rinforzato da una idea innovativa dello scrittore: il racconto viene sospeso per rivolgersi ai suoi “Cari lettori”.

Se me l’avessero detto anni fa, che in futuro avrei fatto una cosa del genere, l’avrei esclusa. È dovuto forse al fatto che non scrivo da tanti anni e quindi sentivo che i lettori aspettavano un nuovo libro e ho pensato a loro, che infatti chiamo cari lettori. Poi ho aggiunto dei pensieri su cose che mi sono successe, che servono ad entrare nella psicologia di una donna apparentemente così lontana“.

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sara