“La Pura Vida” di Gianluca Gotto

“La Pura Vida” di Gianluca Gotto

Dal viaggio al libro. Epilogo consequenziale del percorso di un blogger in giro per il mondo, un nomade digitale collezionista di esperienze che aggiungono vita alla vita.

Mangia, vivi, viaggia” è il nome del blog di Gianluca Gotto, torinese di nascita ma cittadino del mondo dall’età di vent’anni quando, stretto nell’ uniforme di uomo del ventunesimo secolo, decide di partire per il suo altrove. L’Oriente lo ha adottato con tutto il suo valore di spiritualità e filosofie volte ai percorsi di crescita personale.

Se fosse accostato a un granello di sabbia, “La Pura Vida” sarebbe un romanzo più leggero dell’impalpabile cipria sulle spiagge dove il pensiero felice si nutre di onde.

“La Pura Vida” è un quaderno itinerante nel viaggio in Costa Rica tra il 2020 e il 2021. Le pagine sembrano non voler stare ferme, è il fermento della “pura vida” che smuove le anime intrappolate nella quotidianità che opprime e annulla i desideri ammuffiti in un cassetto.

È il travaglio di Alessio, 29 anni, una vita e un lavoro come copywriter in una grande agenzia di comunicazione e marketing di Milano. Le due cose assieme costruiscono un assolo mesto. Il futuro è avvolto in una coperta rosa da tarli divoratori del tempo. Il suo.
Elena è stata solo una meteora di luce che ha fatto risalire in superficie una lente d’ingrandimento sulla palude esistenziale nella quale Alessio è precipitato. Il suo tutto equivale a niente, il baratto con alternative utili a far dileguare il disagio pretende scelte coraggiose, praticamente introvabili.

Eppure Alessio è nella vita, ne fa parte con tutto il peso del suo giovane passato. “Mangia, vive, viaggia”, gli suggerisce lo scrittore mentre tiene salde le fila di un equilibrio precario. Prima di mollare la presa è necessario prendere atto della voragine che sta aspettando il suo lauto pasto. Solo quando ci si ritrova a un metro dal precipizio si ha il coraggio di scegliere. Non un minuto prima. Infine, lo spartiacque opta per la vita. Vera e vissuta. È necessario allontanarsi da quel pantano omologato al ritmo sempre uguale, addirittura un po’ tedioso del tempo gemello a se stesso.

Non è questione di continuare testardamente ad andare avanti, resistere e soffrire, aspettando che tutto cambi. Al contrario, è una questione di tornare indietro“.

Può un biglietto d’aereo annullare sentimenti di rabbia generati dal trauma di rimanere passivi davanti al richiamo frizzante della Terra?
Carta d’imbarco. Il volo dall’altra parte del mondo. Centro America. Affrontare il “qui e ora” con le braccia aperte, diventare calamita dei sogni che non dovranno più aspettare. Oggi è il loro turno e da questo viaggio intorno alle meraviglie della vita nascerà un uomo nuovo ispirato dalla bellezza, dalla passione, puro.

Avevo scoperto la pura vida. Ed ero pronto a portare con me la sua essenza, il suo calore e la sua luce ovunque andassi“.

La “pura vida” lo educherà a non accumulare rimpianti per il giorno del troppo tardi, nel momento in cui ti troverai da solo con il suono beffardo dei “se” in dissolvenza.

La meta è solo la conseguenza di un viaggio, la sottile astuzia della destinazione vale come espediente per lo spostamento del corpo offeso dalla propria essenza incancrenita nel “mai più”.

Ora non c’erano più catene dentro di me. Ero libero, finalmente. Dopo così tanti anni in cui mi ero abituato all’infelicità, adesso mi era tutto chiaro: era questa la vera essenza della Pura Vida“.

Dietro il mantra della “pura vida” si nasconde la prima ora del mattino a contatto con la luce esplosa nel pensiero positivo, quel raggio operoso di sogni scalpitanti nel cuore.

Ovunque andranno, gli uomini provati dalla vita porteranno con sè il peso di uno ieri imbastito con schegge che non hanno mai ucciso, ma che sono state responsabili di un lento svanire nelle opacità della sopravvivenza.

Coloro che relegano la “pura vida” tra le ovvietà connesse al ciclo monotono della notte e del giorno non hanno mai avuto il coraggio di volare in nuovi cieli imparentati con acquerelli d’autore.

L’esistenza nomade di Gianluca Gotto stimola percorsi naturali che hanno come fine ultimo un tetto di serenità. Una vita “ovunque” calma la rabbia del tempo per essere stato cieco e sordo davanti al minuto assiepato con i suoi simili.

Siamo chiamati alla missione di soggiornare il nostro io nella porzione di mondo che più ci somiglia. Si sprecano ore sul divano sempre più a forma di uomo e la vita passa, e la vita corre inciampando nella rete del “mai” imbastita con la paura del rischio, ovvero la sala d’aspetto del cielo nero dell’anima.

sara