Un passo indietro di cinque secoli ci porta nella città dove l’acqua accompagna i canali che nessun calendario ha mai concesso loro la qualifica di strade. La città in ostaggio dell’acqua non sentirà mai il peso della solitudine tipico di un’isola. Altre come lei, altre intorno a lei le fanno da corona per proteggerla da qualsiasi invasore molesto.
“La città d’Acqua è senza età. Venezia e le isole che ha intorno danno l’impressione di essere fuori dal tempo. E forse lo sono. Venata di canali, la città è costruita su pali di legno nella laguna, e la sua immagine e molta della sua squisita architettura sono rimaste immutate per centinaia di anni…
Uno degli splendidi tesori di Venezia è da secoli il vetro di Murano, l’isola dirimpetto. Il vetro è una sostanza assai peculiare, la sabbia con cui è prodotto si fa magicamente traslucida e addirittura trasparente quando viene fusa“.
Dal 17 settembre “La maestra del vetro” si presenta come il nuovo romanzo di Tracy Chevalier, autrice del bestseller “La ragazza con l’orecchino di perla“ diventa protagonista dei territori culturali con una storia ambientata nella Venezia rinascimentale. Come sorelle che si tengono per mano in un girotondo secolare, Murano e le altre isole della laguna veneziana sono laboratorio dell’arte conosciuta e apprezzata in tutti i Paesi del mondo. È vero, quasi sempre una lastra di vetro ha il compito di separare due identità, l’una sconosciuta all’altra. Da quando però le mani artigiane hanno conosciuto il potere di creare bellezza con una fiamma che cesella opere d’arte, la laguna veneta è sempre stata memoria del debutto di un sogno risalente a cinque secoli fa.
Murano, 1486. Orsola Rosso è una bambina di nove anni figlia di mani operose nella lavorazione di un’anonima trasparenza che di lì a poco esulterà in un’opera d’arte senza eguali. Figlia di Lorenzo Rosso, maestro dell’arte regnante nella laguna, Orsola conta pochi anni nel mondo ed è già dotata di un’intelligenza brillante, acuta. Corre tutto il giorno dalla bottega di famiglia alla vetreria dei Barovier, una grande officina in continua espansione data dalla magnificenza di oggetti di ogni forma e colore, tutti nati dall’incontro di particelle di sabbia con il caldo crepitio della fiamma, tutti “cresciuti” tesori preziosi esportati in ogni parte del mondo. Piatti, vassoi, bicchieri, lampadari plasmati a mano uno per uno, prima come perle occultate dentro un guscio grezzo, poi finalmente libere si offrono all’ammirazione degli occhi. Nei laboratori lavorano uomini di ogni età. Dal garzone al maestro custode delle tecniche tramandate dagli antichi vetrai i segreti dell’arte hanno superato non pochi ostacoli, dopodiché ogni maestro cammina fiero di una nuova pratica frutto del suo ingegno.
Le pupille accese di Orsola si sono posate sulla figura di una donna, artista vetraia dell’isola maestra dalle mani operose, Maria è il suo nome, “Marietta” Barovier, figlia di Angelo e sorella del Maestro Giovanni. Orsola rimane estasiata da quella figura così indipendente, una donna straordinaria il cui sguardo brilla della sua passione applicata in un ambiente maschile. La ragazza segue di nascosto ogni mossa della donna, osserva le tecniche di produzione delle opere che esporrà alla vista di nobili e aristocratiche tasche, tutte desiderose di sfoggiare il miracolo dell’isola di Murano nei palazzi della laguna veneta. Orsola vuole essere Maria Barovier. Il talento non le manca, l’amore per l’arte regina del suo piccolo mondo è cresciuto con lei, l’unico ostacolo al compimento del sogno si distingue nella vocale che chiude il suo nome. Orsola è una piccola femmina, un giorno sarà donna e non le sarà facile accedere a un ambiente dove il pregiudizio ubbidisce a se stesso. Alla morte del padre una forza che mai aveva pensato di avere la spinge oltre i sogni tenuti incubati da anni. Il suo talento progredisce di pari passo al genio artistico di Maria Barovier, sua musa ispiratrice, sua maestra dell’arte vetraia.
“Fuori di qui, Rosso! Spia”
Gridò la donna, quella volta in cui sorprese Orsola intenta a fissarla nella produzione di una nuova, finissima perla. La creazione delle “conterie” era la sola attività permessa al genere femminile. Una varietà di piccole perle con il colore del cielo e del mare, e poi il verde, il rosso, un ampio ventaglio di sfumature per dare vita a capolavori preziosi quanto le mani artigiane creatrici di tanta bellezza.
Orsola è anch’essa una perla, la più pregiata, per di più fragile, basta un piccolo urto per farla cadere nella laguna che è stata il suo primo laboratorio già in culla.
Quella che l’aspetta è una sfida con se stessa, il coraggio non le manca, la luce della creatività allontanerà le notti complicate.
La magia della laguna attira a sé il bagliore dei cristalli delle isole sorelle minori della città di Venezia. La città, l’arte e la donna coniugano insieme la storia di tre interpreti adottati come libri disponibili alla conoscenza di un’arte nell’epoca in cui la figura femminile elemosinava diritti. Per il lettore,l’atmosfera rinascimentale del romanzo storico impartisce un interessante approfondimento dell’industria del vetro che ha tenuto a battesimo la regale eleganza della laguna veneta.
“È sorprendentemente difficile valutare la velocità con cui scorre il tempo, se si muove più velocemente per gli altri che per te. Te ne accorgeresti, se in un luogo tutti gli orologi si muovessero a una velocità diversa da quella di un altro? O se gli artigiani della Città d’Acqua e dell’Isola di vetro invecchiassero più lentamente che nel resto del mondo?”
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