ITALIA – Inizia oggi la 24esima edizione del Festival della Filosofia, tre giornate di “full immersion” sulle grandi questioni filosofiche, distribuite in oltre cinquanta lezioni magistrali che si terranno principalmente nelle piazze all’aperto, facendo riferimento all’agorà di un tempo, in cui le persone si riunivano per discutere e prendere decisioni di un certo calibro, o semplicemente per creare relazioni interpersonali. Pertanto in quest’occasione, cortili, centri storici e siti monumentali, diverranno luoghi d’ascolto, aggregazione e partecipazione, in cui residenti e visitatori hanno libero accesso alla conoscenza.
Ogni anno viene scelto un tema centrale, basato su un argomento cardine o un problema del presente, che coinvolga molteplici persone. Una sorta di chiave di lettura del mondo, intorno a cui viene delineato e ruota un calendario, costituito da incontri, mostre, spettacoli, concerti, laboratori, attività ludiche, film, cene e altri eventi, con la partecipazione di professori, filosofi, scrittori, intellettuali e personaggi di rilievo che si sono distinti nel proprio ambito di appartenenza.
I protagonisti saranno Simona Argentieri, Ingrid Basso, Enzo Bianchi, Giuliano Boccali, Massimo Cacciari, Barbara Carnevali, Andrea Cavalletti, Umberto Curi, Emanuele Dattilo, William Davies, Stefano De Matteis, Antonella Del Prete, Ivano Dionigi, Marcella D’Abbiero, Alain Ehrenberg, Roberto Esposito, Estelle Ferrarese, Fulvio Ferrario, Maurizio Ferraris, Simona Forti, Thomas Fuchs, Umberto Galmberti, Gianluca Garelli, Christian Greco, Tonino Griffero, Giulio Guidorizzi, Natalino Irti, Rahel Jaeggi, Francisco Jarauta, Elisabetta Lalumera, Matteo Lancini, Vittorio Lingiardi, Silvia Lippi, Giorgio Manzi, Michela Marzano, Stefano Massini, Jessica Mariana Masucci, Stefano Micali, Luigina Mortari, Salvatore Natoli, Massimiliano Panarari, Nicola Panichi, Daniela Perani, Gaspare Polizzi, Massimo Recalcati, Judith Revel, Armando Savignano, Anil Seth, Peter Sloterdijk, Antonio Somaini, Giorgio Vallortigara, Marco Vannini, Nicla Vassallo e Marcello Veneziani.
Il tema scelto per quest’anno è “psiche”, non a caso, la scelta dell’immagine ufficiale per l’edizione 2024 è una luna piena che illumina la notte, che può suscitare diverse emozioni, dalla malinconia alla serenità, riconducendo però la condizione di chi la osserva alla realtà, guardando la totalità del pianeta da dove la si sta ammirando. La luna infatti, da sempre richiama equilibri incerti, tra follia e ragione, in più viene vista come metafora della grande distanza e allo stesso tempo della profonda presenza. Il “manifesto” è opera di Ernesto Tuliozi, dedicata a “psiche”, poiché alzare gli occhi è uno dei modi migliori per comprendere se stessi.
Si svolgerà a partire da oggi, venerdì 13, fino a domenica 15 settembre, nelle città di Modena, Carpi e Sassuolo. Saranno tre giorni ricchi e densi di attività, dalle ore 10:00 alle 23:00, l’ingresso è gratuito per tutte le iniziative, ed è inoltre possibile visionare il programma completo e dettagliato, visitando il sito ufficiale del Festival.
Di seguito, parte dell’intervista de “L’Italia in diretta“, in un servizio di lunedì scorso su Rai Radio 1, fatta a Daniele Francesconi e Barbara Carnevali, rispettivamente Direttore Scientifico del Festival e Filosofa, Direttrice di Studi in Filosofia e Prof.ssa di Estetica Sociale presso la Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali di Parigi.
“Il Festival della Filosofia è un’iniziativa ormai consolidata, la nostra idea è quella di promuovere una filosofia pubblica, che provi ad incidere nella sfera delle persone alcune questioni che sono tanto proprie della tradizione filosofica, quanto dell’esperienza contemporanea. Afferma Daniele Francesconi – Lo facciamo con molte lezioni seguite da relatori/relatrici italiani e stranieri, sempre su un tema, che quest’anno è “psiche”, perché ci siamo resi conto nel lavoro di preparazione, che questa parola indica una grande questione pubblica, politica e civile, in quanto la nostra condizione è proprio “attraversata” da un disagio, da un uso pubblico delle emozioni, da una necessità di chiarire i confini di alcune nostre grandi priorità, come stare bene/in salute, ricombinare la mente e il corpo, o che tipo di cura serve di prossimità e relazione per risarcire alcune ferite che la nostra vita personale, ma anche collettiva, ci presenta. Quindi le facciamo con approfondimenti teorici e tante esperienze più creative, di laboratorio, di performance e di musica“.
“La nostra esperienza dice sì, ha ancora successo, oltre che senso. C’è il bisogno, l’esigenza e la voglia di tornare insieme, di stare in prossimità, che però non è un’esperienza logistica/anti-tecnica, ma è certamente l’esigenza, anche usando gli strumenti della comunicazione, quelli più aggiornati, di confrontarsi. C’è bisogno di questo carattere esemplare dell’argomentazione. I nostri programmi sono fatti per “disseminare” delle questioni che sono alla frontiera della ricerca della filosofia, ma nello spazio pubblico, creare dei momenti di invito alla riflessione e di esempio della parola argomentata, ciò che manca di più nella nostra sfera pubblica, come ben sappiamo“.
“Noi ci auspichiamo che si crei un senso di comunità, è chiaro che le nostre sono comunità molto contemporanee/intermittenti, che si stabiliscono per esempio negli eventi, negli “happening”, però ci aspettiamo/auguriamo e lavoriamo affinché il Festival che finirà nelle nostre città la domenica sera, 15 settembre, ricominci il giorno dopo, nel senso che abbia in qualche modo trasmesso delle domande/degli interrogativi, che abbia sollecitato e invitato alla lettura di testi, alla visione di film, all’ascolto di musiche che possano, dal 16 settembre in poi, accompagnare le persone e anche noi stessi, in un approfondimento delle cose che in questi tre giorni proporremo“.
“I giovani sono la filosofia, lo dico da insegnante – sostiene Barbara Carnevali – e mi rifaccio in questo al richiamo di Socrate, che era stato criticato e condannato per aver corrotto i giovani, mentre invece semplicemente portava la filosofia nelle piazze e li interrogava in modo da sensibilizzarli alle questioni/domande. Quindi, come diceva Daniele Francesconi, c’è una grande “domanda” di filosofia, da parte di tutte le generazioni, ma in particolare dai ragazzi, che scoprono parzialmente la materia a scuola, e che però hanno bisogno poi di vederla collegare con la loro vita e con il mondo concreto che li circonda. È un po’ questo lo spirito con cui noi organizziamo il Festival, cioè quello di riconnettere e trasformare la filosofia da una disciplina studiata a scuola attraverso i classici, a uno strumento di pensiero del mondo presente e dell’esperienza che le persone fanno concretamente“.
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