Il tatuaggio tra curiosità e storia. Come scegliere a chi affidare la propria pelle

Il tatuaggio tra curiosità e storia. Come scegliere a chi affidare la propria pelle

ITALIA – Il termine “tattoo” deriva dall’onomatopea “Tau, tau” che indica il suono prodotto dalla percussione degli aghi durante la pratica tradizionale polinesiana. La storia del tatuaggio è molto antica e risale a circa 800 anni fa.

Le mummie rinvenute nel mondo lo hanno dimostrato. Infatti, sono stati scoperti i resti di un uomo appartenente alla cultura Chincorro con una linea tratteggiata simile a baffi tatuata sul labbro superiore. Questa è considerata una delle più antiche prove dirette del tatuaggio al mondo.

Il termine cultura Chincorro indica un gruppo di pescatori che hanno abitato le coste del deserto di Atamaca tra il 7.020 e il 1.500 a.C., che utilizzavano il tatuaggio per scopi religiosi.

Nel corso del tempo i tattoo hanno assunto funzioni differenti: punitivi, terapeutici, nobiliari, religiosi, legati al crimine e utilizzati anche dalla Camorra come segni distintivi.

Durante il regime nazista, all’interno del campo di concentramento di Auschwitz, venne dato avvio alla pratica del tatuaggio sistematico sui deportati. Un metodo di identificazione che segnava i prigionieri a vita, come nel caso di Primo Levi.

Si racconta, infatti, che lo scrittore successivamente al periodo nazista camminasse per la Germania a maniche corte, dato che il numero di identificazione veniva tatuato sull’avambraccio sinistro, per ricordare a tutti il crimine commesso.

Oggi la decorazione del corpo umano è una pratica diffusa che permette di imprimere sulla pelle un momento di vita o far affiorare qualcosa che si porta dentro. Il tatuaggio racchiude un forte, profondo e – a volte – ironico significato.

In Italia il primo tatuatore ad aprire uno studio fu Gian Maurizio Fercioni nel 1946, nella città di Brera, conosciuto per la realizzazione delle opere sulla pelle sia con le macchinette elettriche che con la tecnica tradizionale giapponese, effettuata manualmente.

Inoltre, Fercioni ha aperto il “Queequeg Museo” nel 2000 in cui è esposta una collezione storica e antropologica su tutto ciò che riguarda il tatuaggio. All’interno del quale si possono ammirare tavole originali di disegni provenienti da tutto il mondo, fotografie di personaggi tatuati e strumenti appartenenti all’ambiente del tatuaggio sia moderni che rudimentali.

In Italia il mercato dei tatuaggi è esploso, sia le richieste che il numero dei tatuatori sono esponenzialmente cresciuti. Ma bisogna scegliere accuratamente a chi affidare la propria storia, fiducia, pelle e salute.

Come scegliere il tatuatore?

Una delle pratiche più sicure e antiche rimane il “passa parola“, recarsi da un professionista che ha tatuato con successo una persona conosciuta è una possibile garanzia oppure consultare delle riviste di settore può essere una possibilità.

È consigliabile verificare con i propri occhi le condizioni dei tatto shop e basare la scelta su aspetti molto importanti come: caratteristiche dello studio e condizioni igieniche.

È legittimo porre domande rispetto alla tipologia e alla data di sterilizzazione e scadenza dei prodotti utilizzati, infatti, un altro aspetto da non sottovalutare è la disponibilità del tatuatore.

Un vero professionista discuterà l’idea, il disegno, risponderà alle domande rispetto ai prodotti utilizzati, vi farà un preventivo in termini di tempi e costi e starà attento alla vostra età anagrafica. Dato che per motivi legali ed etici non è possibile tatuare un minorenne senza previa autorizzazione dei genitori.

È consigliato evitare luoghi bui, angusti, allestimenti improvvisati da tatuatori sconosciuti dato che si va incontro a dei rischi.

Tra i vari rischi ci sono le infezioni batteriche o virali come l’epatite B e C, il tetano, l’AIDS e le infezioni cutanee da stafilococco, che possono essere contratte nel caso in cui non venga utilizzato materiale monouso.

Un altro rischio è rappresentato dalle allergie, infatti, la pelle di soggetti allergici ad alcuni metalli può reagire ai pigmenti con prurito e gonfiandosi, soprattutto se vengono utilizzati alcuni tipi di rossi – cinabro, composto del mercurio – e verdi.

La reazione allergica più grave è lo shock anafilattico nei soggetti ipersensibili.

Per vivere serenamente e piacevolmente la realizzazione di un tatuaggio bisognerebbe – almeno la prima volta – sottoporsi a dei test specifici e recarsi da un tatuatore che riconosce il valore della professione e la esprime al meglio con tutte le accortezze etiche e igieniche necessarie. In quanto, a essere incisa indelebilmente è la pelle dei soggetti che si sottopongono alla pratica.

Fonte foto “Pixabay”