ITALIA – “Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”. È così che Daniel Pennac, noto autore contemporaneo, ha voluto sottolineare l’importanza della lettura che da sempre rappresenta un’indiscussa forma di arricchimento per l’uomo.
Oltre a essere tra i più validi strumenti di conoscenza e di apprendimento culturale, i libri consentono ai lettori di ritrovare una parte di se stessi dentro ogni pagina e di soddisfare il bisogno di evadere da una realtà da cui talvolta ci si vuole isolare.
Leggere significa, infatti, non solo scegliere di vivere le emozioni provate dall’autore e coglierne l’essenza nella loro autenticità, ma anche volersi avvicinare a realtà differenti da quella in cui si vive.
I lettori – in quanto tali – hanno la possibilità di immedesimarsi in storie, personaggi, tempi e vite che in nessun altro modo avrebbero la possibilità di conoscere realmente. Assaporare tradizioni, costumi appartenenti a epoche diverse, o semplicemente a realtà cittadine non molto lontane dalle proprie, rappresenta indubbiamente un privilegio di cui non sempre ci si rende conto.
Ormai da diversi anni, infatti, il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore che si pone l’obiettivo di ricordare in tutto il mondo che la lettura rappresenta uno dei modi migliori con cui impiegare il proprio tempo.
L’evento ricorre ogni anno per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright.
Giornata mondiale del libro: perché proprio il 23 aprile?
La Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore è stata istituita nel 1996 dall’UNESCO, al fine di incoraggiare i lettori e gli autori ad abbandonarsi a un’attività che, oltre a essere incredibilmente piacevole per gli appassionati, è senza dubbio tra le più formative.
Probabilmente vi starete chiedendo perché la scelta della data è ricaduta proprio sul 23 aprile. Il motivo è molto semplice: si tratta della data di morte di numerosi scrittori che sono ricordati come alcuni tra i più celebri della letteratura universale, come Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garcilaso de la Vega.
Lettori in Italia: i dati e le statistiche più recenti
È naturale adesso chiedersi quanti sono i lettori in Italia e, in particolare, nel territorio siciliano. A fornire un quadro generale della situazione sono gli ultimi dati forniti dall’Istat (clicca qui), resi noti lo scorso 7 febbraio e relativi all’anno 2020.
In base a quanto riportato dalle statistiche, nel 2020 la quota dei lettori avrebbe subìto un lieve incremento rispetto all’anno precedente: nel 2019, infatti, è stato registrato il 40% di lettori con un’età dai 6 anni in su, mentre l’anno successivo la quota è aumentata di 1,4 punti percentuali, fino a raggiungere il 41,4%.
Facendo riferimento agli scorsi decenni, ricordiamo invece che nell’anno 2000 si è registrata una quota pari a 38,6% e che il picco massimo è stato raggiunto nel 2010 con il 46,8%.
I dati risalenti a quegli anni sono abbastanza distanti da quelli a cui siamo abituati ultimamente, infatti a partire dal 2011 l’andamento è stato soggetto a una notevole diminuzione.
La situazione è rimasta stabile fino al 2019, ma successivamente è stato registrato un leggero incremento, dovuto in gran parte alla diffusione del Covid e al conseguente lockdown che – se da un lato ha privato tutti di innumerevoli opportunità – dall’altro ha inevitabilmente offerto più tempo a coloro che, assorbiti da una vita eccessivamente frenetica, avevano dimenticato quanto fosse piacevole dedicarsi alla lettura.
Dalle indagini condotte dall’Istat emerge anche che la quota più alta di lettori continua a essere quella dei più giovani: a leggere un libro per motivi non scolastici o professionali, infatti, è stato il 58,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni.
I sondaggi riportati confermano inoltre il notevole divario tra uomini e donne, infatti nel 2020 la percentuale delle lettrici è stata del 46,4%, mentre quella dei lettori è stata pari al 36,1%.
Quanti sono i lettori in Sicilia?
Per quanto riguarda l’abitudine alla lettura, i siciliani purtroppo si posizionano tra le ultime regioni italiane.
Dal punto di vista geografico, infatti, appare evidente nel corso degli anni una netta inferiorità numerica dei lettori del Sud Italia rispetto ai residenti nelle zone settentrionali.
Se a leggere almeno un libro nelle regioni del Nord è circa il 48% delle persone, nelle regioni centrali il numero di lettori ammonta al 44,3%, mentre i lettori meridionali raggiungono il 29,2% dei residenti.
È ancora particolarmente notevole, tra l’altro, il divario tra le due Isole, infatti se in Sardegna a leggere è il 40,7% dei residenti, in Sicilia i lettori non superano il 29,5%.
Sebbene per i siciliani non si tratti di un risultato particolarmente lodevole, emerge comunque un incremento di 3,7 punti percentuali rispetto al 2019.
Nonostante il basso numero di lettori nel territorio siciliano, in questi ultimi anni nell’Isola sono aumentate le case editrici: un dato paradossale considerando che – in base a quanto riportato dall’Istat – la Sicilia non è conosciuta di certo per un irrefrenabile interesse nei confronti della lettura.
Se da un lato quindi i siciliani non sono dei “lettori modello”, dall’altro è sempre maggiore l’intraprendenza degli editori che decidono di entrare nel settore per offrire opportunità a nuovi autori.
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