A noi la scelta. Poche parole, un’espressione ordinaria, comune, spesso abusata per dimostrare che il libero arbitrio conduce a un nome, il nostro e di nessun altro, e che questo potere ogni destino lo conserva scritto su carta intestata.
Di percorsi formativi lo scrittore Gianluca Gotto ne ha pubblicati tanti, storie nate nel variegato mondo del suo blog “Mangia Vivi Viaggia”, poi diluite e confezionate nei libri presentati come porta antipanico della vita con le braccia conserte.
Da sempre Gianluca Gotto ha inteso il movimento del corpo come l’unico espediente per impedire che i chilometri di vene nelle nostre (e sue) viscere arrivino alla foce della vita senza averla vissuta. È un nostro preciso dovere ascoltare il crepitio degli anni fino a quando, da veri affamati, questi siano saziati con le meraviglie dei tramonti. Nel viaggio la ferita viene sanata, la vita risorge nello schema di un miracolo.
“Come una notte a Bali” prosegue il viaggio esplorativo di Gianluca Gotto omologato alla scoperta di una terra straniera di colombiana memoria. Il lieto fine, intanto, resta in attesa a causa dell’inevitabile passo falso del destino scritto ai piedi di una luna sorda al lamento procurato dalla pena.
Gianluca Gotto ha preso in mano la penna per scrivere non più appunti di viaggio nei remoti angoli del pianeta così come registra la sua storia editoriale. Oggi il suo obiettivo è la confezione di un romanzo, il primo e di certo non l’ultimo.
Nella precedente pubblicazione “Le coordinate della felicità“, Gianluca autore novello sente il richiamo dell’avventura che lo porterà in Australia. Era un uomo inquieto. Il ritorno in Italia fu solo una breve sosta, il Canada fu la sua prossima casa. E poi la Thailandia, il Vietnam, Bali.
Mai da solo, il viaggio di Gianluca è un passo a due, il suo e quello della sua compagna di vita. Tra tante strade, da qualche parte nel mondo un paradiso appartato li stava aspettando prodigo di respiro animato da un denominatore comune, la libertà.
Ed ecco che con il romanzo “Come una notte a Bali” il sogno inseguito da tanti anni apre le braccia a un nuovo mondo scolpito di felicità.
L’autore Gianluca diventa Luca, un ragazzo con uno zaino imbottito di consuetudini morali e sociali delle quali la sua esistenza vuole disfarsi. La sua realtà viene vissuta con il sadismo di una catena mentre stringe con forza ali appena nate e già spezzate. Dove si nasconde la chiave calamita della risposta?
“Trascorri anni a immaginare il momento in cui la tua vita cambierà. Quel momento però non arriva. La vita va avanti come sempre, senza sorprese, senza novità, senza grandi emozioni. Ma poi, proprio quando ormai credi che nulla possa cambiare, ecco che succede qualcosa di totalmente inaspettato. È il destino? È colpa di Dio? O forse è l’Universo? O è semplicemente il caso? Dopo anni di calma piatta, ora il mare è in tempesta. Puoi tornare in fretta al porto sicuro che conosci alla perfezione. Oppure farti trasportare lontano dalle nuove correnti“.
L’approdo a Bali scuote l’anima dal torpore fecondo. La piccola isola indonesiana bagnata dall’Oceano Indiano lo accoglie con le movenze di una madre felice per quel figlio mai conosciuto eppure con gioia ritrovato.
È stato come immergersi dentro un acquerello rivolto verso un meraviglioso tramonto, le due espressioni di vita astratta e reale fanno da cornice al verde lussureggiante del giardino preferito di Dio. In questo anticipo di paradiso Luca-Gianluca nasce una seconda volta come uomo assorto nella consapevolezza di essere protagonista della sua ombra e non più un “normale” riflesso. Luca c’è, non è più un ragazzo schiavo del labirinto che l’ha reso un automa insensibile alla sua stessa voce. Luca ha cercato la genesi del suo esistere, l’avventura lo ha adottato facendogli da guida con una mappa a suo nome.
Quanti avrebbero fatto lo stesso? Una scelta coraggiosa la sua, non è facile scrivere sopra righe già popolate dal passato e proprio per questo ritenute indelebili.
Con questo macigno nel cuore Luca-Gianluca non riesce a darsi pace. Sceglie di sfidare i suoi limiti di uomo con una vita “normale” e con uno zaino in spalla s’improvvisa esploratore di chi e a cosa veramente appartiene. Luca ha svegliato il suo sogno caduto in coma sul cuscino comodo sì, ma gemellato con la vita di milioni di persone.
Prima di fare il grande salto ha maturato dentro di sé innumerevoli tessere di un puzzle che alla fine risultava sempre incompleto. Il pezzo mancante andava cercato, poco importava se l’incastro perfetto era lì ad aspettarlo dall’altra parte del mondo.
L’isola di Bali è stata l’àncora del marinaio in balìa di onde emozionali che, protratte nel tempo, hanno causato tempesta. Troppe volte la strategia sinistra dell’oceano ha inghiottito notti insonni a causa di mille “se” e di altrettanti “perché” abbandonati a se stessi.
Gianluca Gotto propone diverse soluzioni al coraggio indeciso se salire sulla barca in avaria. Le risposte hanno bisogno di una voce disposta ad affrontare una rinascita dalle ceneri del passato divenuto stretto e refrattario al futuro. In questo marasma tutti i vicoli dello straordinario circuito emozionale sono chiamati a palesarsi per un simbolico afflato di appartenenza.
“Così facendo, potresti trovare qualcosa che non riuscivi nemmeno a immaginare nei tuoi sogni più sfrenati. Potresti scoprire di non aver mai capito niente su di te e di non aver mai amato davvero. Potresti riacquistare un sorriso che neanche sapevi di avere: quello vero, che nasce dal cuore. E un giorno potresti ritrovarti sulla cima di un promontorio a Bali. Di fronte all’immensità dell’oceano. Felice come non eri mai stato nella tua vita“.
Credit Google/Ibs
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