Riapre le porte la rubrica di consigli di lettura Un libro al mese che vi terrà compagnia, raccontandovi di esperienze dello spirito trascorse da una lettrice appassionata, innamorata da sempre della parola scritta. Non ho l’ambizione o i meriti dei grandi critici letterari, ma la sincerità di una buongustaia, che i piatti li divora fino in fondo prima di esprimere un parere, e la libertà di chi viaggia per puro piacere. Vi condurrò, quindi, per sentieri impervi o attraverso boschi ombrosi, pianure rassicuranti o ancora macerie di tessuti urbani in rovina, senza un ordine o una necessità, ma con il godimento di un vagabondare consapevole verso nuove eccitanti avventure.
E ora è il momento del consiglio per questo mese. Nulla di nuovo, direte, ma non c’è niente di meglio che un vigoroso ritorno al passato in momenti incerti come questi. Inoltre, è forse la più sana risposta all’ostracismo irrazionale nei confronti della cultura russa, che nulla ha a che vedere con le miserie attuali. E allora rieccomi con un classico della letteratura russa, Anna Karenina.
Uno sbaglio, a mio avviso, associarlo a Madame Bovary, non tanto perché i due personaggi femminili non abbiano alcuni aspetti di vicinanza, seppure Anna con una levatura tragica di gran lunga superiore, quanto perché non è lei la vera protagonista del romanzo. Lo sono invece le tre coppie che rappresentano tutto lo spettro dell’amore in una disperata ricerca da parte di Tolstoj del senso della vita.
Da un lato ci sono Stepan Oblonskij e la moglie Daria Aleksandrovna, che non si amano più o forse non si sono mai amati; uniti solo dalle ipocrite convenienze sociali. Dall’altro l’odio di Anna Karenina verso Aleksej Aleksandrovič mette in luce lo scontro tra passionalità romantica (al limite dell’instabilità nevrotica) e l’ottusa monotonia del burocrate (unita a qualche mania beghina). La dissoluzione di questa relazione potrà trovare un nuovo equilibrio in Anna e Vronskij? La risposta sembra derivare dall’unione solida e sincera di Kitty e Levin, che offre un quadro semplice e bucolico per la felicità.
Riguardo allo stile, ho scovato piacevolissime chicche che anticipano letterature ben più contemporanee: una narrazione con punti di vista multipli e… udite, udite, persino un flusso di coscienza.
So che non m’inganna, che non vuole sposare la figlia della principessa Sorokina, che non è innamorato di Kitty… Ma io non voglio che sia fedele per dovere. È un pezzo che non mi ama più e dove finisce l’amore comincia l’odio… Queste strade non le conosco. Sempre case, case… E nelle case sempre gente, gente… e tutti si odiano l’un con l’altro! Via, immaginiamo che cosa mi ci vorrebbe per essere felice […].
Bibliografia
Cinzia Di Mauro, autrice catanese di una trilogia di fantascienza Genius (finalista Urania e Delos) Ledizioni Milano, di un noir umoristico La storia vera di un killer nano (segnalato al Premio Calvino e scelto dalla Nabu), di un fantasy orwelliano Casa Bruiswiq, di un thriller sull’alta finanza In cima alle torri e di I love Meteorite, romanzo grottesco su una famiglia e un mondo distopico.
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