Siti pornografici, scatta la regolamentazione per 48 piattaforme online

Siti pornografici, scatta la regolamentazione per 48 piattaforme online

ITALIA – Entra in vigore, dalla giornata di oggi 12 novembre, lo stop all’accesso per i minori a 48 piattaforme online specializzate in pornografia. A ricordarlo è il Codacons, che ha sottolineato come il nuovo provvedimento sfrutterà un sistema di riconoscimento dell’età anagrafica, capace di bloccare automaticamente l’ingresso a chi ha meno di 18 anni.

Regolamentare la pornografia: l’obiettivo dell’Agcom

I soggetti che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico, a prescindere dal Paese di stabilimento, sono tenuti a verificare la maggiore età degli utenti, assicurando un livello di sicurezza adeguato al rischio e il rispetto della minimizzazione dei dati personali raccolti in ragione dello scopo”. Così si legge all’interno di una nota dell’Agcom, che già dal prossimo 31 gennaio sarà autorizzato a esercitare i propri poteri di vigilanza anche nei riguardi degli operatori collocati all’estero.

Il divieto, però, risulta essere facile da aggirare, come spiega lo stesso Codacons:

“Oggi contenuti pornografici e video a sfondo sessuale circolano anche attraverso social network e app di messaggistica come Telegram, piattaforme alle quali i minori possono accedere senza particolari restrizioni. Va poi considerato che il blocco imposto dall’Agcom vale solo per l’Italia, mentre all’estero non esistono simili limitazioni: tramite una VPN, Virtual Private Network, è infatti possibile connettersi a server stranieri e superare facilmente le restrizioni nazionali”.

L’allarme del Codacons, Tanasi: “Non possiamo affidarci soltanto a filtri informatici” 

Sulla questione si è espresso anche il professore Francesco Tanasi, giurista e segretario nazionale del Codacons, che ha dichiarato:

“La misura dell’Agcom rappresenta un passo avanti nella tutela dei minori, ma resta insufficiente se non accompagnata da un piano di educazione digitale nelle scuole e da un controllo genitoriale più efficace”.

Non possiamo affidarci -Ha infine concluso – soltanto a filtri informatici: serve una strategia complessiva che coinvolga famiglie, istituzioni e provider per prevenire la diffusione di contenuti dannosi per i più giovani”.