ITALIA – L’Italia? Uno dei paesi con il livello più alto in termini di violenza sulle donne nonostante l’articolo 3 della nostra Costituzione ponga l’accento sul principio di uguaglianza tra le persone di ogni sesso e razza.
Questa premessa, però, non soddisfa tutte le classi generazionali perché le persone più deboli hanno bisogno di maggiore tutela da parte dello Stato. Facendo un esempio, sicuramente un invalido avrà maggiori difficoltà a svolgere le normali azioni quotidiane e di conseguenza non avrà innumerevoli possibilità in ambito lavorativo.
Ritornando all’argomento sulla violenza di genere, sul fronte penale, le donne soggette a soprusi a causa delle loro particolari condizioni devono ottenere una tutela maggiore che, il più delle volte, si traduce in un aumento della pena per chi ha commesso il fatto criminoso.
Il Reddito di Libertà è un bonus riconosciuto dall’Inps che mira a consentire l’emancipazione di coloro che hanno subito maltrattamenti in famiglia con un contributo massimo di 400 euro mensili pro capite. Fondamentale per consentire l’indipendenza a coloro che non possono essere autonomi economicamente, viene corrisposto per massimo 12 mesi alle donne che hanno i seguenti requisiti:
• essere seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza;
• residenza nel territorio italiano con cittadinanza italiana oppure extracomunitarie con regolare permesso di soggiorno.
In mancanza di uno dei seguenti requisiti, la domanda risulta incompleta e non consente l’accesso al reddito di libertà.
Le domande all’Inps per richiedere il Bonus Libertà possono essere inoltrate attraverso una piattaforma di collegamento con i comuni italiani. La documentazione deve essere corredata da:
• attestazione della condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinaria e urgente, rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale;
• dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza.
I dipendenti comunali che raccolgono la documentazione sono obbligati a verificare il documento di identità o il permesso di soggiorno della donna che presenta la domanda. Nel caso in cui la “vittima” è impossibilitata a presentarsi fisicamente, può delegare un rappresentante legale.
Il contributo economico del Reddito di Libertà è compatibile e cumulabile con altri strumenti di sostegno come il Reddito di Cittadinanza mentre risulta incompatibile con altri sussidi economici a sostegno del reddito, tra cui la cassa integrazione, Reddito di Emergenza…
La somma prevista dal bonus non stravolgerà la vita delle donne vittime di violenza di genere ma sicuramente è un piccolo passo dello Stato italiano verso una maggiore sensibilizzazione sul problema che provoca, tra le altre cose, un’involuzione della società ad età remote. Chi sbaglia è giusto che paghi!
Foto di repertorio
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