Un viaggio introspettivo e profondo, che si rivela capace di non rinunciare al sound fresco e distintivo che rende la band bergamasca unica nel suo genere. Si può riassumere così l’ultimo lavoro discografico dei Pinguini Tattici Nucleari, già disco d’oro dopo solo una settimana dall’uscita, risalente allo scorso 6 dicembre. Si intitola “Hello World” il loro nuovo album, in grado di prendere per mano l’ascoltatore e di accompagnarlo in ciascuno dei 15 brani che lo compongono.
L’ascolto del disco dei Pinguini Tattici Nucleari, della durata di 47 minuti, può essere paragonato a una vera e propria esperienza sulle montagne russe. Dopo lo start iniziale, che predilige brani dal sound decisamente leggero, potrebbe apparire difficile pensare a un cambio di registro così calzante. E invece ciò che sorprende è proprio la perfetta alternanza di pezzi movimentati, da un lato, e brani più nostalgici e riflessivi, dall’altro. Un mix armonioso di emozioni, che rende quasi impossibile per l’ascoltatore mettere in pausa il disco, divenuto ormai un compagno di vita irrinunciabile.
Primo nella tracklist è “Hello World“, il brano che dà il titolo all’album. Un pezzo che accoglie l’ascoltatore attraverso due parole tanto elementari quanto esplicative. “Sento un velo che cade dagli occhi e incomincia lo show, Hello World“, canta il frontman Riccardo Zanotti al termine del pezzo che introduce il disco.
“Hello World – ha spiegato la band bergamasca – è la prima frase che gli studenti di programmazione, per tradizione, imparano a far ‘dire’ a un programma. Queste due semplici parole sono la sintesi di tutto: soggetto e contesto, input e output. Ogni volta che una band pubblica un album è come se salutasse il mondo, portando fuori quello che è stato chiuso ‘dentro’ per anni, le canzoni. Hello World è il nostro nuovo viaggio e accoglieremo chiunque si voglia unire a noi. È un viaggio tortuoso, dove a volte ci si deve adattare, ma promettiamo che ne varrà la pena: mettetevi scomodi“.
Tenersi impegnati per non pensare è una realtà da sempre molto comune. Oggi più che mai però è considerato un antidoto ai cattivi pensieri, agli ostacoli e alle difficoltà. Lo riconosce il gruppo di Ringo Starr che ha racchiuso nella seconda traccia dell’album la tendenza a ballare, ignorando il resto, “per non sentire la fine del mondo“.
“Riempio la vita di cazzate / Impegni е feste a cui poi non andrò / È l’epoca del fomo sapiens / Ma per averti aspetterò, Godot e godrò“.
Un riferimento, quello dell’ultimo verso, alla celebre opera teatrale di Samuel Beckett, dal titolo “Aspettando Godot“, simbolo della tendenza a ostinarsi ad aspettare qualcosa che probabilmente non arriverà mai.
“Ma tu ci pensi mai alle cose che io so di te
E che adesso non servono a niente
Ma di me cos’è che sai?
Che piacevo a tua mamma
Che credevo nel karma
E sognavo di andare in Islanda“
È Islanda il singolo che ha anticipato l’uscita di “Hello World”, scalando le classifiche fino a diventare – a distanza di poche settimane dall’uscita – il singolo più ascoltato in Italia.
“Nel 2023 abbiamo fatto il nostro primo tour negli stadi. Qualche mese prima dell’inizio, tra mille paure e indecisioni, abbiamo deciso di partire per un viaggio tutti insieme per alleggerire la mente. Siamo andati in Islanda e ci siamo ritrovati subito. Proprio lì è nata la bozza di questa canzone, per l’appunto Islanda“.
Un brano che affronta il tema della rottura. Una separazione che in quanto tale genera dolore e sofferenza, ma che a un certo punto vede subentrare una nuova consapevolezza: l’ineluttabilità della fine della relazione tra due persone diverse, non destinate a restare insieme. Due caratteri incompatibili che col tempo avrebbero portato a una distruzione totale: “Forse vicino col tempo saremmo finiti ad odiarci“, canta Zanotti in uno dei versi finali.
“Ho due biglietti per dove vuoi
Sarebbe bello tornare in noi
Ti chiamo ancora, non ci sei più
E fa tu, tu, tu“
A sottolineare l’assenza dell’ex partner è la mancata risposta alle chiamate, che però alla fine riserveranno un colpo di scena tanto originale quanto inaspettato.
“Al tuo vecchio numero ora risponde un’agenzia di viaggi
E finalmente io vado in Islanda, ma senza di te“.
“Io volevo solo fare l’artista, non avere mille burnout
E chi pensava che ci vuole un terapista, pure per curare i sold-out“
Un tema decisamente contemporaneo quello del burnout, conosciuto anche come “sindrome di esaurimento professionale”. Una condizione che, causata dal crescente stress, sembra accomunare sempre più persone vittime di una quotidianità frenetica. Tuttavia, ciò che in questo caso stupisce è l’associazione di una condizione estrema di stress allo stato mentale di chi fa i conti col successo.
Se da un lato infatti la fama è il sogno nel cassetto di molti aspiranti artisti, dall’altro è importante ricordare che dietro l’uscita di dischi, i tour sold-out e la produzione di pezzi sempre nuovi c’è anche molto altro. Il peso delle aspettative è una realtà che riguarda non solo i “comuni mortali”, ma anche – e forse soprattutto – coloro che si espongono costantemente al giudizio del pubblico.
È così che i Pinguini hanno sottolineato l’importanza di privilegiare la salute mentale, anche a costo di mettere in secondo piano, quando opportuno, gli obiettivi che ci si è prefissati.
“Si aspettano di più, di più, di più ma non mi va
Di raggiungere i miei KPI ignorando la felicità“.
Se da un lato tenersi impegnati per non pensare – come si è visto in “Per non sentire la fine del mondo” – è considerata la soluzione migliore per affrontare le giornate difficili, capita anche di voler mettere in pausa il mondo per prenderne le distanze. Restare soli con se stessi quando si percepisce una dissonanza tra la propria dimensione interiore e la realtà circostante.
Attraverso metafore relative a eventi meteorologici, Zanotti sottolinea anche la difficoltà nel mettere un punto a una relazione che non funziona come vorremmo.
Si sofferma nello specifico sull’incapacità sia di fare un passo indietro sia di andare avanti. Amara, per citare uno dei titoli delle prossime tracce, la conclusione del brano:
“Ti lascio una dedica, l’ultima mia previsione del tempo
Che qui fuori nevica, però si sta meglio che dentro con te“.
Nonostante dunque la difficoltà nel chiudere la propria storia, l’addio con cui si conclude il pezzo non può che sembrare necessario e definitivo.
Una canzone è forse tra i modi migliori per conservare il ricordo di una persona cara che non è più tra noi.
È il caso di “Your dog“, dedicata a una vicina di casa che continua a vivere nel ricordo di chi le ha voluto bene, a partire dal suo cagnolino.
“Quando mi sono trasferito – racconta Zanotti – feci subito amicizia con una vicina che incontravo quasi ogni giorno. Era una signora molto anziana, con pochi amici e parenti. Anzi, a dire il vero, non l’ho mai vista in compagnia di nessuno, se non del suo cagnolino, che portava a spasso con una certa frequenza. Una sera, tornando a casa, trovai un’ambulanza fuori dal cancello e intuii subito che doveva essere per lei. Si dice che, quando ce ne andiamo, continuiamo a vivere nei ricordi di chi ci ha voluto bene. Io penso che nei ricordi di un cane risieda la parte migliore di noi“.
Un viaggio tra passato, presente e nuove consapevolezze. Un bicchiere di vino, una manciata di ricordi e desideri che nel tempo non si sono rivelati altro che illusioni. Castelli fragili, crollati di fronte alla prima raffica di vento. Una scritta sulla sabbia rimossa dalla prepotenza delle onde, determinate a cancellare ogni cosa, ma incapaci di rimuovere il ricordo. Lo stesso che in passato ha regalato un gusto incredibilmente dolce e che adesso però lascia in bocca solo un sapore amaro.
“Imparerò a dormire qui da solo / Ad avere giorni storti e non dirtelo più”
Nel brano dei Pinguini Tattici Nucleari si percepisce il forte il desiderio di tornare a vivere senza sentire la mancanza costante di chi è stato al proprio fianco, di affrontare le difficoltà senza cercare il conforto dell’altro.
“Basta che mi pensi quando fuori piove / So che sei lontana, però non mi importa dove arriverò / Per farti compagnia”
Ciò che in particolare fa riflettere è l’esistenza di un legame capace di resistere anche alla distanza e allo scorrere del tempo.
“Noi che ci amavano come due bibliotecari“
Sorge spontaneo chiedersi dunque come si amano due bibliotecari. La domanda è sorta anche ai fan dei Pinguini che di recente hanno posto il quesito sulla pagina Instagram della celebre band. “In silenzio“, ha risposto il frontman sottolineando l’autenticità di un amore fatto di piccoli gesti, piuttosto che parole, le stesse che spesso poi si rivelano vuote e superficiali.
“Che vuoi che dica ora?
Che immaginavo avremmo litigato per
Portare i bimbi a scuola? Ma dai
Mi servirà un amaro
Per far passare l’amaro in bocca”
NewSicilia vi dà appuntamento alla prossima settimana per approfondire le altre 8 tracce di “Hello World”.
Intanto nell’articolo di apertura di domani, alle 7, l’approfondimento su “Migliore”, il brano dedicato a Giulia Tramontano e al piccolo Thiago.
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