ITALIA – Un tema che interessa sia gli adulti che gli adolescenti è quello della violenza. Parliamo di comportamento violento quando vengono attuate azioni materiali o verbali con l’intenzione di fare del male o provocare dolore in un’altra persona.
Una distinzione utile, per comprendere il concetto sopra citato, è quella tra aggressività ostile e aggressività strumentale:
Inoltre, è possibile distinguere la violenza fisica da quella relazionale:
È evidente che esistono diverse forme e tipologie di violenza, con la diffusione di Internet e dei nuovi media se ne sono, infatti, sviluppate delle nuove: cyberbullismo, pedofilia on-line, cyber stalking, sexting e revenge porn.
Il fenomeno del revenge porn consiste nella diffusione di immagini sessualmente esplicite allo scopo di umiliare o ledere il soggetto colpito. Tale pratica solitamente viene messa in atto per soddisfare la propria sete di vendetta rispetto ad un soggetto e nello specifico a un ex partner. A essere maggiormente colpite sono le donne, infatti, capita spesso che un uomo che vuole rimarcare la propria superiorità di genere applica la pratica del revenge porn per ottenere il controllo della vittima.
Le ripercussioni che si sviluppano quando la vita intima del soggetto viene violata sono molteplici: danni psicologici, fisici, economici e c’è un alto rischio di stigmatizzazione sociale. Le vittime possono sviluppare disturbo da stress post-traumatico, ansia, depressione, pensieri suicidari, comportamenti disfunzionali e altri esiti negativi sulla salute mentale.
Il revenge porn viene riconosciuto come reato da circa un anno, è stato introdotto con la Legge del 19 luglio 2019 numero 69 che è entrata in vigore il 9 agosto dello stesso anno. Tale reato è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con la multa da 5mila a 15mila euro, ma sono previste delle aggravanti. Infatti, il Terzo Comma prevede un aumento della pena nel caso in cui esiste o è esistito tra vittima e autore delle condotte una relazione stabile con un progetto comune di vita, anche se non conviventi. La vittima può sporgere denuncia entro 6 mesi che decorrono da quando ha visto le immagini diffuse e non dal momento in cui sono state materialmente prodotte.
È necessario ricordare che quello che avviene online ha ripercussioni sulla vita reale delle persone. Come nel caso di Tiziana Cantone, quando sono stati immessi su Internet alcuni suoi video hard, la sua vita è diventata un inferno dal quale non è riuscita ad uscire. La giovane 31enne, infatti, ha deciso di togliersi la vita il 13 settembre 2016.
È fondamentale educare i giovani e gli adulti a un uso consapevole di Internet e dei social network, in quanto i pericoli sul web sono molteplici. Inoltre, bisogna aiutare i giovani a individuare e riconoscere i vari tipi di violenza, che possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita.
La violenza – anche se non lascia segni in faccia – non deve essere sottovalutata o ignorata. Non bisogna rimanere in silenzio di fronte alla violazione dei diritti, in quanto, l’indifferenza è un’arma peggiore dell’intolleranza.
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