Le origini dell’1 maggio e i diritti dei lavoratori: dalla rivolta di Chicago ai giorni d’oggi

Le origini dell’1 maggio e i diritti dei lavoratori: dalla rivolta di Chicago ai giorni d’oggi

ITALIA – Come ogni anno, giorno 1 maggio si festeggia la festa dei lavoratori. Una ricorrenza che affonda le sue radici nella storia dei movimenti operai che, nel corso dell’Ottocento, lottarono per ottenere condizioni di lavoro più sostenibili.

La festa dei lavoratori trova la sua origine molto tempo fa, nel luglio 1889. Proprio in quell’anno i maggiori partiti labouristi e socialisti dell’Europa, si sono riuniti a Parigi nella Seconda Internazionale. Date le situazioni disastrose e disumanizzanti in cui i lavoratori riversavano, i partiti coinvolti pensarono di inaugurare una celebrazione. L’obiettivo era quello di riscattare i diritti dei lavoratori ed avere migliori condizioni di lavoro.

All’epoca, infatti, quasi tutte le fabbriche avevano adottato i principi di Taylor, per incrementare la produzione. Gli operai erano quindi costretti a turni molto lunghi, anche dalla durata di 16 ore consecutive, in condizioni di lavoro pessime. Una conseguenza, data dalla stanchezza e scarsa attenzione, riguardava i numerosi incidenti sul luogo di lavoro che erano diventati all’ordine del giorno.

Il 1° maggio 1886 a Chicago, nel cuore del Midwest operoso e industriale, alcune decine di migliaia di lavoratori si riunirono presso Haymarket Square, per reclamare migliori condizioni di lavoro. La protesta era parte di una più ampia mobilitazione che chiedeva all’allora presidente Andrew Johnson di includere anche gli operai tra le categorie che avrebbero beneficiato della giornata lavorativa di otto ore.

L’Ingersoll Act in via di promulgazione, infatti, prevedeva una riduzione dell’orario di lavoro per i lavoratori pubblici e per gli impiegati federali, ma non per tutti coloro che prestavano servizio presso le numerose industrie statunitensi.

Dopo tre giorni di proteste cariche di tensione e scontri tra operai in sciopero e i “crumiri” che non vi avevano aderito, il 4 maggio 1886, in piazza Haymarket si scatenò una vera e propria battaglia campale.

Verso le 22,30 il pastore metodista e fervente socialista, Samuel Fielden, conclude il suo discorso tra gli ululati di approvazione della folla inferocita. In quel momento la polizia si decide a disperdere l’enorme assembramento di operai esasperati.

Da questo momento la catastrofe. Una bomba scagliata proprio contro le forze dell’ordine produsse otto morti e circa sessanta feriti. A quel punto la manifestazione degenerò definitivamente nel sangue, con cariche di agenti di polizia che aprirono il fuoco sulla folla terrorizzata.

Il frettoloso processo che ne seguì annoverò tra gli otto imputati anche lo stesso pastore Samuel Fielden, il quale venne condannato all’ergastolo. Altri furono destinati ai lavori forzati e altri ancora, come Adolf Fischer e August Spies, vennero condannati a morte.

Dunque, si scelse il primo maggio proprio in ricordo di quella protesta che iniziò a smuovere le acque per rendere migliori le condizioni di lavoro.

Come quasi ogni cosa che si ricordi, prevede un sacrificio per consentire una riflessione su qualcosa che potrebbe migliorare tramite un cambiamento radicale: è stata la volta dell’ampliamento dei diritti dei lavoratori.

Fonte foto Facebook – The skylark’s dream