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ITALIA – Da qualche giorno il famosissimo augurio “in bocca al lupo” a cui si è soliti rispondere “crepi” sarebbe entrato nel mirino degli animalisti che lo riterrebbero una vera e propria istigazione al maltrattamento.
A considerare il detto inadeguato e profondamente offensivo è stata l’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) che ha annunciato la sua intenzione di portare avanti “una campagna lessicale contro l’uso e l’abuso di termini offensivi nei confronti degli animali“.
In una nota ufficiale, i membri dell’Associazione hanno dichiarato di ritenere “le offese verso gli animali una sorta di malcostume se non in alcuni casi addirittura istigazione al maltrattamento“.
“Basta usare termini come ‘crepi il lupo‘ o ‘il lupo cattivo‘“, scrivono gli animalisti di AIDAA. “Nel primo caso – spiegano – è la risposta che ancora va per la maggiore quando si fa un buon augurio a una persona dicendole ‘in bocca al lupo‘. È vero che in questo caso è stata la sensibilità stessa della gente che in molti casi ha sostituito il termine orribile ‘crepi il lupo’ con il termine ‘viva il lupo‘“.
“Ma – continuano – è ora di superare la terminologia che inculca ai bambini l’idea che il lupo è un animale cattivo a partire dall’uso che se ne fa nelle favole e nei cartoni animati“.
Gli animalisti di AIDAA non hanno risparmiato nemmeno le fiabe che – tramandate da decenni – vengono ancora oggi raccontate ai più piccoli: “Favole come ‘Cappuccetto rosso‘ andrebbero abolite – hanno dichiarato i membri dell’Associazione – o almeno profondamente modificate nel ruolo che si riserva al lupo che in ‘Cappuccetto rosso’ va oltre i peggiori sentimenti, arrivando a mangiare una nonna“.
“Certo, si potrebbe obiettare che da sempre è stato così, che si tratta di favole e via dicendo“, aggiungono gli animalisti. “Noi vogliamo solamente sottolineare che a furia di definire il lupo un animale cattivo si creano paura e mostri anche laddove non ce ne sono. Ognuno la pensa come vuole e – concludono – noi la pensiamo cosi“.
Ricordiamo tra le battaglie dell’Associazione sulle distorsioni lessicali una delle più memorabili: in passato gli animalisti si sono schierati contro Vittorio Sgarbi, accusato di quello che è stato definito dai membri di AIDAA un “uso improprio” della parola “capra“, utilizzata come epiteto contro gli umani.
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