ITALIA – Si è svolta lo scorso 5 luglio in Liguria a Daiano Marina la finale del Campionato Italiano di pizza in Tour, iniziato a maggio, e cha ha visto trionfare la Sicilia grazie al pizzaiolo Vincenzo Scalisi, 31enne di Paternò (Catania) che per necessità è stato costretto a spostarsi dalla sua terra natìa.
Ai microfoni di NewSicilia è intervenuto proprio lui per raccontarci un po’ la sua esperienza, sensazioni e segreti del mestiere. Una storia forte, di grande coraggio e moltissima determinazione.
“Il mio trasferimento a Pavia nasce per ‘disperazione’, il 2017 per me è stato un anno difficile, lavoravo in un noto locale di Catania dalle 12 alle 14 ore al giorno, percepivo uno stipendio veramente misero e non venivo pagato neanche puntuale, e con una bambina di 3 anni da mantenere non potevo più permettermi di perdere ancora del tempo“, inizia così la nostra chiacchierata con Vincenzo.
“Un giorno arriva una telefonata da parte di mio cugino dicendomi che il suo titolare cercava un pizzaiolo e chiese la mia disponibilità per una settimana di prova. All’inizio ero molto titubante perché non volevo allontanarmi da mia figlia, poi pensai che quello che stavo per fare era per lei“, prosegue.
“Preso di coraggio accettai, una settimana dopo ero all’aeroporto con in tasca soltanto 10 euro (questa cosa la sanno in pochi, ma voglio dirla affinché sia da stimolo per qualche altra persona che in quel periodo stava come me) e promisi a me stesso che da quel giorno avrei cambiato la mia vita“, confessa.
Nonostante il trasferimento e la vita “rivoluzionata” in un nuovo ambiente, contesto e in una città “sconosciuta”, il legame con la Sicilia, come per ogni abitante della Terra del Sole, però, rimane. Non si può dimenticare, ma resta anche un velo di malinconia.
Vincenzo, infatti, ci ha detto: “Vado molto fiero delle mie origini, amo la mia terra, ma ogni volta che vengo giù la vedo sempre più ‘martoriata’, strade piene di buche, immondizia ai bordi della strada, inciviltà, delinquenza e tutto questo non lo meritano né la Sicilia né quelle persone che veramente amano questa terra e che ancora sono lì sperando che tutto cambi“.
Non sono mancati i sacrifici per realizzarsi. Il nostro intervistato ha iniziato con tanta gavetta ma altrettanta voglia di fare. Grazie a chi ha creduto in lui è riuscito realmente a migliorare e cambiare la sua vita in meglio, dando una svolta significativa.
“Ho iniziato come aiuto pasticcere, ho lavorato al bar dietro al bancone, mi alzavo prestissimo al mattino e, per non farmi mancare nulla, per un periodo lavorai la mattina al bar e il pomeriggio in pizzeria come aiuto pizzaiolo“, racconta.
Ancora: “Lì, in quel posto, in quella pizzeria, iniziò tutto. Proprio in quel luogo è nata la mia vocazione, ma soprattutto ho incontrato la prima persona che ha creduto in me e ha insistito anche quando io ero scoraggiato e avrei voluto soltanto mollare“.
“Vedevo i miei amici uscire la sera, io lavoravo sempre, non avevo tempo, e mi sono detto ‘Ma chi me lo fa fare?’ Emanuele, il proprietario della pizzeria e il mio primo maestro pizzaiolo, mi diceva di lasciar perdere l’esperienza altrui, ma di pensare solo a me imparando il mestiere e un giorno arriveranno le soddisfazioni“, puntualizza.
“Aveva ragione. Sì è vero, mentre gli altri si divertivano io lavoravo, ma adesso ho la mia pizzeria e ho vinto addirittura un Campionato Italiano“, afferma con orgoglio.
Così Vincenzo Scalisi ha partecipato al Campionato Italiano di pizza in Tour portando a casa la vittoria. Uniche regole: forza, costanza e pazienza, oltre a tanta professionalità.
“Si tratta di un vero e proprio campionato dove si sfidano pizzaioli provenienti da ogni parte d’Italia. Si svolge in varie tappe regionali, dove ci si può iscrivere a diverse ‘categorie’. Categorie perché la pizza è fatta di mille sfaccettature, ognuna con la sua storia e la sua provenienza, come la Pala Romana, la pizza classica o la pizza Napoletana, la più conosciuta al mondo“, racconta.
“Per arrivare in finale bisogna classificarsi – almeno in una categoria – al primo posto. Io personalmente mi iscrissi nella tappa Lombardia dove mi aggiudicai il primo posto per la pizza classica e il secondo posto per la pala Romana“, prosegue.
“Poi ci riprovai iscrivendomi alla tappa del Piemonte ma lì non raggiunsi alcun risultato positivo. Due settimane dopo tentai la tappa del Veneto dove mi classificai al primo posto nella categoria Napoletana. Da qui gareggiai in finale per la categoria Classica e Napoletana e sfidai gli altri primi posti delle stesse categorie“, specifica.
Una vittoria che non è stata facile, fatta di tentativi, prove e ri-prove. Ma alla fine la felicità è arrivata per Vincenzo Scalisi.
“Vincere è stato bellissimo, come nasconderlo, a chi non fa piacere? Vincere soprattutto sfidando i migliori pizzaioli d’Italia. Ma ciò che mi ha fatto più piacere sono state le bellissime parole dette nei miei confronti dal Maestro Luciano Sorbillo (quel giorno Giudice di gara)“, ha dichiarato.
“Per chi non lo sapesse Luciano Sorbillo è stato uno dei pionieri della Pizza Napoletana, la sua famiglia ha portato il nome di Napoli e della pizza nel mondo, quindi, come potrete immaginare, è stato molto toccante ed emozionante essere premiato proprio da lui“, spiega.
A volte bisogna soltanto avere il coraggio di “rischiare” di essere felici e Vincenzo lo sa bene, l’ha sperimentato sulla sua pelle e ha vinto (sotto ogni punto di vista). Segno che, nella vita, volere è potere.
“Se posso dare un consiglio a tutte quelle persone che si vogliono avvicinare nel mondo della pizza, ci vuole sacrificio, gavetta, ordine, pulizia ma soprattutto amore e passione per questo lavoro. Se si mettono questi ultimi ‘ingredienti’ nelle cose che si fanno non si sbaglia mai. Questo è il vero segreto“, ribadisce.
“La pizza non è un semplice ‘disco di pasta’, è il cibo più conosciuto in tutto il mondo, regala sorrisi, abbraccia culture diverse. Come disse il grande Pino Daniele: ‘Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa vedrai che il mondo poi ti sorriderà’ e aveva proprio ragione“, conclude.
Per le foto si ringrazia Vincenzo Scalisi
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