ITALIA – Trovare l’esatto equilibrio tra lavoro e vita privata rappresenta uno dei grandi traguardi prefissati dall’uomo con particolare attenzione alle tempistiche che si susseguono durante una giornata.
Saper conciliare l’aspetto professionale con le ore libere garantisce un ottimo status psicofisico per staccare dalla routine quotidiana. È capitato diverse volte di dover fare una scelta che comportasse delle conseguenze sulla sfera personale o vita lavorativa, scelta che nel lungo termine avrebbe lasciato spazio a ripensamenti inconsistenti data l’impossibilità di effettuare una “retromarcia”.
Vivere una vita poco consona al tipo di occupazione che si svolge è il segnale che qualcosa da una delle due parti deve mutare. Essere coraggiosi e fare delle scelte a volte diventa l’unica soluzione plausibile. Essere artefici del proprio destino… è proprio questa l’idea che deve farsi una persona messa davanti a un bivio perché le reazioni agli eventi sono più significative degli eventi stessi.
Le tue passioni, le tue idee definiscono la personalità. Ogni elemento della tua vita che possa farti percepire come il miglior investimento al minor rischio possibile dovrà essere dimostrato e argomentato.
ITALIA AL PRIMO POSTO: EQUILIBRIO QUASI PERFETTO TRA LAVORO E VITA PRIVATA
Ad avvalorare le argomentazioni esposte, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), i lavoratori in Italia sarebbero i più equilibrati al mondo per distribuzione di tempo ed energie tra lavoro e vita privata.
La media dei paesi membri dell’OCSE di tempo speso per il proprio benessere è di 15 ore al giorno mentre sulla penisola italiana si raggiungono le 16,5 ore giornaliere.
Secondo lo studio i lavoratori italiani con contratto full time dedicano in media il 69% della loro giornata alla cura personale e al tempo libero.
Un ulteriore dato che attesta il primato in classifica del territorio è legata alla media di persone che lavorano molte ore durante la giornata: la media dice che circa 1 lavoratore su 10 dedica diverso tempo all’impiego, ossia 50 o più a settimana, mentre in Italia solo il 3% dei lavoratori dipendenti raggiunge questi risultati.
Questa classifica apre spiragli a parecchie interpretazioni, spesso in contrasto, soprattutto se si pensa che paesi come gli Usa e il Regno Unito si trovano sul fondo di questa atipica graduatoria.
L’equilibrio tra lavoro e vita privata è un aspetto fondamentale per il benessere economico delle persone anche se può rappresentare anche un calo produttivo del sistema.
Una delle cose che in Italia sono molto diffuse e che aumentano notevolmente la qualità di questo equilibrio quasi eccellente è l’assistenza gratuita all’infanzia: molte strutture, soprattutto pubbliche, mettono a disposizione dei lavoratori asili e scuole primarie dove poter lasciare i propri figli durante i turni lavorativi.
Certamente un riscontro positivo anche se il quadro mostratoci è da prendere con le pinze. Basti pensare che un infermiere come altri professionisti sanitari per “esclusività” non può lavorare al di fuori del posto di lavoro, questo si traduce in assistenza territoriale ridotta o inesistente.
Ulteriore aspetto da non sottovalutare riguarda il fatto che non vengono contate tutte le ore di straordinario che generalmente un lavoratore medio in Italia svolge. La statistica è fatta sulle ore lavorative estrapolate dai contratti attivi, ragion per cui molte ore potrebbero non essere conteggiate.
Probabilmente, e in disaccordo con i contratti esaminati nella classifica OCSE, un ulteriore aspetto da non sottovalutare fa leva sulle dinamiche del lavoro nero e delle ore extra in nero, mascherate da contratti part time o a chiamata che non vengono rispettati nella vita reale.