ITALIA – Oggi sabato 2 aprile è la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU. È stato stimato che in Italia un bambino su 77 di età compresa tra i 7 e 9 anni presenta un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi.
Ai nostri microfoni, per parlare dell’argomento, è intervenuta Ada Spina, psicologa clinica di Catania.
Cosa sono i disturbi dello spettro dell’autismo?
“L‘autismo è un disturbo del neurosviluppo che si manifesta in tenera età, entro i primi 3 anni di vita del bambino. Alcuni ragazzini possono manifestare una sintomatologia tardiva e in questo caso parliamo di autismo ad alto funzionamento”, afferma Ada Spina.
“Nel DSM V non troviamo più la voce ‘autismo‘ ma ‘disturbi dello spettro dell’autismo‘, in quanto, si fa riferimento alla vasta gamma di sintomi e segni che l’autismo può provocare e alla loro notevole variabilità in fatto di gravità“.
Quali sono le caratteristiche delle persone autistiche?
Le caratteristiche variano da soggetto a soggetto, ma esistono delle aree di interesse comune come: l’area della comunicazione, i bambini autistici hanno difficoltà nella produzione e comprensione del linguaggio verbale e non verbale. Possono avere difficoltà nell’articolazione del linguaggio e nell’interpretazione dei suoni.
Non riescono a cogliere in base alla gravità del disturbo il ritmo, le metafore, i giochi di parole e l’ironia del linguaggio; il disturbo interessa anche l’area sociale, infatti, i soggetti hanno difficoltà nella socializzazione e tendono ad avere interessi ristretti, comportamenti molto rigidi e ripetuti che servono all’auto stimolazione sensoriale; relativamente all’autoregolazione emotiva gli individui fanno fatica a riconoscere le emozioni o non le distinguono completamente.
Dal punto di vista sensoriale i bambini con disturbi dello spettro autistico hanno un’ipersensibilità o una poca sensibilità ai suoni e agli stimoli ambientali; le funzioni esecutive che riguardano l’organizzazione, la programmazione, la modificazione del comportamento in base agli stimoli e alle circostanze, possono essere compromesse dalla gravità del disturbo.
“È fondamentale – afferma la psicologa Spina – evidenziare che per la diagnosi del disturbo, un professionista non si avvale di esami diagnostici precisi, ma si concentra sull‘osservazione del comportamento dell‘individuo”.
“Oggi è possibile indicare l’autismo come disturbo del neurosviluppo ma anche come neurodiversità – continua la dottoressa –, in quanto ci sono filoni di pensiero che lo considerano una modalità differente di funzionamento intellettivo e comportamentale”.
È possibile curare l’autismo?
Bisogna evidenziare che l’autismo non è una malattia, perciò non esistono farmaci che lo trattano o lo curano. “Esistono terapie comportamentali – sottolinea la psicologa – che mirano a modificare la sfera del comportamento per renderla più funzionale all‘ambiente, agendo sulla sfera disfunzionale per potenziare tutti i punti di forza del bambino. Soprattutto al giorno d’oggi i trattamenti sono di tipo ABA – Applied Behavior Analysis tradotto in italiano Analisi Comportamentale Applicata -, questa pratica è fondata sull’osservazione e la registrazione del comportamento che forniscono la base di partenza per progettare e attuare interventi adeguati per il potenziamento”.
Quali sono le cause dell’autismo?
“Le cause sono ancora oggetto di indagine – sottolinea Spina – non c’è una singola causa che giustifica il disturbo. Vi sono forti evidenze riguardo un’alterazione genetica, alcuni studi hanno evidenziato come l’età avanzata dei genitori nel momento del concepimento è stata responsabile della sindrome. È l’interazione tra geni e ambiente che sembra giocare un ruolo rilevante nella manifestazione di segnali e sintomi dei disturbi dello spettro autistico, non è possibile specificare delle cause dettagliate che fanno sì che il bambino nasca con questo disturbo”.
“Si può affermare che la predisposizione è maggiore negli uomini in quanto l’alterazione genetica colpisce il cromosoma x, motivo per cui i maschi essendo dotati di un solo cromosoma x sono più deficitari. Nelle femmine vediamo che vi sono disturbi molto gravi o si ha uno spettro dell’autismo ad alto funzionamento, nel primo caso l’alterazione genetica ha colpito entrambe le ‘x’ mentre nel secondo caso l’alterazione genetica è lieve ” conclude la psicologa clinica Ada Spina.