Cronaca

Facoltà di Medicina, tutte le novità di quest’anno: abolire o no il numero chiuso? La parola ai giovani

ITALIA – Abolire o mantenere il numero chiuso per accedere alla facoltà di Medicina? È questo il dilemma su cui negli ultimi tempi ci si sta interrogando.

Se da una parte, non si può fare a meno di notare una notevole carenza di medici nelle strutture ospedaliere e quindi la conseguente necessità di rendere più accessibile la facoltà, dall’altro è inevitabile – secondo molti – lasciare invariate le modalità per accedere agli studi universitari affinché quello degli aspiranti medici continui a essere un ambiente selezionato.

Pro o contro l’abolizione del numero chiuso?

Se non si trovano medici, significa che il sistema formativo non funziona e mortifica centinaia di giovani che non riescono ad accedere“. Ad affermarlo è Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, secondo il quale sarebbe fondamentale abolire il numero chiuso.

È necessario rivedere – continua l’assessore – le modalità di accesso alla facoltà, alzando l’asticella al secondo anno per gli studenti meritevoli, così come accade in altri Paesi europei“.

Cosa ci facciamo degli alti standard di frequenza se poi – conclude – i medici non si trovano e quelli che ci sono vengono pagati meno del resto d’Europa?“.

La pensa diversamente Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI): “Non è un problema di numero chiuso – spiega – ma serve il coraggio della pianificazione e delle priorità su cui investire“.

Accedere alla facoltà di Medicina: tutte le novità di quest’anno

A fare chiarezza sulla situazione è Maria Cristina Messa, ministro dell’Università e della Ricerca, che ha dichiarato: “Il numero chiuso è necessario, per mantenere alta la qualità“.

Ma dall’anno accademico 2022-2023 ci sarà già un grande cambiamento per accedere a Medicina: non più una sola data, ma un percorso – spiega il ministro Messa – che consenta ai ragazzi dalla IV superiore di prepararsi, autovalutarsi e poter tentare più volte nel corso dell’anno il test. Ciò che stiamo pagando oggi è stata una programmazione del passato di soli 9 mila ammessi all’anno a fronte di quasi 16 mila complessivi previsti attualmente e di circa 5 mila borse all’anno per le scuole di specializzazione. Oggi – conclude – per gli specializzandi ci sono oltre 13 mila posti“.

La parola agli studenti: “Tutti dovrebbero avere le stesse possibilità

Sono intervenute ai nostri microfoni due studentesse di Catania, che stanno per cominciare l’ultimo anno di liceo, con l’obiettivo di intraprendere – dopo la maturità – gli studi di Medicina.

Francesca, di 17 anni, studentessa del liceo scientifico Galileo Galilei, ha esordito così: “È chiaro che questi cambiamenti rappresentano un modo per dare maggiore possibilità a noi ragazzi di entrare in facoltà. Premetto però che sono pressoché contraria al numero chiuso, pur essendo consapevole che sarebbe quasi impossibile eliminarlo consentendo l’accesso a chiunque voglia intraprendere questo percorso“.

Alla luce delle notevoli difficoltà a cui si andrebbe incontro se si decidesse di rinunciare al numero chiuso, ritengo che si dovrebbe almeno essere meno selettivi affinché tutti possano avere le stesse possibilità“, suggerisce la giovane.

Sono dell’idea che, anche consentendo a un numero maggiore di studenti di intraprendere gli studi di Medicina, una sorta di selezionenaturale‘ verrebbe fatta ugualmente: già dopo i primi mesi – spiega Francesca – gli studenti si renderanno conto se si è portati, se si hanno la voglia, la capacità e la volontà di studiare. E quindi chi capirà di non avere la reale intenzione di proseguire deciderà sicuramente di lasciare la facoltà per intraprendere un’altra strada. Tra l’altro questo è ancora più verosimile se si pensa che quella di Medicina è una facoltà particolarmente difficile: nella maggior parte dei casi se non si ha la determinazione necessaria non si arriva proprio da nessuna parte“.

Dopo aver chiesto alla giovane in che modo si sta preparando in vista delle prove, la 17enne ha risposto: “In quest’ultimo anno scolastico, quindi durante il mio quarto anno di liceo, ho partecipato a un corso di preparazione che si è tenuto ogni sabato e che prevedeva continue esercitazioni tramite test. A mio parere il modo migliore per allenarsi in vista delle prove è fare costantemente dei test: la teoria è quella che si studia durante i cinque anni di liceo e anche se un concetto lo si conosce, spesso la domanda può trarre in inganno, nonostante si sappia l’argomento“.

A intervenire è stata anche Maria, di 17 anni, studentessa del liceo classico Mario Cutelli: “Penso che il numero chiuso, soprattutto in Medicina, sia ‘discriminatorio‘ e provochi anche una carenza di medici, come già sta succedendo. Indubbiamente bisogna fare una selezione a causa delle troppe richieste, ma ritengo che il test di Medicina, anche a causa di com’è strutturato, sia uno strumento non equo per selezionare gli studenti“.

Non tutti hanno la possibilità e le risorse – afferma Maria – per frequentare corsi di preparazione a pagamento e trovo che questo provochi anche una demotivazione in coloro che non riescono a prepararsi autonomamente“.

La giovane ha raccontato anche la sua esperienza personale facendo presenti quali sarebbero, a suo parere, i limiti con cui i ragazzi della sua età si ritrovano a fare i conti: “Personalmente sto seguendo un corso di preparazione, poiché mi ritrovo con molte lacune in materie come biologia e chimica, che a scuola non vengono adeguatamente approfondite. La scuola dovrebbe fornire tutte le risorse necessarie per affrontare un test e invece, anche confrontandomi con i miei coetanei, ci ritroviamo a dover studiare argomenti, o talvolta intere materie, perché a scuola emerge uno scarso interesse sui percorsi universitari degli studenti“.

Magari servirebbe anche equilibrare un po’ di più gli argomenti del test -suggerisce la giovane – e non renderli troppo specifici, per offrire a tutti le stesse possibilità“.

A noi studenti è stato detto che dal 2023 la prova cambierà, diventando un test online che potrà essere svolto più volte durante l’anno e in base ai punteggi dei vari test, si deciderà quale risultato presentare in graduatoria nazionale. Probabilmente questo cambiamento agevolerà molti studenti, ma – conclude Maria – è ancora un po’ tutto un enigma“.

Foto di repertorio

Federica Sciacca

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Federica Sciacca
Tags: Abolizione numero chiuso Carenza di medici Catania Facoltà Facoltà di Medicina Facoltà universitarie Giovani Intervista Maria Cristina Messa Medici Medicina Medicina a numero chiuso Ministro dell’Università e della ricerca Numero chiuso Numero chiuso medicina Studenti Test medicina Università

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