Due vittime. Due carnefici. Due ergastoli. È così che si chiude, almeno in parte, il cerchio di angoscia e dolore vissuto dai familiari di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, uccise poco più di un anno fa da coloro che dicevano di amarle sopra ogni cosa.
Un “amore” cieco quello provato dai loro rispettivi carnefici, incapaci di porsi un limite, di incassare un rifiuto, di accettare la fine di una storia giunta al capolinea.
Una pagina giudiziaria intensa quella vissuta nei Tribunali di Venezia e di Milano, che hanno fatto da sfondo a un processo terminato, in entrambi i casi, con la più severa delle pene.
Due sentenze così drastiche e ravvicinate certamente non potevano passare inosservate agli occhi dell’opinione pubblica, ancora colpita e provata per l’uccisione delle due giovani, accomunate dalla stessa tragica sorte. Ciò che ci si chiede è se questo può essere considerato un primo passo verso un addio – si spera prima o poi definitivo – alla cultura patriarcale che fino a qualche decennio fa – pensiamo anche al delitto d’onore – legittimava la violenza.
L’intervista all’avvocato Elena Cassella
Ha fatto chiarezza sulla questione l’avvocato Elena Cassella, intervenuta ai microfoni di NewSicilia, soffermandosi sul peso che una condanna di questo genere, soprattutto in risposta a un delitto contro una donna, assume oggi nella società.
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Le recenti e ravvicinate condanne all’ergastolo nei confronti di Filippo Turetta e Alessandro Impagnatiello, per le morti rispettivamente di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, possono essere considerate un segno di cambiamento sociale?
“Queste sentenze – spiega l’avvocato Elena Cassella – possono essere viste come un segnale di cambiamento sociale in diversi modi.
- Riconoscimento della gravità del femminicidio: la condanna all’ergastolo riflette una maggiore consapevolezza e severità nel trattare i crimini di violenza di genere, indicando un impegno più forte da parte del sistema giudiziario nel combattere questi reati.
- Sensibilizzazione pubblica: il caso ha attirato molta attenzione mediatica, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del femminicidio e sulla necessità di misure più efficaci per prevenire la violenza contro le donne.
- Supporto alle vittime: la sentenza potrebbe incoraggiare altre vittime di violenza a denunciare i loro aggressori, sapendo che il sistema giudiziario è disposto a prendere misure severe contro i colpevoli.
Tuttavia, come ha sottolineato il padre di Giulia, Gino Cecchettin, la violenza non si combatte solo con le pene. È necessario un cambiamento culturale più ampio per prevenire questi crimini e supportare le vittime in modo efficace“.
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Quali sono i vantaggi di prendere una posizione giudiziaria così netta? Può rappresentare realmente un incentivo per “il Filippo Turetta del domani” a non trasformare una relazione in una storia di sangue e distruzione?
“Al di là della posizione giudiziaria, che è comunque molto importante e, come detto prima lancia un messaggio molto forte, il problema da affrontare, per evitare che in futuro ci siano altri Turetta, è di carattere culturale.
In particolare, è necessario che tutti prendano coscienza, il prima possibile, che una relazione si ‘ammala’ nel momento in cui l’amore si trasforma in possesso. Per comprendere questo, credo bisogna fare qualche riflessione. Infatti, la differenza tra amore e possesso è fondamentale per comprendere le dinamiche delle relazioni sane.
Amore
- Rispetto e Libertà: l’amore autentico si basa sul rispetto reciproco e sulla libertà. Ogni partner è libero di essere se stesso e di crescere individualmente.
- Supporto e Crescita: in una relazione d’amore, i partner si sostengono a vicenda nei momenti difficili e celebrano insieme i successi. L’obiettivo è crescere insieme, non controllare l’altro.
- Fiducia e Comunicazione: la fiducia è un pilastro fondamentale. La comunicazione aperta e onesta permette di risolvere i conflitti in modo costruttivo.
Possesso
- Controllo e Gelosia: il possesso si manifesta attraverso il desiderio di controllare l’altro. La gelosia eccessiva e il bisogno di sapere sempre dove si trova il partner sono segnali di possesso.
- Limitazione della Libertà: in una relazione basata sul possesso, uno dei partner può cercare di limitare la libertà dell’altro, impedendogli di vedere amici o di perseguire interessi personali.
- Insicurezza e Manipolazione: il possesso spesso deriva da insicurezze personali. La manipolazione emotiva e il ricatto sono strumenti utilizzati per mantenere il controllo.
Riflessioni Finali
“Riconoscere la differenza tra amore e possesso è essenziale per costruire relazioni sane e durature. L’amore vero non soffoca, ma nutre e permette a entrambi i partner di fiorire. È importante educare e sensibilizzare su questi temi per prevenire dinamiche tossiche e promuovere una cultura del rispetto e della parità“.
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Una sentenza così drastica può, oltre a prevenire un eventuale comportamento violento, anche aumentare nelle donne la consapevolezza di non essere abbandonate a se stesse – come a volte si crede – e di poter ottenere la giustizia tanto ricercata?
“Questo tipo di sentenza ha sicuramente un impatto significativo. Da un lato, una condanna così severa può fungere da deterrente per comportamenti violenti futuri, inviando un messaggio chiaro che tali atti non saranno tollerati e saranno puniti con la massima severità.
Dall’altro lato, questa sentenza può effettivamente aumentare la consapevolezza tra le donne che la giustizia può essere raggiunta e che non sono sole nella loro lotta. Vedere che il sistema giudiziario prende sul serio i casi di violenza contro le donne e agisce con decisione può rafforzare la fiducia delle vittime nel denunciare i loro aggressori e cercare protezione e giustizia.
Tuttavia, è importante notare che ci sono state anche critiche alla sentenza, in particolare per la mancata riconoscenza delle aggravanti di crudeltà e stalking. Questo ha sollevato preoccupazioni sul fatto che, nonostante la severità della pena, ci sia ancora strada da fare per garantire che tutte le sfaccettature della violenza contro le donne siano adeguatamente riconosciute e punite“.