ITALIA – Riceviamo e pubblichiamo integralmente la segnalazione circa presunte discriminazioni di genere all’interno dell’ultimo concorso per l’assunzione di 411 vice ispettori della Polizia penitenziaria.
Secondo quanto segnalato da una nostra lettrice, 107 donne risultate idonee si sarebbero viste “sorpassare” da altri soggetti, di sesso maschile.
I posti a disposizione sarebbero diversificati, molti di più per gli uomini, in numero esiguo per le donne.
Non si comprende la ragione di tale scelta e si chiede un intervento immediato per garantire i diritti delle donne vincitrici e ritenute non idonee.
“Ecco quanto accaduto il 19 dicembre 2023 a 107 donne risultate idonee a tutte le fasi concorsuali previste dal bando di concorso per l’assunzione di 411 vice ispettori della Polizia penitenziaria. Nello specifico il bando, pubblicato a novembre del 2021, prevedeva 6 prove:
“Dopo due anni dalla pubblicazione del bando e dopo il superamento di tutte le fasi concorsuali lo scenario che si è venuto a creare è il seguente: 107 candidate di sesso femmine sono state escluse solo perché donne.
Il bando infatti prevedeva che dei 411 posti messi a concorso, 378 fossero riservati a soggetti di sesso maschile, mentre soli 33 posti ai soggetti di sesso femminile.
Una evidente discriminazione non giustificabile in alcun modo dato che il ruolo da vice ispettore è un ruolo di concetto, che si esplica un’attività intellettuale di rilievo e nell’attribuzione di responsabilità, dunque non in un ruolo meramente esecutivo“.
“In conseguenza di questa discriminazione candidati di sesso maschile con un punteggio superiore o uguale a 13 sono stati dichiarati vincitori di concorso, mentre alle donne, visti i pochi posti messi a concorso, non sono bastati 17 punti per essere dichiarate vincitrici.
Quello che le idonee non vincitrici chiedono è pertanto un riconoscimento dei propri diritti, lesi dalla discriminazione ancora presente per l’accesso al ruolo di vice ispettore in Polizia penitenziaria.
Distinzione che non esiste in nessun altro corpo e non giustificabile dal fatto che la maggior parte della popolazione carceraria sia di sesso maschile. Come sopraindicato, infatti per la qualifica in questione non è necessaria la sola forza maschile, trattandosi di un ruolo di concetto“.
“Si chiede pertanto all’Amministrazione e soprattutto alla politica, in ossequio alle pari opportunità nell’accesso al mondo del lavoro, di prendere seri provvedimenti affinché tale discriminazione venga rimossa e soprattutto affinché le candidate possano essere assorbite anch’esse dall’amministrazione e vedere riconosciuti i propri diritti“.
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